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Amelia Earhart. La passione per il volo e il coraggio nel sostenerla (4)

di Emilio Iodice
(traduzione di Silverio Lamonica)

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Nel 1930 un gruppo di donne, Amelia inclusa, si erano distinte nel volo. Ruth Elder era nota come la Miss America dell’Aviazione. Assieme ad Earhart, fu membro fondatore della Ninety-Nines, un’organizzazione di aviatrici. Nel 1927 tentò di sorvolare l’Atlantico da New York, ma fallì. Si schiantò in mare a meno di 400 miglia dalla costa. Si salvò miracolosamente, grazie ad una nave in transito. Ciò nonostante, Elder stabilì un nuovo record di durata nel sorvolo sul mare. Fu il volo più lungo effettuato da una donna. Lei e la sua co-pilota ebbero una parata in pompa magna.

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Appena Ruth Elder partì da New York, un’altra donna coraggiosa accettò la stessa sfida. Frances Grayson, nipote del Presidente Woodrow Wilson era determinata ad essere la prima donna a volare sulla rotta di Charles Lindberg. Disse: “Darei piuttosto la mia vita per qualcosa di grande e utile, anziché vivere più a lungo e fare di meno”.

Elder e Grayson emersero in un momento unico della storia americana: la febbre dell’aria. Nell’estate del 1927 i giornali di tutto il paese erano pieni delle storie di voli audaci. E le emittenti radiofoniche seguivano l’appena consacrato eroe americano Charles Lindberg, dovunque volasse con lo Spirit of St Louis in un tour di promozione attraverso l’America.
Ora, inverosimilmente, vennero due eroine – Elder e Grayson – a sgomitare a modo loro nel dibattito nazionale. I cronisti amavano scrivere continuamente in merito ai loro piani. Inoltre si divertivano a sminuire ogni loro possibilità. Definirono Grayson “ La matrona volante” e dubitavano che Elder avesse trasvolato l’Atlantico davvero.

L’aeroplano di Grayson partì dal Campo Curtis in Long Island diretto ad Harbor Grace (Terranova, Canada – NdT) nella serata del 23 dicembre 1927. Dopo diverse ore di volo trasmise via radio che qualcosa non andava. Una tempesta con forti venti inghiottirono l’aeromobile nell’oscurità. L’aereo sparì. Precipitò al largo della costa del Canada e non fu mai trovato. Frances Grayson aveva 35 anni, fu una tra le eroiche pioniere dell’aviazione. Come Grayson, molte donne si prepararono ad assumersi rischi enormi, per ottenere il riconoscimento del diritto della donna a volare.

Una di loro fu Elenor Smith

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Elinor Smith fu la prima donna ad apparire sulle scatole di cereali Wheaties. La pubblicità diceva: “La colazione dei campioni”

Smith lottò per superare le barriere dell’ineguaglianza che le donne affrontarono nel corso della maggior parte del secolo ventesimo. L’apparizione della sua immagine sul retro delle scatole di cereali Wheaties, mise in risalto tale questione. Sarebbero trascorsi altri cinquant’anni prima che l’immagine di una donna apparisse su un frontale (di qualche contenitore – NdT). Il volo, in particolare, era uno sport per uomini, mentre alle donne venivano concesse poche opportunità di mostrare la loro abilità.

Elinor nacque a New York nel 1911. Aveva sei anni quando volò per la prima volta. Conservò per sempre quell’emozione sensazionale. “Potevo vedere l’Oceano Atlantico dall’alto, potevo vedere i campi, potevo vedere perfino [Long Island] Sound – ricordava – E le nuvole, in quel giorno particolare, si squarciarono svelando questi fasci di luce diretti verso il basso ad illuminare l’intero paesaggio, nelle varie gradazioni di verde e giallo.”
La giovane Elinor ne fu attratta. Da quel momento in poi non desiderava fare altro, se non volare.

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A partire dai 12 anni, Smith poteva guidare un aeroplano svolgendo le varie mansioni, tranne il decollo e l’atterraggio. A 15 anni fece tutte le manovre da sola. Tre mesi dopo stabilì il suo record di altitudine, primo di una lunga serie – un record di altitudine non ufficiale, per aerei leggeri da donne, di 11.889 piedi in un aereo Waco 9. L’anno dopo, nel 1928, ricevette l’attestato di pilota, diventando così – all’età di 16 anni – la più giovane pilota a ricevere un brevetto dall’Amministrazione Federale dell’Aviazione. Firmò il documento Orville Wright.

