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Di un saggio su Venezia. Di Stefano Testasegnalato dalla Redazione . Pubblichiamo sempre le interessanti pagine di Stefano Testa – avvocato e scrittore con l’hobby del giornalismo – quando compaiono nella penultima pagina di Latina Oggi, il giornale da cui estraiamo la quotidiana Rassegna Cartacea. Il saggio Quando la Serenissima era considerata il vero centro del mondo Sono in pieno svolgimento in tutta Italia le manifestazioni che fanno da contorno alla celebrazione del Carnevale. Ma com’era la Venezia di quel tempo? Come si viveva nella città lagunare a cavallo tra la fine del Medioevo e l’inizio del Rinascimento? Marzo Magno si sofferma con notevole accuratezza nell’analisi di quel decennio, periodo nel quale si verificarono avvenimenti di grande importanza, e inoltre ricorda fatti e misfatti di personaggi più o meno famosi che consentirono alla città lagunare di raggiungere il suo apogeo. L’autore racconta ad esempio che, nel dicembre del 1499, venne stampato, dall’editore Aldo Manuzio, il romanzo allegorico intitolato “Hypnerotomachia Poliphili”, che è ritenuto il libro più bello del Rinascimento. Più di qualcuno lo ha addirittura definito “il libro più bello del mondo”, tanto è vero che, nel 2010, la casa d’aste londinese Christie’s ne ha venduto una copia per ben 335.000 euro! Il prezioso volume è famoso non solo perché contiene incisioni xilografiche raffinatissime, ma anche perché risulta essere stato scritto con dei caratteri che poi ispireranno la creazione di alcuni dei più famosi ed utilizzati “font” di stampa, quali il “Garamond” ed il “Times new Roman”. Marzo Magno argutamente rileva in proposito che «l’entità dei mutamenti introdotti da Manunzio nell’editoria e in uso ancora oggi – il carattere corsivo, la punteggiatura, gli indici e le note, la numerazione delle pagine – è tale che il primo editore moderno della storia dovrebbe essere citato in ogni capitolo». Con il geniale editore di origini pontine collaborò fattivamente anche il cardinale Pietro Bembo; il quale, a sua volta, è ritenuto l’inventore della lingua italiana contemporanea. Marzo Magno spiega infatti che è proprio grazie a lui se oggi parliamo l’italiano di Dante, Petrarca e Boccaccio. Egli, anche attraverso la pubblicazione della prima grammatica della lingua italiana, «trasforma il toscano trecentesco nel linguaggio del quale si avvalgono le persone colte per scrivere… Il “volgare” di Bembo ha come effetto collaterale la morte del latino: per un paio di secoli la storia della lingua italiana consiste in una lotta serrata per togliere spazio alla lingua di Cicerone. E da inizio Cinquecento il toscano è pronto per compiere il grande balzo: da varietà tra le altre, diventa la base della lingua comune a chi voglia scrivere libri, compilare leggi, parlare di scienza o arte». Sempre a Venezia, in quegli anni, «si cominciano a confezionare profumi a base alcolica. In precedenza erano a base grassa, si usavano oli diversi, e non a caso si chiamavano unguenti. L’utilizzo di sostanze alcoliche, nella fattispecie acquavite, consente di passare dall’unguento al profumo (il vocabolario della Crusca registra per la prima volta la parola “profumo” nel 1623, come “pasta” che si fa con sostanze odorose). Il profumo si trasforma così da spalmabile ad aspergibile, e all’uopo risulteranno molto utili i flaconi di vetro soffiati a Murano. Dopodiché i francesi sostituiranno l’acquavite con l’alcol puro, e si attribuiranno la primogenitura della scoperta». L’opulenta città lagunare, in quel periodo, non era però soltanto la “culla” di grandi uomini e geniali invenzioni, ma anche di grandi “vizi”. Secondo Marin Sanudo, infatti, nel 1509 furono censite ben 11.654 prostitute. Tale numero appare obiettivamente esagerato, ma fa comunque ben comprendere quale fosse l’ampiezza del “fenomeno”. Del resto è in quella Venezia che esisteva il “ponte delle Tette”, dove le meretrici dell’epoca, che «si associarono fra loro nelle “scolete de done”, una sorta di cooperative di lavoratrici del sesso con mezzo millennio di anticipo… esponevano il seno per attirare i clienti», e che venne di fatto creato il primo “quartiere a luci rosse” della storia. s Alessandro Marzo Magno Giornalista e scrittore, è nato a Venezia nel 1962. Inviato nei Balcani durante il conflitto che ha dilaniato l’ex Jugoslavia, ha lavorato per diversi quotidiani ed è stato per dieci anni il responsabile degli esteri del settimanale “Diario”. Ha scritto sedici libri, l’ultimo è “La splendida Venezia – 1499-1509”, pubblicato da Laterza nella collana i Robinson; pagine 266, 20€
Stefano Testa. SU VENEZIA. Da LT Oggi del 14 febbr. 2020.pdf
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