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Una canzone per la domenica (72). Destra sinistra del malinconico signor G

proposta da  Enzo Di Fazio

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Come scriveva Sandro la settimana scorsa, certe canzoni ritornano alla mente perché avviene qualcosa che ne provoca il ricordo: una chiacchierata con un amico, il passaggio di un film, il titolo di un articolo, un sogno, l’incontro con un vecchio amore, la lettura di un libro…
La canzone può toccare i sentimenti del cuore ma anche più genericamente l’animo umano o per meglio dire quella parte sensibile del nostro carattere che ha a che fare con il vivere quotidiano
E’ il caso della canzone che propongo questa domenica.

E’ un po’ che va ri-vivacizzandosi il dibattito politico-sociale su cosa sia la destra e cosa sia la sinistra.
La deriva che ha assunto il linguaggio di una parte della politica attraverso la tolleranza e la mancata condanna, per troppo tempo, di comportamenti antidemocratici, ha prodotto lo sdoganamento di parole violenti, offensive e lesive della dignità della persona al punto di trovarle quotidianamente sui social tra i commenti ad eventi che dovrebbero solo raccogliere condivisione. E il brutto è che, per via di un’indifferenza diffusa, ci si sta quasi facendo l’abitudine: cosa che non dovrebbe accadere mai.
Mi riferisco in particolare alle cose indicibili scritte in occasione dell’istituzione della commissione contro l’odio razziale voluta da Liliana Segre o dell’impegno  di salvare vite umane come si è adoperata a fare Carola Rackete, capitano della Sea-Watch, o dell’iniziativa di Greta Thunberg di sensibilizzare i media, la gente, i potenti del mondo verso i problemi dei cambiamenti climatici.
E come spesso accade in una società, dove il pensiero e la riflessione per fortuna non si fermano mai, la rabbia, l’irritazione, lo sdegno, la presa di distanza da certe posizioni esplodono e vengono fuori quando finalmente si percepisce  che si è superato l’argine della sopportazione. Come stanno facendo, in maniera non violenta, le Sardine.
La loro nascita e l’incredibile crescita non possono non interessare la politica e cercare di capire  cosa sia la destra e cosa sia la sinistra visto che c’è già un gran parlare se collocarle in questa o quell’area.

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Norberto Bobbio diceva che la distinzione tra quelli di destra e quelli di sinistra era nell’atteggiamento nei confronti delle disuguaglianze: chi è di sinistra ritiene che per una buona convivenza sia più importante ciò che accomuna gli individui mentre chi è di destra sottolinea l’importanza delle differenze. Da qui il binomio libertà-uguaglianza.

Secondo l’analisi di Bobbio, ripresa qualche domenica fa da Corrado Augias nella sua rubrica delle lettere, su Repubblica, i due valori libertà uguaglianza sono inversamente proporzionali l’uno all’altro: più sale uno più scende l’altro.
“… La libertà può essere spinta fino all’arbitrio, l’uguaglianza però la limita, per conseguenza va imposta con la forza della legge. Per questo il massimo di libertà è più “istintivo” che scegliere di partecipare a una giusta uguaglianza della società. In questo senso essere di destra è più facile” scriveva Corrado Augias in risposta ad un lettore il 24 novembre.
E ancora, ricordando un saggio di Aldo Schiavone, intitolato Eguaglianza, “serve un cambiamento radicale per ridiscutere i vecchi miti del “sociale” e del “collettivo” nell’attuale travolgente rivoluzione e, ancora una volta, sarà il pensiero della sinistra democratica a doversi far carico di questa ridefinizione – se ne sarà capace“.

Storicamente e teoricamente destra e sinistra sono state sempre distinte in base ad una serie di valori. Ovviamente in senso tendenziale e non assoluto.
Così rispetto alla religione, la destra è caratterizzata da un forte sentimento religioso mentre la sinistra si considera genericamente laica;
rispetto all’economia, secondo la destra è il mercato a decidere la distribuzione delle risorse economiche, mentre la sinistra è favorevole ad un ruolo più rilevante dello Stato;
sotto il profilo sociale, la destra sta generalmente dalla parte degli imprenditori e dei liberi professionisti mentre la sinistra dalla parte degli operai e i lavoratori dipendenti;
nei rapporti tra le persone, la destra è più per la gerarchia e il merito, la sinistra per i rapporti di parità, per la giustizia e per l’uguaglianza;
nell’atteggiamento verso la vita e nei valori personali, la destra si identifica più nella tradizione e nella conservazione, la sinistra più nel progresso e nel cambiamento (cfr. Muovere Le idee).

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Ma possiamo affermare che sia ancora così nell’epoca in cui viviamo?

