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Visioni di Ponza

di Francesco De Luca

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Se uno dei tanti visitatori di Ponza, dopo avervi soggiornato e goduto dell’isola perché venuto con l’intento preciso di trarre conoscenza dalla natura fisica e dalla vicinanza con gli abitanti, se costui, dico, mettesse a frutto il suo soggiorno e lo descrivesse poi in un libro, in un libro di memorie, come descriverebbe noi Ponzesi? E’ una visione quella che propongo e lo faccio deliberatamente, spinto dalla lettura di un libro, scritto nel 1895 da un francese, John Peter, viaggiatore curioso.

John Peter visitò Ponza e scrisse. Cosa? Beh, lo rivelerò dopo aver detto quello che vedrebbe il supposto visitatore di oggi. Vedrebbe una comunità ridotta all’osso nelle sue manifestazioni pubbliche. Uno squallore, a partire da sotto il Municipio e per tutto il percorso della strada provinciale. Esercizi commerciali quasi tutti chiusi, passanti pochi e malandati. Un’emozione negativa forte. Più forte impatto di repulsa avrebbe se andasse a visionare i social network. Critiche cervellotiche, giudizi strambi, annunci roboanti quanto effimeri. Sarebbe priva, questa visione, dell’emozione di come la comunità isolana aggrappi la sua esistenza ad un modo di vita resistente agli abbagli, essenziale e fattivo.

Sentite cosa scrive John Peter a pagg. 29 – 31 nel libro: Alle isole di Ponza: “La vita sociale è per lo più nei caffè… I caffè della gente di mare per me sono i più attraenti. I marinai sono lì, una ventina: le loro facce abbronzate, rudi, mostrano la loro energia, la loro costante lotta contro la difficoltà. Quello che dicono è interessante; quando erano a pescare il corallo sulla costa africana… Il navigare con il mare in tempesta e toccare i principali porti del Mediterraneo… quando erano sulla barca del re… hanno sempre qualcosa da dire”.

Insomma a me sembra che al buon John Peter non sia balzato evidente la vita della comunità, ché non vi è descritta, bensì l’esistenza individuale di pochi abitanti. Già allora la comunità, che pure esisteva, era come nascosta.

Già allora perché anche oggi la comunità non ha voce, e se la fa sentire, non trova orecchie compiacenti. Si preferisce il silenzio. Quello che favorisce la macerazione, la putrefazione.

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Note

– Il libro. John Peter, Alle isole di Ponza, edizione Piccola Biblioteca Ponzese, è in vendita presso “Al Brigantino” di Silverio Mazzella, a Ponza (NdA)

– Un precedente articolo sul libro è stato scritto da Enzo Di Giovanni, il 26 agosto 2017 (leggi qui [2]) (NdR)