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Bilanci… Quali?di Francesco De Luca
Enzo Di Fazio, nella sua Epicrisi ultima, caratterizza questo periodo dell’anno solare come ‘tempo di bilanci’. Prendo lo spunto dalla sua osservazione e ne seguo gli sviluppi nel mio pensiero. Bilanci… La parola trasporta un’immagine in un concetto, oppure, che è lo stesso, illustra una riflessione razionale attraverso un’immagine. Quella di una bilancia con due piatti: in uno i pesi e nell’altro l’oggetto. I pesi rappresentano lo sforzo e la valutazione conclusiva da attribuire all’oggetto o al fatto o alla decisione realizzata. I piatti mostrano visivamente quale dei due sale ovvero ha efficacia, valore, profitto, e quale sia stato l’impegno profuso e la fatica. La condizione imprescindibile perché si possa determinare un bilancio è l’essere in vita. Un’altra condizione, subordinata alla prima, è che il bilancio si attui in un settore particolare dell’attività umana. Voler fare quello esaustivo, conclusivo di tutto, spetta alla morte. Enzo probabilmente vuole invitare a dedicare questi giorni di ozio dal lavoro a mettere ordine nella propria coscienza (privata e pubblica; soggettiva e collettiva). E’ un invito saggio giacché soltanto dopo aver visto e soppesato i due piatti della bilancia ci si può lanciare in una nuova impresa. Ma di bilanci si potrebbero riempire pagine e pagine del Sito. I settori della vita sono molti e tutti suscettibili di bilancio. E tutti sarebbe opportuno che passassero sotto la misurazione del ‘ bilancio’. Perché esso porta in evidenza i difetti e le positività, le crepe e le solidità. Va tutto bene? La domanda stessa sottintende una risposta, e non è positiva. E allora? Allora ci si attardi sul ‘bilancio’ così da intravedere una risposta adeguata. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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