Sembra proprio di no. E il dibattito attraverso la rubrica delle lettere a Corrado Augias lo dimostra.  Destra e sinistra oggi ormai non si distinguono più in modo netto. Esperienze politiche del tipo movimento 5Stelle e Lega e travasi continui di voti da sinistra verso destra e, anche se più raramente, da destra verso sinistra sono conferma dello stato confusionale che esiste. Un esempio ci viene anche dal microcosmo della nostra isola. Che fine hanno fatto le ideologie? Non lo sappiamo.

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E veniamo alla canzone.

Dove da tempo stavamo andando se n’era già accorto in maniera quasi profetica Giorgio Gaber quando nel 1994 scrisse la canzone che propongo.
Scrive il produttore discografico Roberto Manfredi su Fare Music “Destra sinistra non è solo una canzone apparente satirica, è una fotografia iperrealista dello stato culturale e politico del nostro Paese, che ancora oggi ci rappresenta a 360 gradi. Un testo attualissimo anche se scritto nel 1994, e poi ripubblicato nel 2001. Allora il neo populismo non era ancora nato ma già Gaber aveva previsto la perdita di identità di questi due schieramenti ideologici e la grande confusione politica conseguente.”

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La canzone nel 2001 sarà inserita nell’album La mia generazione ha perso, titolo che non lascia dubbi sulla delusione di Gaber verso la politica e la possibilità di cambiamento che i fervori degli anni ’70 avevano lasciato intravedere e che il conformismo generale e l’ipocrisia avevano annullato. La canzone arriva nell’età della maturazione in cui vengono scritte anche La razza in estinzione e Io non mi sento italiano pubblicata postuma.
Gaber infatti morirà nel 2003 a 64 anni non ancora compiuti dopo una vita in cui era riuscito ad essere un libero pensatore in lotta contro qualsiasi parte politica e un libero uomo nel suo mestiere prediligendo il teatro, il suo teatro-canzone come l’aveva chiamato, alla televisione e ai rigidi contratti delle case discografiche. Una forma d’arte all’epoca completamente nuova che gli consentiva di fondere canzoni e monologhi per raccontare la realtà esprimendosi nella maniera più fedele a sé stessi in una continua tensione tra leggerezza, introspezione, dolorose prese di coscienza e dissacrante ironia.
Scriveva nel 1989: Guardo molto dentro me stesso. Non è rabbia: è autoanalisi. Serve a farmi capire gli altri, ma serve anche a me per resistere all’omologazione imperante.

 

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 Il testo della canzone

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra
È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Fare il bagno nella vasca è di destra
Far la doccia invece è di sinistra
Un pacchetto di Marlboro è di destra
Di contrabbando è di sinistra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Una bella minestrina è di destra
Il minestrone è sempre di sinistra
Tutti i films che fanno oggi son di destra
Se annoiano son di sinistra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Le scarpette da ginnastica o da tennis
Hanno ancora un gusto un po’ di destra
Ma portarle tutte sporche e un po’ slacciate
È da scemi più che di sinistra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

I blue-jeans che sono un segno di sinistra
Con la giacca vanno verso destra
Il concerto nello stadio è di sinistra
I prezzi sono un po’ di destra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

I collant son quasi sempre di sinistra
Il reggicalze è più che mai di destra
La pisciata in compagnia è di sinistra
Il cesso è sempre in fondo a destra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

La piscina bella azzurra e trasparente
È evidente che sia un po’ di destra
Mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
Sono di merda più che sinistra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

L’ideologia, l’ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È la passione, l’ossessione
Della tua diversità
Che al momento dove è andata non si sa
Dove non si sa, dove non si sa.
Io direi che il culatello è di destra
La mortadella è di sinistra
Se la cioccolata svizzera è di destra
La Nutella è ancora di sinistra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Il pensiero liberale è di destra
Ora è buono anche per la sinistra
Non si sa se la fortuna sia di destra
La sfiga è sempre di sinistra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Il saluto vigoroso a pugno chiuso
È un antico gesto di sinistra
Quello un po’ degli anni ’20, un po’ romano
È da stronzi oltre che di destra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

L’ideologia, l’ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È il continuare ad affermare
Un pensiero e il suo perché
Con la scusa di un contrasto che non c’è
Se c’è chissà dov’è, se c’é chissà dov’é.
Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
La mancanza di morale è a destra
Anche il Papa ultimamente
È un po’ a sinistra
È il demonio che ora è andato a destra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

La risposta delle masse è di sinistra
Con un lieve cedimento a destra
Son sicuro che il bastardo è di sinistra
Il figlio di puttana è di destra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Una donna emancipata è di sinistra
Riservata è già un po’ più di destra
Ma un figone resta sempre un’attrazione
Che va bene per sinistra e destra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra
È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra

Basta!

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Appendice serale del 1° dic. (cfr Commento):

File .pdf: Lettere a Augias. Da la Repubblica. Sinistra e destra [7]