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E’ passato un mese…

di Rosanna Conte

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Cara zia Adele,
è passato un mese da quando te ne sei andata ed è ancora molto forte l’eco della tua voce, della tua presenza.
Ogni scomparsa lascia un vuoto, più o meno grande a seconda di quanto si è seminato e tu hai seminato molto nell’arco della tua vita.
Non hai avuto figli, ma la cura e l’affetto che vengono donati dalle madri, li hai riversati in abbondanza sui tuoi nipoti e pronipoti.

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Io, la più grande delle nipoti, quando penso alla mia infanzia ritrovo te che mi portavi sempre in giro: alla festa della Madonna della Civita, dove mi compravi ‘u spasso, a vedere la ” balena stracquata” a Frontone, o, anche, a Procida, alla festa della Sagra del Mare dove c’era l’acrobata che camminava sul filo, lassù in alto, Mirna Doris che cantava sul palco e Nino Taranto che si esibiva nelle sue macchiette.
Le mie permanenze a Ponza nella casa dei nonni, ti vedevano come presenza costante durante il giorno, lì, ad accudire i tuoi anziani genitori. E con quale amore te ne prendevi cura! La sera tornavi a casa tua e, quando non c’era zio Pasquale, venivo a dormire con te.
Ma questo non l’hai fatto solo con me: ti piaceva accompagnare a fare e vedere cose belle tutti i nipoti di prima, seconda e terza generazione. Il piccolo Luca, di cinque anni, si è così legato a te che quando ha saputo che non ti avrebbe più rivista ha pianto una giornata intera e si è calmato solo facendo un disegno in cui tu gli camminavi a fianco dandogli la mano. Te lo porterà come ultimo suo pensiero appena verrà a Ponza.

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Te ne sei andata come volevi tu senza dare fastidio a nessuno, lucida e operativa fino all’ultimo momento.
La fede è stata la tua compagna di sempre.
Hai vissuto la vita con gioia ed hai accettato i momenti tristi come volontà di Dio. Dicevi che i disegni di Dio sono imperscrutabili e non è detto che tutto il male viene per nuocere.
E’ per questo che avevi una grande capacità di rielaborare il dolore: dopo le lacrime, ti rimboccavi le maniche per essere operosa.
Hai sempre detto di aver avuto infanzia, adolescenza e giovinezza “bellissime”, vissute con le tue compagne di sempre Bettina, Argìa e Maria ‘i Barbetta, dalle scampagnate, in cui giocavate alle signore, alle recite con le suore. Memorabile quella sulla vita di Sant’Agnese che vide diverse repliche anche alle Forna; e tu, allora avevi 22 anni.

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“Onora il padre e la madre” – ripetevi spesso e l’obbedienza alla mamma era stato il cardine della tua fanciullezza: godevi della fiducia materna perché non ti distaccavi dai comandi ricevuti.
Ti sentivi soddisfatta della tua vita piena, intensa.
Avevi viaggiato e visto tante cose di cui amavi parlare.
Il motore che ti consentiva di mantenerti attiva e aggiornata era la curiosità. Sei sempre stata curiosa e se non capivi qualcosa insistevi per fartela rispiegare. Non ti stancavi mai di chiedere dell’universo, dell’evoluzione umana, di particolari fatti storici, di politica attuale e di tanto altro.
Mai ti ho vista in ozio. Anche quando non vedevi più bene, lavoravi ai ferri e noi nipoti facevamo a gara a portarti gomitoli di lana per farci fare i caldi scialli invernali: forse non sono venuti perfetti perché qualche maglia caduta non riuscivi a riprenderla, ma per noi sono preziosi.
E’ poco dire che ti sei presa cura di tutti noi: col tuo affetto ci hai accompagnati per tutta la vita, coinvolgendo anche nipoti e pronipoti acquisiti.
Quando, presi dalla malinconia ti ascolteremo nelle diverse registrazioni che abbiamo, sarai presente col dono più prezioso che madre natura ti ha dato: la voce.
L’avevi ancora possente e sempre intonata quando, questa estate, hai lasciato meravigliati coloro che erano venuti da fuori proprio per registrare il tuo canto: due ore di canzoni della nostra tradizione religiosa e senza bere un sorso d’acqua.

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Sarai stata contenta di sentire le voci amiche del coro, di cui sempre hai fatto parte, salutarti in chiesa con tanto affetto e cantarti l’arrivederci col quale ogni ponzese vorrebbe essere salutato: l’inno di San Silverio!
Se la comunità con la tua partenza ha perso un punto di riferimento della propria memoria, noi tutti, nipoti e pronipoti, abbiamo perso il punto fermo delle nostre giornate a Ponza: venire a trovarti per fare due chiacchiere e vedere se andava tutto bene.
Adesso non siamo più preoccupati, ma ci manca qualcosa. Ci manchi tu!

 

Nota della Redazione – Una Messa in suffragio di Adele Conte sarà celebrata, nel trigesimo della morte, sabato 18, alle ore 18.