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Propositi nel… nulla. Le leve del comando (2)

di Pasquale Scarpati
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Per la prima parte, leggi qui [2]

Peppe pare assorto nei suoi pensieri. – Che pensi? – chiede l’amico al suo fianco.
Bisognerebbe fare come quando vi era la dispensa per far sposare due parenti stretti. Se mettessimo a pagamento le zone proibite?
A tal proposito il buontempone del gruppo dice: – È giusto così, poiché non si fa altro che parlare dei cambiamenti climatici – prosegue – Quando Giancos e la Padura saranno allagati dal mare per effetto del suo innalzamento e l’Isola sarà spaccata in due, queste palme la renderanno simile alle Maldive o alle altre isole tropicali (si asserisce che il nostro clima diverrà simile a quello) – Così al posto delle grotte divenute abitazioni e al posto di ogni altro manufatto, costruiremo capanne con le frasche.
Al che “il ragioniere”, quello che è molto pratico e bada al soldino subito aggiunge, sfregandosi le mani: – Non si pagheranno più né IMU, né TARI o saranno molto ridotte! – ma, pensoso, subito precisa – Avremo, però, due amministrazioni che, come si usa da queste parti, si daranno battaglia sul mare e per il mare, per cui ci toccherà sborsare più soldi di prima.
Vuoi dire ci sarà una… battaglia navale, come facevamo da ragazzini a scuola in assenza degli insegnanti? – chiede preoccupato chi gli siede al fianco.
– Giua’ – dice un altro – ma quant’ anni vuo’ campa’ pe’ vede’ tutt’ ’sti cose?
Al che quello si rasserena pensando che il suo gruzzoletto non sarebbe stato intaccato vita natural durante: per lui era meglio morire prima!

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Dopo questa piccola digressione, il “narratore” riprende a riferire quel che ha udito:
– Renderemo l’Isola “lunare”, lucente non per il chiarore di Selene ma perché ogni giorno passeranno, per ogni dove, i camion che puliscono le strade ed i proprietari saranno obbligati ad ammaestrare i cani a fare i loro bisogni nel vasino.
– No – dice l’opposizione – i proprietari dovranno ammaestrare i cani a fare i bisogni a comando ed il vasino deve pagare una tassa di stazionamento in base alla grandezza. Anzi bisogna controllare se questi animali siano residenti o meno, altrimenti devono pagare, anche loro, la… tassa di sbarco, più onerosa di quella degli uomini perché hanno… quattro zampe – e continuando: – L’odore della macchia mediterranea, brutto odore di selvatico, dovrà essere bandito. Al suo posto il naso dovrà essere inebriato da profumi orientali come quelli che si usano in molte abitazioni;
– No -, dice l’opposizione – meglio profumi balsamici perché rinfrescano; istituiremo, poi, corsi di yoga che rigenera lo spirito;
– No –, dice la controparte -, meglio corsi di kung-fu perché l’arte marziale mantiene i muscoli attivi.
– Costringeremo gli abitanti a non usare più vecchi tricicli o auto sgangherate, dalle portiere arrugginite a causa della salsedine, ma tutto deve essere nuovo. Anzi dovranno circolare soltanto auto di lusso, possibilmente decappottabili ed elettriche;
– No – dice l’opposizione -, adottiamo i risciò a motore, anzi no soltanto quelli a mano. Per risparmiare li faremo arrivare dalla Cina, ma soltanto quelli dismessi. Bandiremo i motorini perché rumorosi e nauseabondi specialmente quando bruciano olio.
– No, è meglio una lunga pista ciclabile che faccia il periplo dell’Isola. Sul mare niente vecchie zaccalene adattate al trasporto passeggeri, che fanno fracasso e solcano il mare come l’aratro solca la terra. Esse provocano onde su onde che sbattono di continuo contro la fragile roccia facendola crollare. Bisogna adottare, invece, motoscafi luminosi con sedili imbottiti che sfiorano la superficie del sul mare.
– No
– dice l’opposizione -, bisogna che chi vuole portare in giro i turisti lo faccia soltanto con il catamarano.
– Se a bordo si vogliono offrire gli spaghetti, questi devono essere serviti in piatti di porcellana ed il vino (rigorosamente locale) deve essere versato in calici di cristallo (niente plastica).
– No – dice l’opposizione -, proibiamo del tutto la cottura della pasta, meglio il riso perché fa bene all’intestino. Ma anche in questo caso si ipotizza una terza via: niente cibi. E’ pericoloso: qualcuno sballottato da un’onda di traverso potrebbe affogarsi!
Per dare maggiore visibilità costruiremo due bei grattacieli: uno a Sant’Antonio ed uno sul campo inglese. Ma l’opposizione, che fa opposizione, dice che è meglio a Giancos e sulla punta Papa”…

