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Epicrisi 224. Liberi siamo noi

di Sandro Vitiello

 

Finita la settimana di passione con la Resurrezione di Nostro Signore ne sono cominciate altre che non scherzano mica.
Quella finita era sacra; quella che è arrivata poi non era da meno.

Gran parte degli scritti che abbiamo proposto su questa nostra pagina negli ultimi giorni hanno avuto come denominatore comune il 25 Aprile e l’attualità dei valori che hanno ispirato la guerra di liberazione dai fascisti e dai nazisti 74 anni fa.
Abbiamo provato a ricordare ai tanti, che purtroppo fanno finta di non ricordare, cosa è stata la barbarie fascista nel ventennio e durante la seconda guerra mondiale, ai tanti cosiddetti suprematisti – quelli che per capirci mettono i valori della vecchia Europa, della razza bianca e via discorrendo, davanti alle ragioni di tutti gli uomini della terra – e a quelli che “sì però lontano da casa mia”,… abbiamo provato a ricordare a questa gente che il fondamento della nostra moderna civiltà, figlia dei valori maturati anche durante la seconda guerra mondiale, è la difesa della libertà “a prescindere”, il dialogo con i popoli diversi dai nostri, la comprensione dei valori a noi estranei e la solidarietà nei confronti di quanti hanno avuto la disgrazia di nascere dalla parte sbagliata della storia.

Ne abbiamo parlato ampiamente con un mio scritto e poi con lo scritto di Franco De Luca sul Fascismo a Ponza, con i commenti sul 25 aprile ripresi da Tano Pirrone da altre pubblicazioni e con una breve nota de La Casa dei Ponzesi con i relativi Commenti.

Riportiamo anche l’intervento di Gennaro Di Fazio, presidente della comunità dell’arcipelago, che ha ricordato i valori del 25 Aprile nella commemorazione ufficiale al cimitero.

Rosanna Conte, presente all’evento.  ha giustamente fatto notare alcune approssimazioni di quella mattinata.
Il suo scritto possa far riflettere chi di dovere per gli anni a venire.

Ha fatto bene Enzo Di Fazio a ricordare le ragioni fondamentali della nascita dell’Europa.
Ha fatto bene perché in troppi dimenticano che, prima di tutto, i settanta anni dell’unione europea nelle sue varie forme ci hanno regalato il più lungo periodo di pace che il nostro vecchio continente abbia mai avuto.

Un passaggio importante della settimana appena passata è stato il consiglio comunale di venerdì che ha approvato il bilancio di previsione 2019/2021.
Ci ripromettiamo nei prossimi giorni di raccontarvi con maggiore precisione la discussione e i punti fondamentali del documento di spesa dell’amministrazione.

Ringraziamo l’amico Franco De Luca che ci ha accompagnato questa settimana con una serie di scritti (leggi qui e qui) legati alla liturgia e alle tradizioni pasquali nella nostra isola.

Per quelli come me che vivono lontani da Ponza, ma che non hanno mai tagliato il cordone ombelicale con l’isola, i momenti in cui si sente più la lontananza sono quelli delle feste.
Franco ci fa venire un po’ di nostalgia in più ma ci fa sentire ancora parte di quel mondo.

Ricordo gli scritti di Sandro Russo sulla cisterna di Bacoli.

E poi quello di Dante Taddia che mette a confronto la vicenda di Santa Domitilla a Ponza e di San Marone a Civitanova Marche.

Continua la rievocazione storica di Frà Diavolo da parte di Pasquale Scarpati, giunta alla sesta puntata.

Fa bene Tano Pirrone a ricordare Antonio Gramsci.
E’ stato un maestro per tanti di noi.

Il suo ricordo ci è prezioso.

Saluti a tutti.

