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25 aprile. Vorrei dire a quelli che…

di Sandro Vitiello
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Vorrei dire a quelli che “insomma la guerra di Liberazione non è stata poi questo grande movimento di lotta antifascista” che l’Italia è stato l’unica nazione sconfitta nella seconda guerra mondiale che ha potuto scriversi da sola le regole della sua rinascita: la Costituzione Repubblicana.

Se questo è avvenuto è perché gli Alleati hanno riconosciuto l’importanza della lotta antifascista e l’impegno degli italiani migliori affinché il nostro paese si liberasse prima della dittatura fascista e poi dell’occupazione nazista.

Vorrei dire a quelli che “però non sono certo da paragonare i comportamenti dei fascisti con il nazismo” che gli italiani durante il ventennio si sono macchiati dei peggiori crimini in terra d’Africa.
Lo sterminio di intere comunità con armi bandite dalla comunità internazionale, dalla fine della prima guerra mondiale, riempirono pagine di storia che non si possono cancellare.

Il rastrellamento, la deportazione e lo sterminio di migliaia di ebrei nostri compaesani è stato voluto e attuato dai nostri gerarchi fascisti.
Erano loro i più feroci promotori di quelle pratiche disumane che portavano all’annientamento delle coscienze, prima ancora che dei corpi.

Se l’Italia ha potuto salvare un suo ruolo nella storia del mondo moderno bisogna ringraziare le centinaia di migliaia di uomini e donne che scelsero di combattere il fascismo e il nazismo, a rischio della loro stessa esistenza.
Tanti di loro non sono più scesi dalla montagna.
Sono stati seppelliti dove cadevano… sotto l’ombra di un bel fiore.

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Se il nostro paese ha conservato la sua dignità bisogna ringraziare i tanti che hanno rischiato la vita pur di nascondere nelle proprie case, nei conventi e nelle fabbriche quanti erano vittime della barbarie.
Gli ebrei, i dissidenti politici, i diversi hanno spesso salvato la pelle perché c’è stata un’Italia che ha scelto di difenderli, salvando così anche l’anima di questo paese.

Vorrei dire a quelli che, mentre affermano che “il fascismo era un’altra cosa”, sorridono o solidarizzano con le tante espressioni contemporanee dei nuovi fascisti… vorrei dire a questa gente che c’è un’Italia che non ha dimenticato le sofferenze della generazione che ci ha preceduto e che non permetterà a nuovi untori dell’odio sociale di divertirsi a prendere in giro i valori che sono il fondamento di questo nostro mondo nuovo.

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Mentre assistiamo con una rabbia, oggi controllata, alle troppe manifestazioni di razzismo che prendono di mira i rom, quelli che hanno la pelle diversa dalla nostra, i gay, gli ebrei e tutte le minoranze religiose ricordiamo a chi non ha studiato abbastanza la storia che l’Italia ha scritto a chiare lettere nella sua carta costituzionale che il fascismo nelle sue varie forme nel nostro paese non ha diritto di esistere.
Ci sono leggi precise che vietano ogni manifestazione di questo crimine.
Perché essere fascisti non significa esprimere un pensiero. Essere fascisti significa legittimare una idea criminale della società.

La lezione che la storia ha riservato al nostro paese nel secolo scorso è patrimonio comune condiviso da gran parte degli italiani.
E’ opportuno ricordare che il ventennio fascista finì ufficialmente a Milano il 25 aprile del 1945.
Tre giorni dopo la storia presentò il conto a Mussolini, in riva al lago di Como. Venne arrestato mentre cercava di scappare in Svizzera con addosso un cappotto ed un elmetto dell’esercito tedesco.

Buon 25 aprile a tutti.