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Uccelli marini

di Luciano Bernardo

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Quando si va per spiagge e fondali a osservare gli abitanti di questa parte del mondo, s’incontrano anche uccelli più o meno legati all’ambiente marino. In quest’articolo, mostro alcune specie che ho potuto osservare e fotografare nel corso degli anni.

I più frequenti uccelli marini sono naturalmente i gabbiani. Secondo i vecchi pescatori si possono ottenere preziose informazioni sulle variazioni del tempo osservando il loro volo: se volano alti verso il mare aperto, il tempo resta bello, altrimenti, se volano bassi avvicinandosi alla costa, cambierà in breve tempo… chissà se è proprio così!

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Il più noto dei gabbiani è quello reale (Larus michaellis) che si distingue per le zampe e il becco gialli, quest’ultimo con una vistosa macchia rossa.

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Il gabbiano comune (Larus ridibundus) è più piccolo e possiede zampe e becco rossi. La testa è bianca con una macchietta scura dietro l’occhio che, in estate, si estende a formare una sorta di “cappuccio”.

[3]Gabbiano comune in abito estivo

Il gabbiano corso (Larus audouinii) ha il becco rosso con la punta nera e le zampe grigio-verdastre. È una specie molto rara che non abbandona mai il mare e predilige ambienti poco antropizzati, diversamente dai primi due che vivono anche nelle aree urbane.

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Il piovanello tridattilo (Calidris alba) è un piccolo e grazioso trampoliere che si muove in piccoli gruppi sulla battigia alla ricerca di cibo. Tra aprile e maggio migra verso le zone artiche per riprodursi, tornerà in settembre-ottobre (alcuni svernano in Italia altri proseguono per l’Africa). Il nome “tridattilo” si riferisce alle sue tre sole dita sulle zampe.

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Il piovanello pancianera (Calidris alpina) possiede un becco più lungo e leggermente ricurvo. Come il precedente, in primavera inizia un lungo viaggio riproduttivo verso la tundra artica (dove assume il caratteristico piumaggio nero sul ventre).

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Il fratino (Charadrius alexandrinus) è un uccellino estremamente raro e vulnerabile che giunge in Italia a marzo, proveniente dall’Africa dove trascorre l’inverno (alcuni sono sedentari e svernano nel nostro Paese).

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Nidifica tra aprile e giugno, deponendo le sue tre uova in una semplice buca scavata nella sabbia. Purtroppo il periodo riproduttivo coincide proprio con l’apertura degli stabilimenti balneari. Così, molti nidi vengono distrutti dalle ruspe che puliscono gli arenili e i pulcini disturbati dalla massiccia presenza umana, oltre che predati da cani, cornacchie etc. Nel Lazio si contano ormai solo 10-15 coppie, qualche centinaio in tutta l’Italia, ed è stato scelto come simbolo dei litorali sabbiosi.

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La beccaccia di mare (Haematopus ostralegus) ha un piumaggio metà nero e metà bianco. La caratteristica più distintiva, però, è il lunghissimo becco arancione col quale riesce ad aprire il guscio dei molluschi (per questo è anche chiamato “ostrichiere”). Molto elegante in volo, si fa notare anche a terra, qualche volta in compagnia dei piovanelli.

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Il marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis) e il cormorano (Phalacrocorax carbo) sono molto simili, ma il primo è un po’ più snello e ha collo e becco più sottili. Inoltre, il marangone è più marittimo rispetto al cormorano che può trovarsi anche in fiumi e laghi.

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Il ciuffo che dà il nome al marangone è portato solo dai maschi nel periodo di corteggiamento invernale. Entrambi sono maestri d’immersione, grazie ad un corpo estremamente affusolato e idrodinamico, e riescono a percorrere parecchi metri sott’acqua per cacciare i pesci (a differenza dei gabbiani che immergono solo la testa). Da adulti sono completamente neri, mentre il piumaggio giovanile è grigio-marroncino col ventre bianco.

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La garzetta (Egretta garzetta) è un comune e bellissimo airone con piumaggio completamente bianco. Il becco e le zampe sono neri, i piedi gialli. Nel periodo riproduttivo, sviluppa una paio di lunghe penne ornamentali sul capo.

La sgarza ciuffetto (Ardeola ralloide) è un airone più piccolo e meno frequente, col piumaggio giallastro e le ali bianche. Presenta un curioso ciuffo di lunghe penne bianche e filiformi che scendono sul collo, conferendogli un aspetto di “vecchio saggio”. Poco appariscenti a terra, in volo sono meravigliosi e acrobatici.
Nella foto, la spettacolare “levata” ammirata pochi giorni fa a Maccarese (Roma).

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