Il mese dopo che le fu consegnato il brevetto, Elinor decise di fare qualcosa tanto audace da meritare i titoli (dei giornali NdT.) di tutto il mondo. Era verso la fine del 1928. Elinor trascorse molto tempo al Campo d’Aviazione Curtiss a Long Island. Era circondata da piloti maschi che la ridicolizzavano. Uno di loro dichiarò che fallì nel tentativo di volare sotto un ponte e sfidò Elinor a provarci. L’aviatrice diciassettenne sostenne la prova in un modo tale da cambiare la storia.

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Riproduzione artistica del volo di Smith sotto il ponte di New York City

Era il mattino del 21 ottobre 1928; il sole sorgeva luminoso sulla Grande Mela. Le condizioni meteorologiche erano perfette per volare. C’era poco vento e buona visibilità. Lei preparò il suo piano di volo dal suo campo di aviazione a Long Island, in direzione dell’East River di New York. Elinor rimase delusa che nessun cronista o pilota, a conoscenza della sua avventura, fosse lì a vederla partire. – Quando si sedette nella cabina di pilotaggio, accingendosi alle prime operazioni per il volo, qualcuno le diede un colpetto sulla spalla; nel girarsi… “Mi trovai fissando il bel viso dell’eroe mondiale Charles Lindberg” – avrebbe raccontato più tardi.
Lindberg le rivolse un bel sorriso e disse: “Buona fortuna, ragazza. Nelle virate, tieni il naso all’ingiù. Il sostegno e l’incoraggiamento [sic] di Lindberg era proprio ciò che le occorreva> ( Doyle) durante la loro vita. Earhart era timida, ma costretta ad assumere un ruolo più determinato

Il Wall Street Journal riportò che il suo piccolo aereo schivava le navi, volando sotto i ponti di Queensboro, Williamsburg e Manhattan e concludendo le sue audaci manovre. Il New York Daily News del 22 ottobre 1928, che pubblicò l’evento in prima pagina con foto, riferì: “Elinor Smith, aviatrice diciassettenne di Freeport, ieri pomeriggio, con nonchalance, si è abbassata sotto i quattro ponti dell’ East River in un biplano Waco ed ha riferito che è stata una facile acrobazia… ‘Ho dovuto schivare un paio di navi in prossimità dei ponti, ma c’era molto spazio’ – ha detto l’aviatrice della scuola superiore.
In un istante Elinor divenne una celebrità, nota come la Flapper Volante

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Il  Sindaco di New York, Jimmy Walker, 1928 circa

Il sindaco di New York, il “Gentiluomo” Jimmy Walker, intercedette con successo presso il Dipartimento Statunitense del Commercio, evitando alla Smith la sospensione del brevetto di pilota.

Non trascorse un anno dal suo volo sbalorditivo sotto i ponti di New York, che Elinor stabilì un record femminile di volo in solitaria, della durata di 13 ore e mezza. Nell’aprile del 1929 superò il proprio record stando in aria per 26 ore.

Sei mesi dopo, registrò al cronometro oltre 42 ore e fece anche un sensazionale rifornimento in volo. Nel medesimo anno, stabilì il record mondiale femminile di velocità di 190.8 miglia orarie. L’anno dopo, Smith infranse il record di altitudine, raggiungendo la quota di 27.419 (piedi – NdT). Aveva 18 anni.

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Elinor Smith ed un’altra aviatrice durante un rifornimento in volo. 1930

La fama e la fortuna di Smith, quale icona dell’aviazione, scrittrice e consulente aeronautico, proseguirono. Ella lottò per i diritti delle donne e nel 1981 fu insediata quale pioniere dell’Aviazione di fama internazionale. Nell’aprile 2001, all’età di 89 anni, effettuò un volo sperimentale con un C33 Raytheon AGATE, Beech Bonanza, nella Base dell’Aeronautica Militare di Langley, in Virginia. L’anno prima, nel marzo 2000, con un equipaggio totalmente femminile, pilotò un simulatore di movimento verticale dello Shuttle spaziale della NASA, diventando la pilota più anziana ad effettuare un atterraggio simulato con una navetta spaziale.

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Elinor Smith alla radio NBC

1928. Elezioni presidenziali degli Stati Uniti

Le elezioni presidenziali del 1928 fu vista come un’opportunità, per le donne, di sollecitare una legislazione che concedesse loro i diritti che meritavano. Il candidato repubblicano Herbert Hoover promise di approvare un emendamento della Costituzione Americana sulla parità dei diritti (ERA). E la stessa Earhart in persona, fece pressione sul Presidente dopo che assunse la carica, rendendo forse il caso il più plausibile di tutti. “In pratica, conosco per esperienza – disse la Hearhart – le discriminazioni che affrontano le donne quando vendono assunte in un’occupazione dove gli uomini hanno la priorità nelle opportunità, avanzamenti e tutele”.