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A questo punto un’altra persona del gruppo prende la parola e racconta ciò che accadde quando si affrontò il grave problema di quelli che abitano un po’ di qua ed un po’ di là: i cosiddetti “senza fissa dimora”.
Per ovviare allo spopolamento invernale e per i residenti ghost (che, proprio perché ghost (fantasmi), non si vedono e soprattutto non si ammalano nell’isola così da poterla definire “l’isola della salute”, in relazione ai residenti effettivi ed alla popolazione che sta, invece, sulla carta), qualcuno ebbe un’idea a dir poco geniale: – Per dare visibilità ai residenti sia effettivi che ghost – suggerì – le finestre dovranno avere le imposte sempre aperte e là dove non abita nessuno si devono mettere dei bei manichini vicino alle finestre, ma… – aggiunse -: a destra.
No – disse la controparte – a sinistra; “
E no! – insiste’ un altro ancora – al…centro.
Ci fu una gran zuffa. Qualcuno di quelli che volevano i manichini a destra, si convinse e passò con quelli che li volevano a sinistra e così quelli della sinistra passarono a destra; quelli che li volevano al centro si sparpagliarono: chi di qua e chi di là. Ma nello stesso tempo accadde che qualcun altro che prima era per la destra o per la sinistra passò al centro. Una gran confusione ponzese!

Commenta Ciccillo: – Ognuno tira l’acqua al suo mulino.
– Ma qua mulini non ce ne sono – ribatte stizzito uno del gruppo.
O doce o salata, sempe d’acqua se parla – ribadì seccato Ciccillo – anzi dirò di più… Qui c’è un’acqua un po’ speciale: se fai un buco in mezzo, ci rimane!
Tutti si guardarono come per dire: – Chist’ è scem’!
– A meno che non si parla di mulini a vento – intervenne un altro ancora, per stemperare la tensione. Ma ciò suscitò, invece, le ire di tutti. Si accese, infatti, una violenta discussione da giungere quasi alle mani.
Rimasi stupito per la grande animosità di quest’ultimo alterco. Veruccio sussurrò: Don Chisciotte! – al che io subito ricordai quando mamma diceva: – Si parla, spesso, a peret’ ’e ciuccie.

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Dopo che le acque si furono alquanto calmate, quello che aveva iniziato il racconto dei ghost prosegue: – A questo punto quello che sembra più saggio interviene e chiede: – Scusate ma a destra o a sinistra di chi guarda dalla strada o di chi sta alle spalle?
E qui un’altra discussione e parapiglia.
– Tagliamo la testa al toro – disse una persona – questo problema si risolve solo mettendoli tutti al centro.
Ma il solito saggio intervenne di nuovo: – Non va bene perché la maniglia della finestra o del balcone non dà loro molta visibilità dalla strada! Non si capisce chi sono.
E giù un’altra discussione senza approdare (sic!) a nulla.
Ma quando sembra che le “acque” si siano calmate, ecco che prende la parola “il ragioniere”, quello che ci tiene al soldino: – A me non interessa dove siano messi i manichini; al loro posto propongo di mettere delle sagome di cartone! Perché costano di meno.
Poiché si parla di soldini e soprattutto perché ognuno può dipingerle con il colore che vuole (più chiaro o più scuro, più scadente o di prima scelta), questa proposta passa ma solo con i voti della maggioranza perché la minoranza li vorrebbe di legno, anche se scadente e tutti di colore giallo, come quando fioriscono i vastaccietti e l’Isola non si è ancora svegliata del tutto dal torpore invernale…: – Almeno – così dicono – sembra già popolata!

Ma non tutto è divergente. Come “l’insensata” proposta di Caio Gracco, che avrebbe voluto estendere la cittadinanza romana a tutti gli Italici che avevano contribuito con i loro antenati e contribuivano, ancora egregiamente, all’espansione di Roma nel Mediterraneo, sortì l’effetto di riavvicinare patrizi e plebei che in quel momento si combattevano ferocemente, così la materializzazione di alcune persone e la dematerializzazione di altre che, nel loro tempo, si sono materializzate sull’Isola, trova e troverà d’accordo sia la maggioranza che l’opposizione. A questo punto tacque.
Tutti si alzarono, si abbracciarono ma poi ognuno prese la propria strada, cercando di andare da soli perché – Avevano bisogno di riflettere – come disse Veruccio con un sorriso ironico.

Non mi mossi e lui rimase con me. Anch’io avrei voluto soffermarmi nel silenzio: gustare il paesaggio, respirare a pieni polmoni l’aria natìa, annusare i suoi profumi di selvatico ma soprattutto riflettere un pochino.
Ma lui, purtroppo per me, è un gran chiacchierone: difficilmente riesce a star zitto.

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