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Una canzone per la domenica (54). Omaggio a Battisti e all’Equipe 84: in Concerto

proposta da Sandro Russo

Strana la costruzione di questo pezzo per la canzone della domenica; un esempio di come a volte la scrittura procede per conto suo. Si parte da un’idea e si approda ad un’altra, in cui l’intuizione iniziale si è evoluta; ne contiene ancora il germe, ma per gradi, per progressivi spostamenti di senso, il risultato è tutt’altra cosa.

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Volevo parlare di Lucio Battisti, un autore importante per la mia generazione. Erano (anche) le sue canzoni che cantavamo in gruppo, la sera, nelle lunghe estati della mia adolescenza–prima giovinezza a Ponza; anni ’60 -’70, quando tutti avevamo imparato a strimpellare la chitarra e quando si stava insieme si cantava piuttosto che sballarsi. O fare bravate.
Battisti. Anche motivo di divisione tra noi giovani di quegli anni; era infatti ritenuto – a torto o a ragione – un po’ di ‘destra’, per fighetti figli di papà; certo non lo si sentiva nei gruppi più politicizzati, quelli – per capirci – dove si cantava Contessa di Paolo Pietrangeli.

Ma nelle calde estati di Ponza, sopra al Lanternino o sotto le tamerici di Sant’Antonio, questi atteggiamenti da “duri e puri” un po’ si annacquavano: si sarebbe rimesso l’abito dell’impegno politico all’inverno successivo, ciascuno nella sua residenza invernale. Quindi benvenuto anche Battisti! [su di lui una dettagliata scheda su Wikipedia [2] e sul sito un articolo di Stefano Testa [3] cui noi abbiamo solo aggiunto una canzone].

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Nel nostro gruppo andavano molto di più le canzoni dell’Equipe 84, di cui conoscevamo tutti i componenti – Maurizio Vandelli (voce, chitarra), Victor Sogliani (basso), Franco Ceccarelli (chitarra), Alfio Cantarella (batteria) – salvo poi scoprire che la loro mitica Nel cuore, nell’anima (come anche l’altra, 29 settembre) era proprio di Battisti-Mogol.

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Lucio Battisti brinda con l’Equipe 84, che festeggia il suo settimo compleanno (7 dic. 1969)

Ma le sorprese – della memoria, della scrittura e del web – non sono finite! Andando a cercare un video da YouTube di quest’ultima canzone da allegare al pezzo, mi imbatto in questa versione, in cui per le immagini viene utilizzata genialmente un’intera sequenza di un film molto amato: Il concerto (Le concert), un film del 2009 diretto da Radu Mihăileanu, regista rumeno-francese, ambientato fra Mosca e Parigi, con una intensa Melanie Laurent.

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Ci sono cose importanti non dette, tra il direttore e la violinista, un grave segreto del passato che la musica (il Concerto per violino e orchestra di Pëtr Il’ič Čajkovskij, nel film) fa riaffiorare spontaneamente, senza che ci sia bisogno di parole per spiegare quel che è accaduto.

Se oltre a rievocare dei particolari della nostra formazione musicale in quegli anni di gioventù, avrò anche convinto qualcuno a vedere (o rivedere) il film, potrò ritenermi soddisfatto.

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YouTube player

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Nel mio cuor, nell’anima
c’è un prato verde che mai
nessuno ha mai calpestato, nessuno
se tu vorrai
conoscerlo
cammina piano perché
nel mio silenzio
anche un sorriso può far rumore
nel mio cuor, nell’anima,
tra fili d’erba vedrai
ombre lontane di gente sola
che per un attimo
è stata qui e che ora amo perché
se n’è andata via
per lasciare posto a te,
per lasciare posto a te.