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Amelia Earhart nel 1926. Dall’Enciclopedia Britannica

La legge non passò, né con Hoover, né con Franklyn Roosevelt che sarebbe venuto dopo o con altri presidenti futuri. Fino agli anni ’70 gli uomini respingevano ancora la richiesta delle donne per la parità dei diritti. Un critico la definì “una proposta insensata”. Egli notò: “Dopotutto, le donne non hanno bisogno di una speciale protezione”(Doyle) [l’ERA è stata finalmente approvata ed annunciata in un Documento Congressuale il 12 settembre 2018, novant’anni dopo le pressioni di Amelia Earhart].

Nonostante l’emendamento fallito sulla parità dei diritti alle donne, Amelia non si scoraggiò. Il suo obiettivo era: raggiungere l’eguaglianza nei cieli. Le donne pilota continuarono a mettersi alla prova negli anni ’20 e ’30. Volevano competere con gli uomini da pari a pari. Lottarono per essere incluse nelle gare aeree nazionali e crearono un proprio derby aereo transcontinentale, da Cleveland a Santa Monica, California. Gli organizzatori delle competizioni furono d’accordo a farle gareggiare, ma alle loro condizioni. Secondo le regole proposte, ogni donna doveva essere affiancata da un uomo. A loro non sarebbe stato concesso il permesso di sorvolare le Montagne Rocciose: – “Sarebbe stato un compito troppo arduo per le donne” – disse un organizzatore di gara, suggerendo loro di volare a Cleveland dal Nebraska o dal Minnesota (Doyle).

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Molte donne parteciparono al Derby Aereo Santa Monica – Cleveland; 1929 

Le aviatrici più importanti d’America decisero di boicottare le gare a meno che non fossero cambiate le norme, permettendo alle donne di competere a parità di condizioni. Gli uomini si resero conto che le gare avrebbero avuto poco significato e praticamente nessun appeal senza la partecipazione delle più grandi aviatrici. Gli organizzatori eliminarono quelle regole sciocche.
Alle donne fu concesso di volare nel primo Derby Aereo Nazionale Femminile.
Earhart e le altri aviatrici insistettero che le concorrenti fossero nelle migliori condizioni dal momento che il paese e il mondo le stavano osservando. Nel corso della gara una donna ebbe un incidente e morì. Seguì una valanga di critiche da parte degli uomini e dei media. Nonostante la condanna della società e della stampa, Earhart e le altre aviatrici continuarono a perseguire i loro obiettivi.
Nell’agosto del 1929, 20.000 spettatori si recarono al derby che rese famose molte aviatrici. Negli anni a seguire, le donne pilota entrarono direttamente in competizione con gli uomini nelle gare di velocità e nelle sfide su lunghe distanze, ivi incluse quelle attraverso il continente americano e l’Atlantico.

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Documentario commemorativo del primo derby aereo femminile nazionale

  Il matrimonio con George Putnam

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Amelia si affezionò a George Putnam, divorziato, e se ne innamorò. Egli si dichiarò a lei più volte che alla fine accettò; ad Amelia faceva paura più il matrimonio che il volo. Sua madre ne soffrì notevolmente. Earhart aveva il terrore di affrontare lo stesso destino (della madre – NdT). Il 7 febbraio 1931 la coppia si sposò con una semplice cerimonia. Amelia indossava uno dei suoi abiti marroni casual con poco trucco. I capelli biondo scuro, spazzati dal vento, erano arruffati e aggrovigliati come al solito.

Il mattino del loro matrimonio, in preda al terrore, Amelia presentò a George una lettera che lesse in parte: “Devi sapere, di nuovo, la mia riluttanza al matrimonio, la mia sensazione che, in tal modo, io possa mandare in frantumi il mio lavoro, il quale per me significa molto… Circa la nostra vita insieme… Non ti imporrò alcun codice medievale di fedeltà nei miei confronti… Né similmente io mi considererò legata a te…
Per favore, non interferiamo con il lavoro o col divertimento degli altri, né dobbiamo permettere che il mondo venga a conoscenza delle nostre gioie o dissapori. In questa relazione dovrei avere la possibilità di mantenere un posto dove io, di tanto in tanto, possa essere me stessa, poiché non posso garantire di sopportare, in ogni momento, il confinamento in una gabbia, sia pure attraente” (Karbo).

Georg Putnam amò sua moglie e rispettò i suoi desideri in merito alla libertà, alla riservatezza e all’indipendenza. Putnam disse che leggeva di frequente la lettera di Amelia e lo rivelò dopo la sua scomparsa. Disse che era un esempio della sua “galante interiorità”.
Earhart decise che era giunto il momento per realizzare i propri record di volo.
Nel 1932 si impegnò in un grande progetto: avrebbe sorvolato l’Atlantico.

[Amelia Earhart (4)Continua]