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Il mare: la sua potenza, la sua prepotenza (e la nostra impotenza)

di Silverio Guarino
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Guardatelo: furioso, infuriato, potente e prepotente. E noi: impotenti.

C’è poco da discutere, quando si dice che “tra il dire e il fare… c’è di mezzo il mare”. E così, ancora una volta, non sono riuscito a raggiungere questo amatissimo e irraggiungibile scoglio materno e paterno, per colpa di questo sacro liquido che ci separa sempre, tra la terraferma e l’isola.

Ancora obblighi e impegni che rendono complicato l’arrivo e il soggiorno sull’isola, quando non puoi non ritornare in continente, perché hai delle incombenze professionali, umane e di lavoro con chi sta in terraferma (i 640 pazienti del Centro Trombosi, il “Certamen” di Latino del Liceo Classico, il Consiglio dell’Ordine dei Medici, le prove con il gruppo rock dei “Dream Cadillac”, le lezioni di pianoforte, la direzione del Laboratorio “Labclinic” di Cisterna, gli incontri con gli ex-oratoriani, le lezioni nei Licei “a curvatura biomedica”…).

Ma finirà, prima o poi, questo legame con la terraferma.
Quando il mare furioso, infuriato, potente e prepotente potrà continuare a scatenare la sua ira senza che si debba pensare al ritorno, perché il “ritorno”, quello tuo sull’isola, c’è stato.
Non troppo tardi, né il contrario, per non morire troppo presto, ma sicuramente “per sempre”.
E da quel momento, sarai tu il “potente”.