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Epicrisi 259. E’ tornata internet, ma sull’isola ancora tante nuvole

di Enzo Di Fazio 

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Se la festa di Santa Lucia si è fatta ricordare per la tempesta che l’ha caratterizzata, l’inizio della settimana che ha anticipato il Natale non è stato da meno.
Ponza è rimasta isolata per assenza di collegamenti per tre giorni consecutivi e Biagio Vitiello con Ponza dimenticata [2] lancia il suo grido d’allarme e la sua accusa nei confronti di un sistema politico che, occupato nei “grandi problemi”, non dedica la giusta attenzione ad una comunità come quella dell’isola nel momento del bisogno.
Ha ragione Biagio. Ponza sembra effettivamente dimenticata… da Dio e dagli uomini avrebbero detto i nostri padri… e da internet aggiungiamo noi oggi visto anche i problemi di connessione con la rete che fino a qualche giorno fa l’hanno ulteriormente isolata. E sappiamo quanto internet contribuisca a ridurre le distanze e ad ampliare le strade della comunicazione.

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Un segnale forte di questo abbandono viene anche dalla circostanza che da circa un mese il faro della Guardia è spento e con esso, da qualche giorno, anche il fanaletto a luce rossa che, incrociandosi con quello del faro della Madonna, segnala il pericolo degli scogli delle Formiche.
Non era mai accaduto, se non in tempo di guerra, ma soprattutto non era mai accaduto per così lungo tempo. E’ vero che una volta c’erano i guardiani a presidiarlo e, se mancava la corrente elettrica, c’era il gruppo elettrogeno e, se non funzionava quest’ultimo, c’era pur sempre il lume a petrolio.
Ma nell’era delle tecnologie avanzate e dell’intelligenza artificiale è incredibile che avvengano cose del genere. Sapere il faro funzionante, nonostante gli acciacchi, ha dato finora sempre significato alla sua esistenza ma saperlo spento è un  po’ come considerarlo definitivamente abbandonato e lasciato al suo destino come un relitto alla deriva.
Dobbiamo rassegnarci o possiamo fare qualcosa? E’ il caso di chiedercelo.

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Inizia così la settimana e a rafforzare quest’idea di isola dimenticata dalle istituzioni ci pensa anche Martina con il suo Natale tra esodo e nuove idee [5].
Non usa mezzi termini Martina nel bacchettare l’amministrazione per i soldi spesi – pare male – per le luminarie e per la scarsa attenzione verso chi sull’isola è rimasto e si è prodigato per dare al Natale il senso della festa e della partecipazione.

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Insomma dai primi scritti trapela la rabbia che mal si concilia con i tempi della festa.

Poi, approssimandosi il giorno della natività, è avvenuto il miracolo: è tornato il sole, il bel tempo. E’ stata come una liberazione e un ritorno alla vita “normale”, al punto da stimolare la nostra Luisa a ricordare, con un suo scritto [7], la ripresa dei collegamenti.

E sono arrivati al sito i contributi di tanti Natali diversi…
Per primo quello di Sandro Vitiello con la bella storia di compare Giannuzzo [8] fatta di migrazione, di separazioni, lontananze e viaggi e di piccole gioie come la condivisione con gli amici, la notte di Natale, di un pezzo di soppressata su un vagone solitario.

Poi ci ha pensato Tonino Esposito [9] a farci gli auguri, con i suoi ricordi legati alla mitica figura del parroco Dies ed ai canti con cui adornava i Natali, fatti di poche luci, pochi festoni e tante emozioni.

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A seguire l’augurio in controtendenza di Domenico [11] con la poesia di Franco Arminio dedicata all’attenzione, come codice di comportamento, fatto di piccoli gesti e di rispetto, di ognuno di noi verso il mondo che ci gira intorno

E ancora il dirompente canto di Natale di Capossela [12] proposto da Sandro Russo, una visionaria ricostruzione dei mali del consumismo.

