uno scritto del 1° dicembre 2017 di Ralph ed Emilio Iodice, tradotto da Silverio Lamonica
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Dedicato ai ponzesi che si stabilirono in America e ai loro figli, nipoti e pronipoti
Cenni storici
Nel corso della grande ondata dell’emigrazione italiana verso gli Stati Uniti, tra il 1880 e il 1920, milioni di uomini, donne e bambini lasciarono coraggiosamente i propri paesi alla ricerca di una nuova vita in America. Fra loro ce n’erano migliaia che venivano dall’isola di Ponza.
Qui trovarono un posto per lavorare, vivere e iniziare una nuova esistenza per le loro famiglie.
Alcuni andarono in varie parti del paese, come in Virginia, West Virginia e Michigan dove lavoravano in miniere di carbone e in fabbriche. Pochi misero radici in California, Massachusetts, Pennsylvania e New Jersey.
La stragrande maggioranza si stabilì nel Sud del Bronx, New York. E fu in questa piccola parte della Grande Mela che gli immigrati da Ponza ebbero la possibilità di tenere in vita le loro tradizioni, mentre i loro figli assimilavano la cultura e il modo di vivere del Nuovo Mondo.
Lavorarono in tutti i settori, in special modo nell’edilizia e nel commercio. Nel giro di pochi anni fu creata una “Piccola Ponza” che si estendeva dalla 149^ Strada Est alla 156^ Strada, lungo Morris Avenue e Park Avenue. Più di un migliaio di famiglie considerò Little Ponza la loro casa per tre generazioni ed oltre.
I ponzesi di New York portarono con loro le proprie tradizioni, il cibo e la fede. Agli inizi del ventesimo secolo lavorarono duramente per costruire una chiesa dove poter praticare il culto e tenere la festa del loro santo patrono, San Silverio. La chiesa parrocchiale sarebbe stata il centro del loro stile di vita, proprio come accadeva nella loro isola natia, Ponza. Fu in quel luogo sacro che essi avrebbero mantenuto i loro valori, preservare il senso della famiglia, l’amore e lo stare insieme per celebrare il passato, il presente e il futuro.
La nuova casa di culto fu costruita verso l’inizio del ventesimo secolo. Fu consacrata a Nostra Signora della Pietà e divenne il centro della comunità.
Il nome fu dato in onore della Vergine Maria. Fu concepito nello spirito di Madre Francesca Cabrini, la quale si adoperò nell’aiuto agli immigrati di New York, avendo “pietà” per coloro che lasciavano la madrepatria per stabilirsi in America (1).
La chiesa fu costruita da immigrati e artisti italiani; fu consacrata come luogo nazionale di culto dall’Arcidiocesi di New York e considerata un luogo speciale di fede per la borgata, in progressiva crescita, degli italiani provenienti da un’isoletta del Mediterraneo.
La scuola elementare di Nostra Signora della Pietà, condotta da suore francescane, divenne il luogo di confronto e di inserimento negli Stati Uniti. Le donne consacrate e gli insegnanti laici trasformarono migliaia di bambini in patrioti americani, nello stesso tempo li incoraggiavano a mantenere salda la loro fede, lo stile di vita e l’origine del Vecchio Mondo. C’erano i preti francescani a dare conforto ai loro parrocchiani nei momenti lieti e tristi, aiutandoli a mantenere vivi i preziosi valori che avevano ricevuto, in questo enclave di New York.
A partire dagli inizi degli anni ’30, i cittadini della “Little Ponza” istituirono una società per onorare San Silverio. Costruirono una statua e un altare in suo onore nell’incantevole chiesa, diventata l’essenza della comunità. Ogni 20 giugno organizzavano novene, una festa e una processione, proprio come facevano nella bellissima isola di Ponza da cui provenivano.
Migliaia di bambini di famiglie ponzesi furono battezzati, educati, ricevettero i sacramenti e si sposarono nella chiesa di Nostra Signora della Pietà. Ai loro cari furono concessi gli ultimi riti dai sacerdoti della chiesa e i loro funerali si tennero nella Nostra Signora della Pietà.
Uomini e donne di Ponza parteciparono alla prima e alla seconda guerra mondiale, in Corea e in Vietnam.
Combatterono, fecero sacrifici e, in molti casi, morirono per gli Stati Uniti. Nella chiesa di Nostra Signora della Pietà, le loro famiglie pregavano affinché tornassero sani e salvi. Si tennero messe e veglie di preghiere per tenerli lontani dai pericoli.
Uomini e donne, in giovane età, si riunivano in chiesa prima di partire per il fronte. Molti tornarono nelle bare. Spesso, i loro funerali si tennero presso Nostra Signora della Pietà. Ricevettero gli onori dal loro quartiere, dalle famiglie, dalla città, dal paese e dalla loro chiesa. Per oltre un secolo il cuore della “Little Ponza” fu questa bella casa di culto.
Nostra Signora della Pietà fu il cuore della tradizione di San Silverio. Da quel rituale nacque una nuova realtà nella vita dei ponzesi d’America.
