Attualità

Nonna Luisa

di Emanuela Siciliani

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Emanuela ci partecipa il ricordo che ha letto in chiesa oggi, ai funerali di nonna Luisa Mazzella.

Lasciare andare nonna Luisa senza parole è impossibile. Difficile farlo ora senza commuoversi, pensando che, finita questa cerimonia, la troveremo in hotel a fare il solitario, e dovremo rispondere alle sue domande sui presenti, per i quali avrà certamente qualcosa da dire…


Non l’ho mai vista piangere, mai vista triste, mai contenta… durante la stagione andava a mille e se la prendeva con:
– le lavoranti che erano mosce (usava altri termini che per rispetto del luogo vi risparmio),
– con i clienti che mangiano troppo:
– Eh ma lei è proprio uno scostumato, sei fette di prosciutto e che diamine..!
O perché sporcano:
– Signora…. con quel passeggino ma non lo vede che mi riga tutto il salone?
Vera maniaca dei suoi pavimenti con la riga bianca.
Ma ce l’aveva pure:
con il figlio, la nuora o i nipoti a fasi alterne, una volta lasciata loro la conduzione dell’hotel, si lamentava col cliente – scelto per il suo sfogo – che restava inchiodato alla sedia fino a quando, con voce vibrante di sdegno e puntando col dito indice il cielo – chiamando a testimone tutti i Santi – diceva:
Io… sono la Fondatrice, questi non sono buoni a niente, dormono in piedi e non come me che… quella volta:
…40 persone… ’na calata, ’na girata, ’na vuttata… – riferendosi all’episodio passato alla storia, in cui aveva servito 40 piatti di spaghetti tutti in una volta, il suo record personale.

Passata la stagione si placava. Trasferendosi a Formia per svernare, trascorreva i pomeriggi con i personaggi di Beautiful che chiamava per nome, come fossero lì, con lei nella stanza, e li consigliava o riempiva di male parole, a seconda del caso.

Restano famosi i suoi viaggi in giro per il mondo, condivisi con tanti qui presenti che ancora sorridono al ricordo: da vera attrice si faceva capire in tutti i continenti, una volta si mise perfino a ballare e cantare con un gruppo di cinesi… – ci raccontavano ieri durante la veglia le sue amiche…

E’ stata pioniera della nascente accoglienza turistica. In un’epoca senza calcolatrici né computer, nei rari momenti di riposo, mandava a memoria le prenotazioni: la numero 2 Rossi due persone; la 9 con letto aggiunto… e il pomeriggio, assopita sul divano, sedeva sul bucato, per non doverlo stirare.

Rimasta sola da giovane, perso il marito nel girone d’inferno della medicina del tempo, si rimbocca le maniche. Combatte, è orgogliosa delle vittorie, minimizza le sconfitte, va avanti senza paura e vuole farcela a tutti i costi.
Da anziana, con quella grinta guerriera, sconfigge un intervento a cuore aperto, i medici e gli infermieri degli Ospedali Riuniti di Bergamo ancora la ricordano:
– Chi? Luisa Mazzella? Quella che ha mandato a quel paese il Primario e comandava le infermiere?
Qualche anno dopo torna in sala operatoria d’urgenza. Salutandola al pronto Soccorso, prima di entrare in sala, la copro con uno scialle che avevo al collo. Mi dico: – Non la rivedrò più.
Ovviamente mi sbagliavo.

Gli ultimi due anni sono stati difficili, la strada per lei si è fatta più ripida e faticosa. Ci ha ancora stupito la sua forza, la capacità di recupero, ma più di tutto ci ha meravigliato scoprire che sotto quella scorza dura, aspra, tagliente, c’era, per noi familiari, un oceano di inaspettata dolcezza.
Cercava gli abbracci, elargiva complimenti, richiedeva la compagnia, lei, che da guerriera aveva sempre marciato da sola, facendosene un vanto.

E’ stata una vera, meravigliosa, scoperta.
E’ stato il suo ultimo dono.

 

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