di Francesco De Luca
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Si nota nell’aria che si respira già di prima mattina. Tiepida, serena, accogliente, gioiosa. Un profumo di ginestra, di fiori, di erba novella corre fra le strade e lì dove il sole, per insondabili cause fisiche, prende corpo, il profumo si ingravida.
La banchina Di Fazio non è più tormentata dai lavori e la gente si saluta cordiale. Sollecitata, forse, dall’incombente festa di san Silverio, per la quale si stanno montando le luminarie.
C’è simpatia dilagante. A Santantuono vengo placcato da due anime cordiali. Antonio Califano e Isidoro Feola. Vengo placcato perché mi hanno scelto come oggetto di scherzo.
– Fra’… tiene ‘u numero ‘i Ciccillo?
– Ciccillo chi..? – rispondo.
– E che miseria nun tiene manco ‘u nummero ‘i Ciccillo… ma che scinne a fa’?
Rimango interdetto e loro, a turno… – Nun si’ utile a niente… Che te tenimmo a fa’?
Cerco di raccapezzare un qualche significato ma Santantuono incomincia a muoversi. Qualche turista passa, il mare sulla marina gorgheggia, e i balconi dei caseggiati prendono nuova aria per una respirazione propizia per gli isolani.
Il dottor Isidoro è un ponzese che merita di vivere sull’isola per la carica di allegria che promana. I piccoli paesi vantano presenze umane argute, pronte, gioviali. Oggi lui a Ponza è una di queste.
Mentre parla si allontana, saluta due o tre donne, raccomanda qualcosa. Passa Ciccillo Costanzo, si ferma. La combriccola gli suggerisce un aneddoto. Riguarda Luigi Cantone che aveva una piccola impresa edile. Durante il lavoro un operaio chiede di assentarsi per un bisogno corporale. Più tardi un altro. Insomma la cosa infastidisce ‘u maste che riunisce i lavoranti e brontola: “Vuie ‘ncopp’a fatica, ‘a matina, avite veni’ pisciate e cacate!”
Si ride, chiedo a Ciccillo perché i suoi parenti venivano chiamati matunare.
– Perché lavoravano i mattoni. Vennero a Ponza, nonno Domenico coi figli, dal napoletano, per lavorare i mattoni. Matunare.
Siamo tutti in difetto. Secondo l’ordinanza municipale io ho la macchina in sosta vietata e Ciccillo si è fermato sulla strada in modo non ortodosso.
Ci guardiamo intorno e ci affrettiamo a salutarci. La compagnia è adorabile, il clima è invidiabile e l’aria che tira a Ponza, in questo tempo, dà salute.