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…Un giorno, a Enna, nell’androne del Municipio, proprio nell’entrata, da sinistra, mi venne come una ventata calda… Mi voltai a guardare: era un portone, sopra il quale c’era scritto ‘Biblioteca Comunale’. E allora, un po’ attirato da quel caldo e un po’ dalla scritta, entrai… Ed ebbi la sorpresa, graditissima, di trovarmi dentro una vera, autentica biblioteca, tenuta in un ordine perfetto. Non c’era nessuno, c’era solo un signore in maniche di camicia che alimentava delle stufe a legna…
[dall’intervista a Camilleri, qui sotto riportata, da YouTube]
Una grande perdita, quella di Camilleri, che per la mia esperienza di rianimatore ho considerato perduto già alla notizia del suo “malore”, esattamente un mese fa: le pratiche di rianimazione è ben difficile che abbiano successo a quell’età.
Solo che alla notizia ufficiale ho comunque ripassato in rassegna l’entità della perdita, i suoi libri, le cose che avevo amato del suo modo di stare al mondo. Non ultimo quello di affrontare la vecchiaia, a viso aperto, combattendo fino all’ultimo. Sono andato a vedere al cinema il filmato (di Roberto Andò) dal suo spettacolo “Conversazione con Tiresia”, al teatro greco di Siracusa, l’11 giugno dello scorso anno.
Disse allora Andrea Camilleri: “Noi tutti siamo il teatro, il pubblico, gli attori, la trama, le parole che udiamo”, così scriveva Borges, e questo è vero per tutti, ma ancor di più per un cieco. Da quando non vedo più, io vedo meglio, vedo con più chiarezza. Nella mia gioventù siciliana, i miei compagnucci contadini accecavano i cardellini perché sostenevano che da ciechi cantassero meglio”.
Mi sono anche ricordato delle varie volte che l’ho incontrato in treno (un periodo che andavo spesso a Firenze; lui a Milano) – quel suo vocione era riconoscibilissimo a attirava immediatamente l’attenzione.
E poi di una volta che ci recammo a sentirlo con Rita Bosso, in non ricordo quale posto (affollatissimo) di Albano, per l’istituzione della Biblioteca diffusa dei Castelli Romani [una rete di 24 biblioteche di 17 Comuni dei Castelli (tranne Ariccia)].
Lui non potette venire per motivi di salute, ma mandò un video attraverso l’incaricata della Biblioteca che era andata a intervistarlo (qui di seguito, se non proprio ‘quella’ intervista, un suo parere sulle biblioteche).
Ascolta qui da Youtube:
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Per chiudere, una breve dichiarazione semiseria di Camilleri, sul perché scriveva.
Perché scrivo
Scrivo perché è sempre meglio che scaricare casse al mercato centrale.
Scrivo perché non so fare altro.
Scrivo perché dopo posso dedicare i libri ai miei nipoti.
Scrivo perché così mi ricordo di tutte le persone che ho amato.
Scrivo perché mi piace raccontarmi storie.
Scrivo perché mi piace raccontare storie.
Scrivo perché alla fine posso prendermi la mia birra.
Scrivo per restituire qualcosa di tutto quello che ho letto.
Nota
Sul sito abbiamo citato più volte Camilleri: digita – Camilleri – nella funzione “Cerca nel Sito” in Frontespizio (22 articoli).
In particolare:
http://www.ponzaracconta.it/2018/11/02/il-giorno-dei-morti-di-andrea-camilleri/
http://www.ponzaracconta.it/2018/08/21/la-testimonianza-di-camilleri/
http://www.ponzaracconta.it/2017/01/19/cose-la-lingua-e-cose-il-dialetto/
Vignetta allegata al Commento di Sandro Russo – cfr – del 24 luglio (cliccare per ingrandire):
Appendice del 2 novembre 2019. Immagine e file .pdf allegati al Commento di Luisa Guarino
Camilleri – Da Il Tempo del 2.11.2019
Sandro Russo
24 Luglio 2019 at 17:04
Mi è arrivata da più parti, dai giri dei miei amici, una stripe su Camilleri – diventata virale (?) si dirà così? in poco tempo – che mi fa piacere partecipare ai lettori di Ponzaracconta.
Per i cinefili tra essi, l’idea ricorda un po’ il mondo sovvertito di un film cult (e belga) di pochi anni fa “Dio esiste e vive a Bruxelles” (2015) – (Le Tout Nouveau Testament), di Jaco Van Dormael, che non puo’ non essere visto e rivisto: due ore di divertimento intelligente!
La vignetta-striscia nell’articolo di base
Sandro Russo
27 Settembre 2019 at 05:55
Sto leggendo la trilogia fantastica di Camilleri (non-Montalbano) che mi ha prestato Tano (grazie). Sono: Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009).
Nel primo, in pre-finale, è raccontata la morte del protagonista, Gnazio (più che ‘novantino’), come – ne sono certo – Camilleri stesso avrebbe voluto la sua.
All’arba del cinco del misi di jugnu dell’anno milli e novicento e quarantatri Gnazio s’arrisbigliò e sintì che non sintiva nenti.
Tutti i rumori che accompagnavano la matutina rapruta dell’occhi non c’erano cchiù. Nenti aciddruzzi che cantavano, nenti vinticeddro ’n mezzo alle foglie e nenti, soprattutto, rispirata calma e regolari di Maruzza che gli durmiva allato.
Che potiva essiri successo al munno?
Si susì quateloso per non addistrubbari a sò mogliere, scinnì a lento la scala pirchì quella matina non gli riggivano le gamme e gli firriava tanticchia la testa, raprì la porta di casa, niscì fora.
Non si cataminava ’na foglia, un filo d’erba. Tutto fermo, pittato, come quella prima vota che Maruzza era vinuta a Ninfa.
Po’ vitti i sò armàla, lo scecco, la mula, le crape, i cunigli, le gaddrine, tutti torno torno all’àrbolo d’aulivo che lo taliavano e parivano finti tanto stavano fermi, senza arriminarisi. Ma come avivano fatto a nesciri fora dalla staddra, dal recinto? E pirchì lo taliavano accussì? Che volivano da lui? Allora, in un attimo, accapì. Ma non si scantò. Non stava capitanno nenti al munno, ma a lui sì. Era vinuta l’ura sò.
Piccato, pinsò, che non ce l’avrebbi fatta ad acchianare novamenti la scala e dari un’urtima vasata a Maruzza, sintiva che le forze gli ammancavano. Arrivò a lento sutta all’aulivo, s’assittò supra alla petra, ghittò la testa narrè per vidiri le foglie d’aulivo e ristò accussì.
Po’ l’armàla ritrasero a lento a lento nel recinto e nella staddra. E tornaro macari lo scruscio del vento e il friscari di l’aciddruzzi, ma Gnazio non li potiva cchiù sintiri.
Luisa Guarino
3 Novembre 2019 at 18:40
Non si arrestano le manifestazioni di affetto per Andrea Camilleri: cfr. sul sito i vari commenti, oltre all’articolo nel Trigesimo della morte: leggi qui.
Al riguardo, riprendo da Il Tempo di oggi, in Cronaca di Roma:
Il cuore dei romani
E per Camilleri barattoli di sott’olio
Sulla tomba del maestro siciliano, testimonianze d’affetto. Anche melanzane e bottiglie dell’acqua del suo mare
articolo di Val. Con.
Foto e file .pdf nell’articolo di base