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Museo, si salvi chi può

di Rita Bosso
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Vorrei esporre qualche considerazione sul tema museo.
– Non è il momento, di museo si può parlare solo in campagna elettorale, allorché qualcosa bisogna pur dire e su altri temi è meglio tacere. Col museo si va sul sicuro, non si rischia di passare per verde, per rosso, per nero; è un tema abbastanza incolore – mi interrompe Martina.
– Stévem’ scàrz’. S’è scetata ’n’ata soprintendente a tiémpe piérz’, ’n’ata curatrice per mancanza di indizi – mugugna Sang’ dagli anfratti dello Scoglio Rosso.
– Mi dispiace, non puoi parlarne, ho appena stilato la lista dei requisiti che deve avere il curatore e tu non ce li hai – mi zittisce Sandrinorusso.
– E quali sarebbero i requisiti, giusto per sapere?
– Non ce li hai a prescindere. Ad esempio, dovresti aver maturato esperienze in tema di mostre museali.
– A dire il vero, Silverio Lamonica ha tenuto in esposizione i miei pannelli sul confino. Io non ero d’accordo, tuttavia i pannelli sono stati esposti. Diciamo che ho maturato un’esperienza “mio malgrado”, in contumacia. E, a proposito, trovo ingenerosi e incomprensibili gli attacchi a Lamonica degli ultimi giorni. E, a proposito ancora, Sandri’, io non voglio curare un bel niente… vado trovando chi mi cura a me…
– Se proprio vuoi parlare di museo, ricordati che a suo tempo io sono stata l’unica a chiedere a Lamonica di invitare tutte le associazioni all’incontro con Padiglione. Non mi sono limitata a lamentare l’esclusione di Calafelci, ma ho criticato il metodo – blatera Monia.
– No guarda, sul museo è meglie ca te stai zitte! Già hai detto troppe scemenze sulle cisterne romane, ai tempi in cui cercammo di toglierle alla pro-loco – mi assale il cognato di Giggino.
– La storia la scrivono i vincitori, e mo’ cumannamm’ nuie – gli dà manforte il figlio.

Amici cari, vi vedo un poco nervosetti, l’argomento museo all’ordine del giorno al prossimo consiglio comunale fa questi effetti? Comunque, mettetevi una paglietta in testa come saggiamente consiglia zi’ ’Ntunino, pigliatevi una camomilla e, se non avete niente da fare, statemi a sentire.

Vorrei esporre qualche considerazione sul tema museo, e precisamente piccolo museo, ed esattamente piccolo grande museo collocato su un’isola.
I due che conosco meglio sono quello di Ventotene e quello di Ischia; li visito abbastanza di frequente e, nonostante ciò, ogni volta li riscopro.

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Il museo archeologico di Ventotene

A Ventotene sono tornata un paio di settimane fa; ero con amici norvegesi, ho proposto la visita del museo archeologico con timidezza, invitandoli a non fare paragoni con i loro musei, straordinari e quasi tutti gratuiti; i miei amici sono usciti dal piccolo scrigno di piazza Castello deliziati e con una mappa gigante dell’isola in omaggio.

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Il museo della Migrazione e Osservatorio Ornitologico di Ventotene

Al museo archeologico di Lacco Ameno ho accompagnato ieri due amiche in vacanza; credo di conoscerlo abbastanza bene, ma ogni volta mi stupisce. Ieri lo ha fatto con un breve video di presentazione proiettato sulle tre pareti: sintetico, avvolgente, rigoroso.

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L’ingresso del museo di Lacco Ameno, a Villa Arbusto

Il museo gode di una collocazione privilegiata, Villa Arbusto, situata al centro del paese: si osservano i reperti nelle vetrinette e, dalle finestre, si toccano con mano i siti da cui sono stati scavati, l’acropoli e la necropoli della colonia greca Pithekoussai, distanti poche decine di metri.
Villa Arbusto è circondata da terrazze, giardini e viali; è dotata di una dependance in cui si tengono esposizioni temporanee: adesso c’è la splendida mostra fotografica “Novecento a Ischia” curata dal giornalista-editore Benedetto Valentino.

Villa Arbusto è uno spazio polifunzionale a servizio del paese: sulle sue terrazze si passeggia ammirando il panorama, si fa Tai Chi Chuan, si festeggiano gli alunni neodiplomati, si ascoltano musicisti in erba al loro primo saggio e pianisti di fama internazionale, si assiste a rappresentazioni teatrali, a concerti di grandi artisti e alle presentazioni di libri di scribacchini sconosciuti come la sottoscritta.
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 Uno dei salone di museo

Lacco Ameno è giustamente orgogliosa del suo museo, le cui sale non sono mai deserte.
Allo stesso tempo ha bisogno di uno spazio in cui si svolga la vita culturale e sociale della cittadinanza, negli ultimi anni contrassegnata da eventi di altissimo livello grazie all’azione di una brillante e capace assessore alla cultura; per dire, poche settimane fa ha portato il corpo di ballo del San Carlo a danzare in piazza.
Ecco, è di queste piccole, preziose realtà che volevo parlare.
Magari per ricordare che esistono musei a cielo aperto che nessuno si sogna di individuare né di valorizzare perché non creano poltrone, non appagano vanità.
Magari per suggerire di illustrare progetti, idee (se ce ne sono).

 

N.B. – I dialoghi sono inventati. Martina, Sandrino, Monia sono persone di spirito; Giggino e famiglia, non so…