Ambiente e Natura

Un’isola, una feluca, un capitano

di Rita Bosso

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La rivista La voce del Tabaccaio dedica un ampio servizio allo storico tabacchino di Ponza e alla sua ex titolare, Genoveffa D’Atri.
L’articolo è frutto di una ricerca a più mani; è allegato in file .pdf in fondo a questo articolo per leggerlo integralmente.

Ringrazio la dottoressa Migliaccio dell’Archivio Storico Fit (Federazione Italiana Tabaccai) che si è interessata alla Historia di un tabacchino e ha voluto portarla a conoscenza di tutti i tabaccai d‘Italia.

L’articolo contiene una partecipazione di nozze che ben si sarebbe inserita nella mostra: Ieri… Sposi.
Risale al 1905; è scritta a mano da Giulia Migliaccio, titolare del tabacchino, zia della sposa Elisabetta Bosso e nonna di Genoveffa.
Il corsivo è elegante, frutto di lungo esercizio con pennino e calamaio (da figlia di famiglia benestante quale la firmataria è) e di pratica costante (come richiede la gestione del tabacchino).
Lo stile è formale, adatto alla circostanza, ma sobrio; la  cerimonia sarà intima ma affollata, considerato che la sposa ha tredici fratelli.
Le nozze sono celebrate in casa ed è la padrona di casa a vergare gli inviti,  recapitati a mano.

Lumi a petrolio illuminano le stanze della casa di via Corridoio, collegata al tabacchino di corso Principe di Piemonte da una scala interna; i bracieri riscaldano la gelida serata.
I wedding planner e la disgrafia sono di là da venire.

 

L’articolo completo in file .pdf:  La Voce del Tabaccaio n. 21. 3 giugno 2019. Un’ isola una feluca…pdf 

 

Tre foto inviate da Luisa Guarino il 13 giugno (cfr. commento)


1 Comment

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  1. Luisa Guarino

    13 Giugno 2019 at 20:05

    Ripensando a quanto ha scritto di recente Rita Bosso a proposito del servizio su Genoveffa D’Atri pubblicato di recente sul settimanale “La voce del tabaccaio”, mi sono ricordata di avere anche io alcune foto di Ponza in bianco e nero, edizioni Adele Manna, madre di Genoveffa, stampate a Milano e a Torino. Così ho pensato di condividerle con i nostri lettori, e naturalmente con tutti i ponzesi, che forse le conosceranno già.
    Le didascalie, bianche su fondo scuro, sono abbastanza leggibili: Ponza – Campo Inglese – Villa Ferraris; Ponza – Le Forna – Cala Fonte. Quella senza didascalia recita nella parte posteriore (quella laddove si scrivono l’indirizzo del destinatario e il messaggio): Ponza – Scogli di Zannone.
    Direi che quest’ultima è la più singolare, curiosa e ingenua. Da una barca di legno di cui si vede appena un pezzo della poppa, è fotografato un sub con la maschera e in mano un arpione che ha appena infilzato un pesce. Oggi un’immagine come questa non sarebbe certo ‘politically correct’, ma i tempi erano quelli. Chissà se quel pescatore in apnea c’è ancora e si riconosce nella foto… Purtroppo l’anno non è mai riportato.

    Le foto sono state annesse in fondo all’articolo di base

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