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Epicrisi 249. Le foglie cadono, le speranze pure

di Enzo Di Fazio

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Se dovessi dire quale sia stato l’argomento che ha catalizzato l’attenzione dei nostri collaboratori nella settimana appena trascorsa direi senza dubbio l’autunno.
Fin dalla canzone della domenica dedicata ai versi di Jacques Prévert de “Le foglie morte [2]” con la doppia magica interpretazione di Eva Cassidy nella versione intimistica e carezzevole eseguita con la chitarra e in quella orchestrale spettacolare e, oserei dire, nordica, l’autunno ha fatto irruzione sul nostro sito.
La scelta di Franco ha stimolato le ricerche di Silverio Lamonica che ha proposto, passando attraverso i ricordi nostrani della canzone napoletana, la poesia  di Charles Dickens “Foglie d’autunno [3]”, arricchita con una versione “recitata” addirittura dallo stesso Dickens (magia della mutimedialità!).
Di lì a qualche giorno ancora Silverio, infaticabile traduttore, ci propone “Canto d’autunno [4]” di Paul Verlaine.
Comuni ai tre lavori sono, quali elementi distintivi di questa stagione dell’anno, le foglie ingiallite che cadono e che, secondo la sensibilità  di ognuno di noi, possono essere associate al tempo che passa con la vecchiaia che incombe, agli amori perduti, a ciò che svanisce irrimediabilmente come la gioventù ma anche  alla natura che si rigenera attraverso il dono dei frutti.

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Insomma le sensazioni che ne derivano sono fatte di melanconia e di tristezza  che, per la verità, stridono e mal si conciliano con le temperature miti, l’aria gradevole, i colori del mare di questi giorni che, odorando di bel tempo, parlano ancora d’estate.
E questo è un po’ dovunque: in terraferma come sulla nostra isola ove, ad eccezione di un passeggero temporale di qualche giorno fa, il tempo bello sa ancora regalarci splendide giornate con scorci che, grazie ai cellulari di amici, arrivano anche a chi da Ponza sta lontano.

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Ma se non c’è autunno nei colori, nel mare e nel cielo la malinconia di questa stagione è nell’animo umano e nel clima che si respira sull’isola.
Posso dirlo perché ci sono stato nei giorni scorsi. L’immagine dell’isola con tante case e negozi chiusi è quella di un luogo che, anche in presenza di un autunno incredibilmente mite, sta incamminandosi inesorabilmente verso il suo consueto letargo invernale.
A sottolineare questo stato di cose ho visto alcuni smarriti turisti inglesi e tedeschi chiedere di fare una gita in barca e rimanere perplessi di fronte all’impossibilità di andarci.
Ma ancor di più mi ha colpito chi, con disappunto ma rassegnato, lasciando gli uffici comunali, andava commentando per il corso tra sé e sé: “Nun è mai succiess’ – a memoria mia –  ca  ‘ncoppe ‘u Comune nun ce stesse nisciune pe’ mette ‘na firma sott’a  ‘nu certificate”

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Si avverte la brutta sensazione di un vuoto amministrativo. L’isola ha patito nella settimana appena trascorsa l’assenza di una parte dell’amministrazione per il gemellaggio che c’è stato con Santa Teresa di Gallura [10] ma patisce quotidianamente la carenza di personale che inevitabilmente si traduce nella mancanza di risposte e nella inefficienza dei servizi.

Così pare che nessun problema possa trovare soluzione.
Lo percepisci intercettando le lamentele di chi attende da mesi di essere pagato per le prestazioni rese in relazione agli eventi che hanno caratterizzato l’estate del Mare di Circe; lo percepisci guardandoti intorno quando gli occhi incrociano rifiuti ingombranti abbandonati un po’ dappertutto: sugli Scotti vicino casa mia, sulla Via della Madonna in prossimità del cimitero, a Santa Maria o sulla panoramica.

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Le lamentele trovano un muro di gomma e ti ritornano solo giustificazioni del tipo “non ci sono soldi”, “non c’è un’area da destinare ai rifiuti ingombranti”, “manca il personale”, “colpa della burocrazia e delle norme farraginose” ecc. ecc. ecc.; mai un guizzo di un’idea, un’ipotesi di soluzione, un principio di programmazione.

Ad alimentare l’insoddisfazione di questo momento  anche la mancanza di un confronto politico tra amministratori e opposizione sulla vicenda D’Amico il cui fatto di cronaca si è portato dietro tutti i problemi dell’isola, vecchi e nuovi, stimolando una richiesta di incontro con il prefetto e l’inoltro allo stesso di una corposa lettera-denuncia (la stampa della settimana ne ha dato ampia notizia in più di un’occasione: leggi qui [12], qui [13] e qui [14])
Riteniamo (lo speriamo vivamente) che i problemi di cui soffre l’isola siano al vaglio di chi la governa ma cosa si stia facendo non è dato di sapere.  E’ da tempo che lo andiamo chiedendo.

