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Historia del Caffè Tripoli (2)di Rita Bosso Continuiamo ad addentrarci negli oltre cento anni di vita dello storico Caffè Tripoli grazie al racconto di Luigi Di Monaco. Silverio Di Monaco, che ha avviato l’attività insieme alla moglie Angelina, muore nel 1941; Angelina deve quindi occuparsi della gestione del bar e dell’educazione dei quattro figli: Ciccillo, Peppino, Mamena, Luigi. Mamena affiancherà la madre nella conduzione del Caffè. Luigi, nato nel 1937, ha qualche vago ricordo degli anni del confino e della guerra. “Dormivamo nella stanza a fianco del Caffè, dove ora c’è il negozio Brandina – ricorda Luigi – ma a San Silverio arrivavano i parenti da Napoli e io, che ero il più piccolo, andavo a dormire sul biliardo del bar.” Il contatto prolungato col tappeto verde spiega i successi sportivi di Luigi: nel 1966 vince il primo (e unico) torneo di biliardo dell’isola di Ponza, a cui partecipano circa venti giovanotti di belle speranze. Mostra con orgoglio le foto della premiazione. Tommasino De Luca, Mario Assenso, Luigi Di Monaco, Giuseppe Costanzo Luigi Di Monaco, primo classificato, riceve la coppa da Cesare De Luca; al centro, Mario Iozzi Luigi di Monaco, Cesare De Luca, Tommasino De Luca (secondo classificato) Luigi Di Monaco, Umberto Prudente bambino, Tommasino De Luca Giuseppe De Luca scrive su Ponza Mia che Luigi, già re della bistecca, viene incoronato imperatore della stecca; Luigi gestisce infatti una grande macelleria su corso Pisacane, ereditata da uno zio. Mamena con Amedeo Guarino La prima freccia colpisce Mamena: dolcissima, gentile, minuta, la voce ridotta a un sussurro, serenamente avviata allo zitellaggio. Luigi Conte, alias Luigi ’u Capitano o Luigi ’u Pitt’ è un omone alto e corpulento; più grande di lui è la sua voce e, ancora più grandi, immensi, sono il sorriso e lo sguardo. Luigi ‘u Pitt’ e Mamena ritratti da un’artista svizzera Alla tenera età di 51 anni, dopo una vita trascorsa in mare, Luigi ’u Pitt decide dunque di sposarsi e sceglie Mamena; nel 1971 nasce Vincenzo, attuale proprietario del Bar Tripoli. Luigi Conte ’u Pitt’ e il figlio Vincenzo
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Rivedo e ricordo con affetto e piacere Luigi… La sera al ritorno da Formia mi fermavo per due chiacchiere e quando le traversate erano dure mi guardava negli occhi e sorrideva scuotendo la testa… si parlava di… mare.
… E chi ci avrebbe mai pensato che quell’angolo d’Africa portato a Ponza nel nome, che rievoca “il bel suol d’amore” mi avrebbe accompagnato per tanto tempo scandendo le mie vacanze estive in modo che solo la dolcezza di un gelato, mi si passi la réclame (come dice la Clerici), anzi “del” gelato poteva dare inizio alla mia vera estate, il “cremino Algida”.
E sì, perché era lì che consumavo seguendo un rigido cerimoniale il “primo” gelato della stagione. In nessun altro posto.
E aspettavo quel fatato momento senza contaminarlo con sprovvedute debolezze di gustare altrove quella dolcezza estiva unica, neanche in terraferma!
Negli anni successivi il rito è rimasto inalterato, e quel Bar Tripoli, dopo la mia avventura in terra libica per lavoro, è diventato doppiamente caro: per il cremino in sé e le persone che ne curavano la distribuzione, e per il nome che il “bel suol d’amore” mi continuava a evocare.
Luigi e Mamena non sono stati ritratti da un’ignota artista svizzera- come mi era stato riferito- bensì da Giuliano Massari, autore di una trilogia dedicata a Luigi Conte. Mi scuso dell’errore con l’Autore e con i lettori.