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Lo stracquo è protagonista dei primi giorni di settembre a Ponza.
Gli artisti arrivano, la barca li aspetta abbascio Mamozio. Monia Sciarra assume le funzioni di capitano e li conduce al Bagnovecchio a fare lo stracquo.
Il pomeriggio, dalle diciotto fino a sera inoltrata, in piazza, ci si mette all’opera con il materiale recuperato.
Lee Hyun Sook e Michelino Iorizzo sono alle prese con un oblò arrugginito e una tavola di legno recuperata dal San Domenico, un gozzo naufragato al Bagnovecchio.
Diventerà una vergine. Lee, coreana, spiega che dalle sue parti bisogna sacrificare una vergine per calmare il mare in burrasca.
Stefania Fantone maneggia palette di fichidindia lavorate dal mare, tele e vernice spray. Ne ricaverà un dipinto a tecnica mista.
Per il momento sono ancora la base arrugginita di una carriola e pezzi di legno, ma nelle mani di Borghini diventeranno una figura d’uomo.
La vita del pescatore forse migliorerebbe con una comoda seduta. Francesco Colozzo si mette all’opera: bastano una tavola di compensato marino, un sellino di bici e un’esca artificiale.
Sherena Lunata è un omaggio a Ponza e al cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna; lo realizza Laura Cristin con un parabordi e uno zaino da riempire con gli oggetti di viaggio: biglietti, bottiglie di plastica…
Giampiero Fantigrossi ha lavorato una grossa radice con parti bruciate.
Ritorno dalla campagna è l’omaggio all’apertura della stagione di caccia realizzato da Publia Cruciani con: una cartuccia, una pinna, un pezzo di cassetta di polistirolo, un pezzo di poliuretano espanso proveniente da una barca, fili di reti da pesca a rappresentare una fluente chioma, rondelle.
Il pubblico osserva, fa domande. Ponza è la capitale dello Stracquo, l’operatore Giuseppe riprende, il fotografo Rino scatta foto su foto. Il primo cittadino non può stare a guardare; promette che parteciperà allo stracquo ma non vuole rivelare come, dove e quando.
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