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Preparazione all’Immacolata 2019. Qual candido giglio

di Francesco De Luca

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In chiesa “qual candido giglio sull’esile stelo” mi accoglie l’immagine dell’Immacolata,
“recinta di un velo
ti stacchi dal suol
riveli negli occhi
lo spirito anelo
tu guardi al tuo cielo
e parli d’amor ”
addobbata con mano filiale da Luigi. I cognomi sono inutili. Ormai si è rimasti in pochi a sentire lo “spirito anelo”, ma non c’è dubbio che per loro il culto dell’Immacolata è oramai incarnato.
Il che non li rende bigotti e nemmeno migliori degli altri. Li rende autentici. La loro è una testimonianza. Attestano con la perseveranza e con la determinazione di aver avuto fede, di avere fede.

Cosa è la fede? Propongo una definizione laica. La fede è la testimonianza di un credo. Quale credo? Quello che vede nei simili i propri fratelli, nella fratellanza un fondamento della socialità, nella socialità un compimento dell’umanità, nell’aspirazione al superamento della dimensione terrena il completamento dell’umana condizione.
“Ascendi su in alto”, incita il canto.
E’ difficile assecondare l’invito. Lo cantiamo con gli occhi lucidi perché, nonostante l’aspirazione adolescenziale, non ci siamo allontananti molto dall’orizzonte terreno dei nostri egoismi. Ma vi abbiamo anelato. Questo sì. I nostri lucciconi attestano l’ardore giovanile e la delusione della maturità.
Nel profondo però, il seme della spiritualità ha costruito la sua tana e da lì irradia il suo valore.

Propongo il canto: Qual candido giglio

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