Agli inizi degli anni ’60 fu realizzato il San Silverio Shrine (il Santuario di San Silverio – NdT) da un gruppo di coraggiosi sognatori e sognatrici che volevano conservare per sempre lo stesso spirito della comunità, la storia, la fede e i principii, come fecero i loro genitori e nonni, che vennero da Ponza a professare il loro culto presso Nostra Signora della Pietà. In seguito all’enorme attaccamento, al duro lavoro e all’amore delle famiglie ponzesi – americane, San Silverio Shrine diventò il luogo più importante, nel Nuovo Mondo, per preservare e promuovere le onoranze a San Silverio e, cosa più importante, per mantenere vivi lo spirito delle tradizioni dei ponzesi e lo splendore del loro patrimonio in America.
Col passar dei decenni “Little Ponza” a poco a poco sparì, poiché gli schiaccianti cambiamenti della City spinsero le famiglie a trasferirsi in altri quartieri. Quindi si ridusse il numero dei parrocchiani che frequentavano quella chiesa e s’indebolì la sua redditività economica. Negli anni ’90 l’Arcidiocesi di New York chiuse la chiesa, poiché i discendenti degli originari immigrati ponzesi avevano lasciato i vecchi caseggiati alla ricerca di aree, dove avrebbero potuto acquistare abitazioni monofamiliari e vivere in comunità residenziali.
Nonostante l’esodo da “Little Ponza”, le famiglie mantennero nei loro cuori l’amore e i ricordi di Nostra Signora della Pietà, ricordando che era quello il luogo in cui avevano messo le loro radici ed era lì che ebbe inizio la forte tradizione di onorare il loro santo patrono.
La creazione del Museo di Nostra Signora della Pietà
La missione del Santuario è onorare San Silverio, quale santo patrono di Ponza e preservare le tradizioni, le origini e le memorie della gente meravigliosa che si stabilì in America, per creare una nuova e migliore vita per la sua prole. I discendenti degli immigrati da Ponza hanno costantemente cercato le loro radici, in special modo i propri legami con la famosa “Little Ponza” di Morris Avenue nel Sud del Bronx, che per oltre cento anni ha usufruito della chiesa di Nostra Signora della Pietà.
Il Santuario ha ora un’importante opportunità per conferire un significato speciale alla sua missione, istituendo un museo per commemorare la chiesa di Nostra Signora della Pietà come il centro delle famiglie di Ponza che si stabilirono nel Nuovo Mondo. Il Museo dovrebbe preservare i cimeli della chiesa e della comunità, mostrando come ebbe inizio “Little Ponza”, in tal modo diventerebbe un luogo permanente per onorare le tante famiglie che lasciarono “La Perla del Mediterraneo” per venire in America. Foto, manufatti e audiovisivi verrebbero impiegati per raccontare la storia e preservare i ricordi, accendendo la curiosità delle nuove generazioni alla ricerca delle loro radici.
Questo progetto meraviglioso dovrebbe essere diretto da un comitato speciale che comprenda i giovani, i quali potrebbero contribuire fornendo idee e modalità per implementare questa straordinaria intuizione, la quale darebbe un nuovo e più potente significato all’esistenza e alla missione del Santuario di San Silverio.
Il Museo di Nostra Signora della Pietà, dedicato ai ponzesi che si stabilirono in America, darà un nuovo impulso al Santuario e ne farà il punto focale per gli eredi e i discendenti di quegli individui eroici e meravigliosi, che sciolsero le vele da quel piccolo scoglio in mezzo al mare, per abitare in una nuova terra sconosciuta, modellando generazioni di splendide vite, nel senso vero di un miracolo di San Silverio.
Viva i ponzesi d’Italia e d’America e Viva San Silverio!
Comincia a fare ciò che è necessario;
poi fa ciò che è possibile; e
improvvisamente stai facendo
l’impossibile
Francesco d’Assisi
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Nota
(1) – Nel 1944-45 alle Hawaii, i prigionieri di guerra italiani, originari di Ponza, costruirono una cappella per onorare Madre Cabrini.
Lo scritto originale in inglese (file .pdf): A proposal for Our Lady of Pity museum
silverio lamonica1
24 Gennaio 2020 at 17:47
La proposta di Ralph ed Emilio Iodice è davvero affascinante e sono curioso di sapere se essa sia stata accolta dal San Silverio Shrine of Dover Plains Committee (Comitato del Santuario di San Silverio di Dover Plains)
Ma io credo che proprio quella chiesa – vero simbolo dell’emigrazione italiana (non solo ponzese) – doveva essere trasformata nel “Museo degli Immigrati da Ponza”. Sarebbe stata una struttura di notevole valenza culturale con un forte impatto turistico, per la sua analogia con l’oceanica emigrazione dall’Italia Meridionale.
Scambio di messaggi tra Sandro Russo e Emilio Iodice
24 Gennaio 2020 at 20:24
S.R. – Buonasera Emilio, ho appena ricevuto da Silverio la traduzione dello scritto degli Iodice brothers. Che andiamo a pubblicare sul sito.
Ma mi chiedo – e tutti si chiederanno, leggendo -: questa proposta è del dic. 2017… e poi? Ha avuto un seguito? Si è concretizzata? Già Biagio Vitiello nel suo commento al pezzo iniziale ha chiesto quale fosse stato il destino della statua di San Silverio. Ci mandi un aggiornamento? Cosa è successo dal 2017 a oggi?
E.I. – Caro Sandro. We are waiting for the Board of the Shrine to move ahead with the proposal which was approved in principle.
[Stiamo aspettando che il Comitato Direttivo dello Shrine porti avanti la proposta che è stata accettata in linea di principio].
S.R. – Però sono passati più di due anni… gli americani non sono famosi per decidere e muoversi in fretta?