Ambiente e Natura

Telemedicina, parola magica

di Francesco De Luca

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Allorché apparve la parola telemedicina nel frasario delle prestazioni dell’ASL, qualche decennio fa, sembrò una conquista indiscutibile. Specie per i luoghi disagiati e lontani dalle strutture ospedaliere. Le piccole isole appunto. Si levarono inni di gioia, e anche a Ponza si esultò, perché finalmente l’isolamento veniva annullato dalla tecnologia e la popolazione poteva godere di analisi e di diagnosi mediche a distanza.
Fu un’allegria fugace. Perché la tecnologia con la sua strumentazione non basta. Occorrono competenze, fondi per garantire l’efficacia e la funzionalità dei macchinari. Insomma, per dirla in breve, occorre una organizzazione sistemica di personale, strumenti, economie e motivazioni. Senza di quella si annaspa, ci si arrabatta. E infatti le funzioni che potevano esercitarsi con la telemedicina fallirono.

Oggi ci si riprova. La Regione Lazio, nel settore ASL, tenta di nuovo di organizzare un aiuto medico ai malati cronici domiciliati in luoghi distanti (Cori, Scauri, Ponza, Ventotene), con un progetto complesso e perciò stesso più avveduto.

Sarà un fuoco di paglia? No, perché l’opera è piantata sulle volontà dei dottori ponzesi Isidoro Scotti, Gennaro Di Fazio, non solo, ma anche dei medici di base Isidoro Feola, Biagio Vitiello. Per cui l’operazione è combinata fra i medici di base e le strutture ospedaliere di Latina e di Formia.

Alla presentazione dell’iniziativa, ieri mattina 8 giugno, nella sala consiliare di Ponza c’erano i sindaci delle due isole ponziane (Ferraiuolo e Santomauro) ma anche il dirigente ASL dott. Giuseppe Visconti. Per cui c’è da sperare davvero che i malati cronici potranno godere sull’isola stessa di supporti diagnostici e terapeutici tali da non maledire la sorte per essere stati colpiti dal male.

La “qualità della vita”… è questo l’obiettivo da raggiungere. Per i tanti (sempre di più) anziani che vivono sulle isole poter trovare sostegni alla propria salute è vitale al fine di non trasferirsi in continente. Ma questa è una (una sola) delle ragioni. Se ne aggiungono tante altre. E vanno tutte in direzione di rendere la vita più degna d’essere vissuta.

Quando inizierà l’opera? È già iniziata, e dunque più vita a tutti noi che viviamo stabilmente sull’isola.

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