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Una canzone per la domenica (85) ai tempi del coronavirus. Io che non vivo senza teproposta da Enzo Di Fazio . Questo fine settimana la canzone della domenica arriva in ritardo ed è, in un certo senso, un miracolo averla con i tempi che corrono. In questi giorni di paura da Covid-19 (chiamiamolo ormai con il suo nome) nel tentativo di essere resilienti si fanno tante cose che di norma non si fanno o che si fanno solo periodicamente, come quelle di sistemare carteggi, scrivere, leggere in maniera più approfondita i quotidiani o riprendere in mano un buon libro, iniziato e poi abbandonato. La musica, si sa, nel ventunesimo secolo la possiamo sentire anche attraverso l’iPhone; anzi attraverso l’iPhone ognuno può scegliere quello che più gli aggrada. Si inserisce il titolo della canzone o l’autore, e non resta che premere col dito sulla scelta fatta, un po’ come si faceva con i jukebox. Quest’oggi la nostalgia mi ha portato un po’ indietro nel tempo e girando girando, la pallina della roulette si è fermata su “Io che non vivo (senza te)” famosissima canzone di Pino Donaggio e Vito Pallavicini che, uscita negli anni ‘60, raggiunse il primo posto della hit parade rimanendovi per tre settimane ed ebbe successo anche nel resto del mondo vendendo oltre 80milioni di copie. Donaggio presentò la sua canzone al Festival di Sanremo 1965 insieme alla cantante folk statunitense Jody Miller. Alla manifestazione canora aveva partecipato anche la britannica Dusty Springfield, fresca di espulsione dal Sudafrica (che tempi!) per aver tenuto un concerto con una platea mista di bianchi e neri. La Springfield si trovava in mezzo al pubblico quando il cantante veneziano e Jody Miller eseguirono il brano e, nonostante non avesse idea di cosa dicessero le parole, ne rimase profondamente colpita al punto da decidere di proporne una versione in inglese un anno dopo (da Wikipedia). Perché questa canzone mi suscita emozioni? Perché è legata ai tempi adolescenziali quando, tra le più gettonate, la utilizzavamo per ballare i lenti alle feste che, studenti e studentesse di ritorno dai collegi, organizzavamo a Ponza durante le vacanze di Natale. La versione che propongo, cantata da Chiara Civello e Gilberto Gil, mi ha colpito tantissimo e confesso di non averla mai sentita prima. Conoscevo Chiara Civello come sublime interprete del sound elegante che mescola il Northerm Soul alla Bossa Nova, il Blue Eyed Soul al jazz e al pop internazionale per essersi formata alla scuola americana prima e a quella brasiliana dopo. Come pure sapevo di Gilberto Gil, tra i più noti musicisti e cantanti brasiliani, capace di coniugare i ritmi della samba postmoderna con il reggae e le influenze africane. Eccone il video da cui emerge la grande musicalità e complicità emotiva dei due interpreti
Di seguito il testo della canzone Io che non vivo senza te Siamo qui noi soli
Come ogni sera Ma tu sei più triste Ed io lo so perché Forse tu vuoi dirmi Che non sei felice Che io sto cambiando E tu mi vuoi lasciar Io che non vivo
più di un’ora senza te Come posso stare una vita senza te? Sei mia, sei mia Mai niente, lo sai, separarci un giorno potrà Vieni qui, ascoltami
Io ti voglio bene Te ne prego fermati Ancora insieme a me Io che non vivo più di un’ora senza te Come posso stare una vita senza te? Sei mia, sei mia Io che non vivo più di un’ora senza te Come posso stare una vita senza te? Sei mia, sei mia, sei mia
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