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Giustamente si parla con sempre maggiore attenzione dei danni climatici e degli effetti dell’innalzamento della temperatura sul pianeta e sulle nostre vite.
Quelle che per l’umanità sono state grandi conquiste oggi si rivelano nella loro complessità non più come opportunità ma anche come criticità.
Pensiamo all’industria alimentare e alla possibilità di produrre e conservare sempre maggiori quantità di prodotti grazie agli allevamenti intensivi e all’agricoltura industrializzata.
Chi credeva che le sementi ogm (organismi geneticamente modificati) fossero l’unico futuro possibile per l’agricoltura ha dovuto ricredersi perché, oltre alla totale subalternità dei contadini alle aziende produttrici delle sementi, si è scoperto che per far crescere bene le coltivazioni ogm si deve fare abbondante uso di diserbanti come il glifosato.
Questo diserbante di sicuro successo è oggetto da diversi anni di ricerche perché esiste il serio dubbio che possa avere effetti cancerogeni, anche attraverso i prodotti agricoli trattati.
Chi ha vissuto anche altre stagioni ricorda i tanti insetti che facevano parte del nostro mondo.
Gli automobilisti, chi aveva una moto o qualsiasi altro mezzo veloce per muoversi, ricorda che alla fine di un viaggio, soprattutto di notte, sulla parte anteriore del mezzo di trasporto c’erano spiaccicati centinaia di insetti.
Ce n’erano tanti e ne morivano tanti.
Era naturale pensare che quegli insetti fossero solo un elemento di disturbo per il nostro mondo.
Quindi era normale pensare agli insetticidi come ad una forma di progresso, per stare bene.
Vivere in alcune aree dell’Italia e prendere la malaria, fino ad una sessantina di anni fa era considerato normale.
Poi è arrivato il DDT e le zanzare sono quasi scomparse.
La malaria è scomparsa insieme alle zanzare e grazie alle cure efficaci.
Nell’arco di quaranta anni si calcola sia scomparso il 75% della massa degli insetti presenti sul nostro pianeta.
Sono numeri spaventosi.
Gli insetti sono alla base della catena alimentare.
Gli insetti sono una componente fondamentale nel ciclo di trasformazione del materiale organico.
Gli insetti, le api soprattutto, sono il veicolo attraverso il quale il polline passa da fiore a fiore.
Si è fatto un calcolo, di quelli che lasciano il tempo che trovano.
Se a fine anno il sindacato mondiale delle api presentasse il conto per il lavoro svolto, bisognerebbe staccare un assegno di 400 miliardi di dollari.
Giusto per capire cosa significa la presenza delle api e degli insetti, in genere, nell’equilibrio naturale del nostro pianeta.
Per troppo tempo la specie umana ha creduto di essere l’unica presente sulla terra con diritti esclusivi e nessun dovere.
E’ ora di affrontare senza alcuna reticenza questa questione che non è solo un problema etico.
Qui stiamo parlando della nostra sopravvivenza come uomini, come inquilini del pianeta Terra.
Non sono discussioni futili; alcuni problemi diventano tali quando non si può più fare niente.
E’ da diversi anni che sappiamo che le materie plastiche abbandonate in natura entrano nel ciclo alimentare, alla stessa maniera dei veleni nascosti sotto terra.
Capita sempre più spesso di trovare cetacei morti, alla deriva, che hanno lo stomaco pieno di plastica, che loro ingoiano credendo sia cibo.
Quello che non vediamo ma che è altrettanto dannoso, oltre ai tanti veleni sparsi nell’ambiente, sono le cosiddette microplastiche.
Presenti nei detersivi, nei prodotti per l’igiene personale, che si formano per erosione dei capi di abbigliamento in fase di lavaggio, questi nostri nuovi nemici entrano con prepotenza nel ciclo alimentare attraverso i pesci.
Anche quello pescati nelle limpide acque dei nostri mari.
Che si aggiunge al problema della presenza del mercurio in alcune specie ittiche.
Bene ha fatto l’amministrazione comunale di Ponza a fare sua la proposta di eliminare le stoviglie monouso dalla vendita e dal consumo sull’isola.
Chi vuole può usare solo prodotti biodegradabili.
Io non credo sia solo un modo per mettersi la coscienza a posto.
Io credo possa essere l’inizio di un discorso che costantemente metta in discussione stili di vita che non sono più compatibili a Ponza come nel mondo tutto.
Bisogna crederci, bisogna spendersi e bisogna educare i cittadini a che la nostra casa comune – il pianeta Terra – non ci presenti una volta per tutte il conto.
A quel punto verremo sfrattati come i dinosauri e per alcuni milioni di anni da queste parti rimarranno strani esseri che racconteranno di una specie di deficienti che poteva aver tutto e che invece ha scelto di suicidarsi.
Nota
L’immagine della coccinella è stata una specie di logo delle numerose puntate che Mimma Califano ha dedicato all’ecologia ponzese. Per accedere digita – Cultura contadina isolana – nel riquadro CERCA NEL SITO
Biagio Vitiello
29 Aprile 2019 at 07:47
Buongiorno, ho letto l’articolo di Sandro dei Sacco: mi sembra che sia arrivato solo oggi a scoprire l’America!
Io molto tempo fa ho scritto che a Ponza si fa largo uso di prodotti nocivi per gli insetti, ed è per questo che le mie api sono morte tutte (pur facendo i trattamenti antivarroa).
Ho notato che da quando si è ripreso (da vari anni) a coltivare molti terreni incolti, sono sparite anche le farfalle che un tempo erano numerosissime: papilionacea Macao, Cavolaia, Vanessa Atlanta ecc.
Una cosa molto preoccupante… ma cosa usiamo a Ponza nelle coltivazioni?