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Come da tempo pone domande, senza avere risposte, anche Biagio Vitiello. Questa volta s’interroga sui criteri seguiti per la composizione della commissione consuntiva per la toponomastica [16]. Sarebbe interessante per tutti conoscerli.

Se approfondiamo un tantino la disamina mancano anche dei piccoli segnali per sensibilizzare la gente. Ad esempio in materia di attenzione verso l’ambiente non sembra che Ponza sia stata interessata dall’iniziativa “Puliamo il mondo [17]”, promossa da Legambiente, che nei giorni scorsi ha visto coinvolti diversi comuni della nostra provincia come Gaeta, Sperlonga, Formia, Fondi ecc. (ce ne ha dato conto la rassegna stampa).
In materia di educazione l’iniziativa IoLeggo perché [18]non ci sfiora nemmeno visto che non riusciamo ad avere ancora una biblioteca pubblica. E di libri da ricevere in donazione ce ne sarebbero. Il primo sono io ad averne tanti da dare.
Insomma abbiamo la sensazione di un’isola decadente e senza speranze quando ci piacerebbe invece, nell’affrontare i problemi, elogiarne gli sforzi tesi a risolverli.

Le foglie d’autunno cadono anche a Ponza, nonostante l’aria mite, il mare piatto, il cielo azzurro, le albe infuocate e i tramonti puliti e sembra che si portino dietro anche le speranze.

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Sempre dando uno sguardo alla rassegna stampa apprendiamo che finalmente l’Ente Parco nazionale del Circeo avrà il suo Presidente nella persona di Antonio Ricciardi [20], ex generale di corpo d’Armata dei carabinieri e capo dei carabinieri Forestali fino alla fine del 2018.
Speriamo che tale nomina possa contribuire a risolvere la dibattuta questione di Zannone e che il contenzioso in atto non pregiudichi la possibilità di utilizzo dei fondi a suo tempo stanziati per alcuni interventi.

Ma non deprimiamoci troppo.  Cerchiamo di pensare in positivo e, prendendo esempio dall’esperienza che ci racconta Rinaldo Fiore [21] , andiamo avanti.

Il sito nella settimana, oltre a stimolare certe riflessioni, ci ha anche regalato alcuni scritti interessanti e piacevoli.
Innanzitutto il bell’articolo di Luciano Bernardo I segreti del polpo [22]. Di questo mollusco appartenete alla classe dei cefalopodi, grazie al prof Adriano Madonna, sapevamo tutto ma sentirlo raccontarsi è stata una bella sorpresa. Una lettura gradevole che conserva la validità scientifica e risulta adatta anche ai bambini.

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Ci sono poi i divertenti articoli proposti da Sandro sulla tecnica di giocare con le parole: i video con cui vengono proposti Il lonfo [22]  e il grammelot [24] sono esilaranti. In particolare quello con la bambina mi ricorda tanto la mia nipotina quando a due anni leggeva le mini favole (quelle con tanti disegni e poche scritte) cercando di replicare a modo suo la lettura che per tante volte le aveva fatto la madre.

E a giocare con le parole e con la loro possibile interpretazione, più intuitiva rispetto al lonfo e al grammelot,  ci ha abituati anche Franco. Questa volta lo fa con Oggi… Ieri.,, [25]
Bella e ricca di foto la storia di Marina, l’americana [26] e del suo legame forte con Ponza nel racconto tradotto da Silverio Lamonica
Un altro articolo interessante è quello sul carcere di Santo Stefano [27] ripreso dal settimanale L’Espresso.
Anche qui dobbiamo fare i conti con soldi stanziati e non spesi, con le maglie della burocrazia e con i paletti di leggi complesse, obsolete e inefficaci. Tutte cose che si scontrano con le buone intenzioni e l’impegno di chi vive e ama queste isole.

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Penso al faro della Guardia e al tempo che passa. Penso a come si sia potuto mettere a bando un bene senza aver prima affrontato e risolto il problema dei divieti di accesso.

Usciremo fuori da questo immobilismo diffuso? Chissà…
La speranza è nelle nuove generazioni che, come la neo dottoressa Fabiana [29] cui vanno le mie congratulazioni, hanno capacità progettuali e conoscenze che noi non abbiamo e che nemmeno immaginiamo.

La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura diceva Einstein.
Perciò non perdiamo tutte le speranze e utilizziamo i tempi morti dell’autunno e dell’inverno per reagire e programmare.