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Risultati delle elezioni europee a Ponza 

di Vincenzo Ambrosino

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Dello stesso Vincenzo, l’articolo scritto il 23 maggio, con le previsioni sulle elezioni a Ponza [1]

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Abbiamo un capitano… un capitano… Abbiamo un capitano!

Così cantavano in coro  i romanisti quando c’era Totti. E ora lo cantano quelli della Lega Nazionale.

Nel 2014 il campionato per le europee l’ha vinto l’enfant prodige Renzi con il 40% dei voti; nel 2018 quello italiano l’hanno vinto i 5 Stelle con il 32% dei voti; quest’anno il campionato per le europee l’ha vinto il capitano Salvini con il 34% dei voti.

Notate che ho parlato di Renzi, di Salvini e dei Cinque Stelle. Significativo, ho riconosciuto due personalità e un movimento.  II voto fluttua ad alta velocità, il messaggio facebook è basato sul mi piace/non mi piace.
I gusti cambiano in fretta. La gente non ha più tempo per i ragionamenti complessi. Non capisce i discorsi grigi, vuole il discorso o bianco o nero.

Andiamo a vedere il voto a Ponza.

Elezioni Europee 2014    Elezioni Europee 2019 

Votanti  927  Elettori 3353    Votanti 1071  31,94%

Schede nulle 22 e schede bianche 8

Lega Nord  35 voti 3,9% Lega voti  349  35,53% +31,63%

FdI  24     2,69%        Fratelli d’Italia 234  22,24 %  +19,55%

M5S 250  28,50%     Movimento 5 stelle 215  20,65 %  -2,036 %

FI  261      29,29%      Forza Italia 106  10,18 %  -19,11%

Pd  202      22,07%     Partito democratico  94   9,03 %   -13,04%

Vediamo di valutare il carisma dei politici locali

Forza Italia ha perso dal 2014 a oggi 155 voti.
Michele Nocerino, assessore 
che è entrato in Forza Italia – l’avevamo previsto – non è riuscito a colmare la caduta libera del partito di Berlusconi. Il leader è vecchio e va sostituito. A Ponza Forza Italia, dopo 20 anni, perde la fiducia degli elettori isolani.

Fratelli D’Italia ha conquistato 210 voti: non male. La competizione all’interno di Fratelli d’Italia ha portato bene al partito, che ha incrementato i suoi consensi. La corrente rappresentata dagli assessori La Torraca, Mazzella e Aversano, che portavano Angelilli,  ha preso 126 preferenze; la corrente del coordinatore Danilo D’Amico e della consigliera d’opposizione  Maria Sandolo, che portavano Procaccini, ha preso 80 preferenze.
Ha vinto la corrente istituzionale che potrebbe chiedere il Congresso (o come si chiama adesso) per il rinnovo del coordinamento locale per eleggere un nuovo coordinatore e una coerente linea politica. Certo non conviene a nessuno che i Fratelli D’Italia rimangano a Ponza con una linea politica di opposizione e un’altra di governo. Questa confusione spacca il partito in vista di un’eventuale presentazione del simbolo per le prossime amministrative.

Il Movimento Cinque Stelle è crollato in Italia ed è calato a Ponza: ha perso dal 2014 ad oggi 35 voti.
Ebbi modo di parlare con dei dirigenti 5 Stelle quando vennero a Ponza: Erano tempi di euforia, i 5 Stelle conquistavano la Capitale ed eleggevano la sindaca Raggi.
Dissi loro che il Movimento aveva avuto grandi e innovative intuizioni, ma bisognava che l’organizzazione cambiasse. Per diventare un punto di riferimento duraturo e soprattutto autorevole, bisognava avere una classe dirigente a livello nazionale, regionale e locale riconoscibile. I meet-up sono un buon sistema di comunicazione interno ma la gente ha bisogno di vedere uomini in carne ed ossa con cui confrontarsi su problematiche non solo nazionali ma anche territoriali. E poi, una volta fissate le linee politiche progettuali, ideali ed etiche, bisognava aprire il Movimento a livello locale alle persone perbene della società civile per costituire anche coalizioni e liste civiche. Bisognava diventare il punto di riferimento per intellettuali che, stanchi di logiche sinistra-destra e fascismo-antifascismo, avevano individuato il vero nemico da combattere, il neo-liberismo.
Ma la pretesa che aveva il Movimento 5 Stelle in quel momento era di ottenere dappertutto la maggioranza assoluta (per non contaminarsi) oppure di fare governi di minoranza per poi chiedere i voti agli altri sulle proposte: ma sono idee che non vanno avanti  e non fanno crescere.
A Ponza comunque il Movimento Cinque Stelle ha dimostrato di esistere.

Il dottor Gennaro Di Fazio non è riuscito a portare i suoi voti personali al suo PD che è crollato a Ponza. Il PD ha perso dal 2014 108 voti. 
Ma questo è evidente: il successo personale di Gennaro rimane personale e professionale, non politico. Ricordo ad esempio che mio suocero andò a votare Gennaro alle regionali per rispetto personale come hanno fatto molti altri. In Regione Lazio io lo votai per opportunità politica per l’isola. Ma in tutto ciò non c’entra niente il PD di Zingaretti. Il PD o una parte di esso deve ritrovare le ragioni che lo facevano rappresentante di istanze dei lavoratori e del popolo. Da tempo ha perso questa prerogativa diventando il rappresentante delle classi borghesi, degli interessi delle lobby economiche e bancarie. Non sa più interpretare i veri bisogni della gran parte della popolazione.

La Lega Nord era un’altra cosa rispetto alla Lega di Salvini del 2019: questa ha conquistato 314 voti in più a Ponza. Parliamo dei vincitori assoluti: Franco Ambrosino, Piero Vigorelli e Giuseppe Feola hanno visto giusto e sono saliti al volo sul carro del previsto vincitore. Chissà se  adesso non pensano di presentare un capolista leghista alle prossime amministrative? 

Ho ascoltato l’intervista del Capitano Salvini questa mattina. Euforico ed emozionato ha detto che “va in Europa per cambiarla con le idee chiare di fare prima gli interessi nazionali e poi quelli dell’Europa”.
Poi da vincitore ha concesso l’onore delle armi ai 5 Stelle;  ha incoraggiato l’alleato di Governo dicendo: “Il Governo deve andare avanti  per cambiare l’Italia per gli italiani. Non è cambiato niente: c’è molto da fare: la Tav, le autonomie regionali, la flat tax”.  Belle parole: il vincitore detta la sua agenda.
Ma Salvini ha vinto perché sa usare le giuste parole, quelle che le  persone vogliono sentire e quindi capiscono e a cui danno consenso. Ma anche Salvini deve sapere che il consenso è molto fluttuante e poi in Europa c’è la troika: il mostro tricefalo da affrontare. 

Conclusioni

Prevedo tempi difficili per gli italiani. L’Europa non si può cambiare. È come voler guidare un’automobile che ha la guida automatizzata. È inutile che giri lo sterzo, quello non risponde. Tsipras nel 2014 prese il mio voto perché voleva cambiare l’Europa. L’ho visto accettare  la politica di macelleria sociale imposta dalla troika contro il suo popolo.  E lui, da combattente orgoglioso e rappresentante  del fiero popolo greco, si è tramutato in pochi mesi, a contatto con il mostro, nell’esecutore materiale di ordini perentori contro il suo popolo. Tsipras, per questa sua politica da becchino, è stato bocciato dal popolo greco ed è stato costretto a fissare le elezioni politiche in Grecia.

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“Ma noi abbiamo un capitano… Un solo capitano… Un capitano… un solo capitano!”