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Il nuovo romanzo di Tea Ranno sul Corriere della Sera di ieri. Sud. Tea Ranno narra le vicende di un borgo deturpato da un’industria petrolchimica di Marzia Fontana L’amurusanza in dialetto siculo è un piccolo dono, un gesto gentile, buon cibo che testimonia affetto sincero e regala gioia. Intorno a loro si muove una folla di personaggi le cui vicende Tea Ranno tesse con maestria, uomini per lo più prepotenti, traditori e maschilisti, donne succubi ma pronte alla riscossa: Lisa, l’amica erborista di Agata, Lucia Montalto, cinquantenne, detta la piangimorti, che non manca un funerale, cinquantenne per piangere la propria “solità” finché il cane Patuzzo non le regala un sorriso e una vincita milionaria, Nunziata Carini la serva amante del sindaco che dopo anni di vessazioni finirà per tirargli un brutto scherzo, il vicesindaco Scimò e l’assessore Carmine Acquaforte, il barbiere Mimmo Scialfa e l’ingegner Calcaterra, Franca Cortese. vedova da ventuno anni e Sarino Motta che l’ama in silenzio, Errico Scuderi e la moglie Letizia Greco e la loro bellissima figlia ventenne Violante e il professor Toni Scianna, che si scoprono improvvisamente innamorati l’uno dell’altra, il dottor Garibaldi e li nuovo maresciallo dei carabinieri Andrea Locatelli, deciso a portare un po’ di giustizia nel feudo di Pallante. Fra le pagine del romanzo si colgono modelli della linea “meridionalista” della nostra letteratura: ma la coralità verghiana e l’assunzione – a tratti – del punto di vista popolare, il rifiuto delle maschere che imbrigliano l’esistenza umana di matrice pirandelliana, la riflessione gattopardesca sul cambiamento, la denuncia contro la mafia di Sciascia, vengono superate in chiave velatamente ottimista e contaminate con il realismo magico sudamericano di Gabriel Garcìa Màrquez e Jorge Amado, tra personaggi che tornano a manifestarsi dopo la morte e effetti miracolosi del buon cibo e con uno stile il cui ricorso sempre ben calibrato al dialetto imprime alla lingua realismo e poesia. File .pdf del ritaglio dal Corriere: Recensione Corriere della Sera del 27 apr. 2019 Immagine di copertina (dal Corriere della Sera): Renato Gottuso (1912 – 1987): Santa Panagia (1956) – Olio su tela Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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