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E infine Sotto Natale [14]di Franco De Luca, dove il tempo, segnato dall’età, porta a confrontare l’ieri con l’oggi attraverso i cambiamenti nel significato delle feste e nei comportamenti.

C’è un filo che unisce tutti questi scritti, dal racconto di compare Giannuzzo alla poesia di Franco. E’ il valore della festa come calore umano. Dice Domenico “Vorrei che questo Natale ci regali la capacità di essere dono per ciascuno che ci sta accanto…
Questa capacità, presi dalla bramosia dell’avere, distratti dalle tendenze consumistiche con un Natale sempre più identificato nell’albero, negli addobbi e nei regali, la stiamo perdendo ma è anche chiaro che, stando alla nostalgia con cui ne parliamo, sentiamo il bisogno di recuperarla. Se lo facciamo ci sentiamo meglio; perciò dobbiamo impegnarci per farlo.

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Il Natale è passato; ci avviciniamo alla fine dell’anno ed è tempo di bilanci.
Si chiude per Ponza un anno difficile per i danni che ha provocato il cattivo tempo. Penso ad esempio alla tenso-struttura, unico luogo di aggregazione dei giovani di Ponza, distrutta dalla furia del vento.
Ma penso anche ai dissesti idrogeologici che hanno interessato vari punti dell’isola. Sarebbe opportuno che per fine anno la comunità fosse informata dall’Amministrazione dello stato dell’arte riguardante queste problematiche come anche dell’avviamento della pratica di uscita di Zannone dal Parco e del recupero del tunnel romano di Chiaia di luna, per citarne alcune.

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Franco De Luca, dopo gli auguri di Natale, ha inviato un imbarazzante scritto: “La difficile partita [17]”.
Partendo da un’esperienza personale dà un giudizio poco edificante sul modo di amministrare la nostra isola.
Franco pone un problema morale nei rapporti con la comunità che ha il diritto di essere informata e quindi educata, anziché indottrinata.
Essere informati delle scelte amministrative e capirne le decisioni che vengono adottate avvicina la comunità agli amministratori e agevola l’operato di questi ultimi.
Alla luce di queste considerazioni è ancora maggiormente auspicabile una svolta nel comportamento amministrativo attraverso l’attivazione di un processo comunicativo di cui si sente sempre più la mancanza.

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E concludo, a questo punto, con la citazione di alcuni altri articoli di particolare interesse che hanno occupato le pagine della settimana.
Mi riferisco alle tre puntate di Pasqaule Scarpati su Ponzio Pilato [Girovagando per la storia (1) [19], (2) [20] e (3) [21]]. Pasquale  parte dalle precisazioni sui tre nomi che avevano i Romani (praenomen, nomen e cognomen) per arrivare alle argomentazioni sul perché dell’abbinamento del nome del Governatore della Giudea, mai stato a Ponza, al nostro murenaio sacro, argomento sempre stuzzicante per gli storici come per i curiosi.

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C’è poi, l’accattivante articolo di Luciano Bernardo,  che ci racconta ogni tanto dei frutti della sua passione di giovane biologo marino. Questa volta ci parla del  mare d’inverno [23] descrivendoci i reperti spiaggiati in  cui si imbatte percorrendo gli arenili, in altri termini lo stracquo del biologo.

Infine una particolare menzione la merita “Vi presento WALL-E [24]”, il film d’animazione premio Oscar 2009  proposto da Sandro.

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Sandro sintetizza molto bene gli aspetti salienti della pellicola mettendo in evidenza, tra l’altro, la capacità degli autori di trarre l’essenza dell’umanità, i sentimenti, da immagini di mezzi meccanici, per definizione privi di espressione. Al punto da costruire una storia d’amore tra due robot.
Conoscevo il film e l’avevo visto a suo tempo. Confesso d’averlo rivisto, nell’occasione, con immutato interesse ed emozione.
Lo consiglio a chi non lo ha ancora visto e a tutti di rivederlo.
Può servire per perdere un po’ di malumore e sorridere di più alla vita.

Buona fine e buon principio d’anno a tutti.

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