 

 

 

1 Comment

1 Comment

  1. vincenzo

    28 Aprile 2019 at 10:43

    Ricominciamo dal Gramsci antifascista e anticapitalista.
    Sono d’accordo caro Sandro che il: “fondamento della nostra moderna civiltà, figlia dei valori maturati anche durante la seconda guerra mondiale, è la difesa della libertà “a prescindere”, il dialogo con i popoli diversi dai nostri, la comprensione dei valori a noi estranei e la solidarietà nei confronti di quanti hanno avuto la disgrazia di nascere dalla parte sbagliata della storia”.

    Ma attualizziamo questi insegnamenti. La libertà della nostra Italia? Da chi, da che? L’Italia è stata rioccupata il giorno dopo la liberazione dell’esercito tedesco dagli americani e guidata a diventare quella che è diventata. Abbiamo avuto pochi momenti di autonomia politica, forse nell’elaborazione della Costituzione che sola si è portata dentro l’Unità di tutte le espressioni e sensibilità politiche ed economiche italiane. Ma poi è sempre restata e fatta restare divisa: per esempio l’opzione nei confronti dei comunisti (il PCI, il partito comunista più forte d’Europa) che dovevano rimanere lontani dal governo del nostro paese. Aldo Moro ha pagato con la vita il suo strappo nei confronti di questo ordine perentorio. Le stragi di Stato, i servizi segreti deviati, Gladio, le 100 basi militari guidate dagli USA sul territorio italiani. Questa come la chiamiamo se non ingerenza economica e militare di una potenza mondiale sul nostro territorio. Mentre un nostro Presidente del Consiglio teneva rapporti di collaborazione con Gheddafi, sono partiti i raid aerei dei francesi e noi siamo stati costretti a far partire dalle basi italiane gli aerei per bombardare la Libia. In nome di formule inventate negli USA abbiamo partecipato a guerre in Iraq e Afghanistan. E poi facciamo i gendarmi in molti paesi africani, in Medio Oriente e in Asia.
    Dopo Gheddafi la Libia è diventata una polveriera destabilizzando tutto il Mediterraneo. Dopo la caduta del muro di Berlino, 1989, finita la priorità comunista, hanno cominciato a smembrare la nostra capacità economica e sociale; distrutta l’organizzazione statale industriale. Per fare l’unione tra le due Germanie abbiamo pagato questo prezzo altissimo (leggete Galloni).
    E poi ci hanno ridotti a diventare una provincia in questa Europa. Un paese che non ha autonomia politica, che non può coniare moneta, che non può indebitarsi per servire il suo popolo è un paese non libero per cui diventa debole e in preda alla speculazione. Saremo costretti a privatizzare dopo l’Acqua, anche la Sanità e la Scuola e poi vendere a pezzi il nostro patrimonio storico, archeologico, ambientale.
    La ricetta capitalista è stata: privatizzazioni e abbattimento dello stato sociale e questo è avvenuto nella nostra Italia e gli esecutori sono stati proprio quei partiti di sinistra che dovevano difendere la memoria e le lotte di Gramsci per l’emancipazione degli ultimi. Questa Europa non è quella sognata da Spinelli; è l’Europa dei capitalisti per proteggere i profitti dei capitalisti.
    Chiedetevi amici antifascisti: Gramsci oggi da che parte starebbe? Dalle parte di questa Europa o dalla parte dei lavoratori che hanno perso tutti i loro diritti e degli uomini e donne che subiscono su tutto il pianeta le persecuzioni ad opera di gruppi finanziari armati e difesi dal Pentagono?
    Da tempo, la Nato – nata come organizzazione militare di difesa – ha preso un’altra piega al servizio degli interessi degli USA e delle sue multinazionali. Leggete il documento del Pentagono di novembre del 2018 per capire quali sono le nuove priorità: “non più il terrorismo islamico ma la Russia e la Cina sono da contrastare”.
    Siamo in un mondo che prepara la guerra, che distrugge l’ambiente naturale, che crea milioni di immigrati, che destabilizza Stati e tutto questo ha una regia in mano di pochi infami capitalisti.
    Onore al compagno Gramsci!

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