a cura della Redazione
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Presentata ieri a Roma “I giardini del Lazio”, una guida realizzata su iniziativa e sostegno operativo e finanziario della Regione Lazio, in collaborazione con APGI, Associazione Parchi e Giardini d’Italia. Pubblicato a cura del Touring Club Italiano (Touring Editore).
La presentazione è avvenuta ieri a Roma, in Largo Ascianghi, presso lo storico palazzo in stile razionalista realizzato nel ’33 dall’architetto Moretti, già Casa della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), da poco riaperto dalla Regione Lazio come spazio polivalente e ricreativo (WE GIL) […veramente, tra una certa genìa radical-chic, Largo Ascianghi è più famoso perché c’è il cinema Nuovo Sacher, di Nanni Moretti: dalla parte opposta].
I partecipanti alla presentazione hanno sottolineato il rinnovato interesse degli italiani per il giardini, e le difficoltà della selezione, tra le tante perle botaniche, paesaggistiche e architettoniche del Lazio, tutte per qualche verso meritevoli di attenzione. Forse altri ne saranno inclusi ad una seconda edizione della Guida, di possibile realizzazione.
Sono state evidenziate – specie da parte di Alberta Campitelli, storica dell’arte e dei giardini, per 30 anni direttore delle Ville e Parchi Storici del Comune di Roma -, le molte incurie che interessano un patrimonio di parchi e giardini di incredibile vastità e ricchezza, a volte abbandonati alle erbacce, altre snaturati con l’inserimento di fiori ed essenze incongrui rispetto al tempo del giardino (fa l’esempio del “giardino segreto” di Villa Borhese); ma talvolta riportati a nuovo splendore dai proprietari (privati) e anche da associazioni di cittadini; questi ultimi sempre più attenti e consapevoli della necessità di un nuovo impegno e disposti ad operarvi in prima persona.
Piuttosto – dice – è stata problematica la selezione tra Roma (che in anche in questo campo fa la parte del leone, per le numerose residenze patrizie che vi hanno avuto sede) e giardini più periferici che possono riservare autentiche sorprese; passi per la provincia di Viterbo (anch’essa sede di papi), ma province come Frosinone… o Latina..! (è una veduta del giardino di Ninfa l’immagine sulla copertina della Guida).
Viene altresì specificato come la conditio sine-qua–non per l’inclusione nella Giuda sia stata la fruibilità pubblica del giardino, anche se in qualche caso con un piccolo contributo o anche per appuntamento con il proprietario.
Nel frattempo dietro il relatore scorrevano in sequenza le immagini dei giardini riportati nella guida, e quando ormai perdevamo le speranze, è comparsa anche l’immagine del giardino di Ponza (che appunto sta proprio in fondo in fondo al libricino).
Giardino botanico ponziano
Sul monte della Guardia, il rilievo maggiore dell’isola, dove si trova l’edificio neoclassico abitato dall’ultimo governatore borbonico, negli scorsi anni Ottanta è stato realizzato un particolare giardino botanico, con lo scopo di salvaguardare la caratteristica flora locale. Molte sono le piante a rischio di estinzione che vi si trovano, tra le quali una raccolta di orchidee selvatiche, alcune delle quali non più reperibili in natura. Il giardino è situato in una posizione panoramica che permette alla vista di spaziare su gran parte dell’isola e ha un’appendice a valle, in un piccolo giardino acquatico in riva al mare. [A.C.]