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Cari amici vicini e lontani…. Così è finito anche un altro anno e questo tempo sembra accelerare sempre più la sua corsa, tanto che ‘ieri’ sembra appartenere al passato remoto. In questi giorni sono stati proprio gli amici che si sono resi protagonisti nei miei pensieri. Ho visto numerosi film dedicati all’amicizia che, a volte, per me, è valsa più dell’amore e ho dato spazio alla memoria, rivedendo vecchie fotografie e rileggendo lettere di anni fa scritte da amici. In queste lettere, ho sempre riscontrato quel qualcosa in comune che ci legava: poesia, letteratura, musica cinema e teatro… “…Quando sentivamo l’eco delle grandi trasformazioni del ’68. E ancora: “…Tutto partì da quel film ‘Il posto delle fragole’ di Bergman con il suo tempo, il cambiamento, la paura, la maschera che l’uomo indossa per risolvere le sue crisi… E poi Antonioni, quella nota stonata di De Sica con ‘Il giardino dei Finzi Contini’, la crisi della fede in ‘Luci d’inverno’, il bel Cristo finalmente moro di Pasolini e poi Chaplin e quel paesaggio notturno maleodorante del ‘Il monello’… Insomma, il nostro cineforum. Ne è passato di tempo! Una decina di anni fa, ho provato a ricostruire un gruppo. Eravamo cinque-sei amiche con gli interessi di cui sopra. La domenica pomeriggio, a casa mia, era una festa. Un film o un libro letto diventavano fonte di dialoghi costruttivi e che, insieme a un dolce e a un buon bicchiere di prosecco, ci facevano così bene che il giorno dopo ci ringraziavamo a vicenda per quei pomeriggi amichevoli. Libri, film e teatro, sono rimasti miei compagni di vita. Rileggo vecchi classici e sono capace, quando rimango da sola, di vedere anche quattro film uno dietro l’altro. Prima della fine dell’anno 2019, sono stata a vedere uno spettacolo teatrale al mio paese: l’attrice Iaia Forte ci leggeva Morante. Iaia Forte ha letto La Storia. Non supera L’isola di Arturo, secondo me, che rimane un capolavoro di rara bellezza, ma è una bella storia ambientata nel dopoguerra (della seconda guerra mondiale). Narra la storia di Ida, un’insegnante che tiene nascoste le sue origini ebree per paura dei fascisti. Subirà, durante la sua vita, diverse umiliazioni fra cui lo stupro. Rimarrà incinta e partorirà Useppe. Insieme, madre e figlio vedranno la loro casa bombardata e verranno accolti da una famiglia. Useppe morirà per attacchi di epilessia e Ida impazzirà. Elsa aveva un amico molto importante: Pier Paolo Pasolini. Si dedicarono libri e lettere. Condividevano morale e scelte politiche, si sentivano attratti entrambi dai giovani ragazzi. Amavano il mondo degli emarginati e si opponevano alla borghesia. Da questo romanzo in poi, alla stima reciproca tra i due si contrapposero anche rabbia e biasimi. Si stimolavano e si schermivano a vicenda ma continuavano a creare opere dedicandosele. Non so perché ho voluto scrivere queste riflessioni, ma quando un anno finisce e ne ricomincia uno nuovo, mi vengono sempre in mente gli amici, e nell’anno appena passato tutti quelli menzionati in questo pezzo in qualche modo li ho incontrati. Mi è sembrato giusto parlarvene, cari amici che siete lì a leggere. Credo sia uno dei miei modi per dirvi che vi ho pensato. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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