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Sospesi tra l’aria e l’acqua

di Luciano Bernardo

 

Qualche giorno fa a Fregene, come ogni anno, sono tornate le velelle. Ne ho approfittato per condividere delle informazioni e delle foto – che riguardano anche altre specie galleggianti – con i lettori di Ponzaracconta

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Sospesi tra l’aria e l’acqua: gli straordinari organismi del pleuston (dal greco, “navigare”).

La più conosciuta navigatrice del mare è la velella o “barchetta di San Pietro” (Velella velella). Sembra davvero una piccola barchetta azzurra che galleggia grazie a un disco formato da camere d’aria e viene spinta dal vento utilizzando una sorta di “vela” obliqua. Sotto il galleggiante si trovano i tentacoli che, in realtà, sono polipi modificati. La velella, infatti, non è un singolo animale, ma una colonia di polipi (come i coralli e le gorgonie) con forme e funzioni diverse: il più grosso si trova al centro, ha una bocca terminale e si occupa dell’alimentazione (“gastrozoide”); i lunghi tentacoli periferici sono armati di cellule urticanti e hanno funzioni di difesa e cattura delle prede (“dattilozoidi”); infine, ci sono i “gonozoidi” addetti alla riproduttiva. Quest’ultimi, producono minuscole meduse che scendono sul fondo del mare. Lì emettono uova e spermatozoi, dalla cui unione si formeranno nuove colonie che, a primavera, appariranno sulla superficie del mare.
Una volta prodotte le medusine, il vento e le correnti trascinano le velelle verso la costa dove finiranno in massa sulle spiagge.

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Tra i predatori delle velelle ci sono delle chioccioline chiamate Janthine. Questi molluschi galleggiano sulla superficie del mare grazie a una zattera di bolle d’aria, sulle quali depongono anche le uova di colore rosa. Quando incrociano le velelle, si attaccano al lato inferiore per mangiarne i tentacoli e, molto spesso, finiscono per spiaggiare con loro.

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Il magnifico “bottone blu” (Porpita porpita) è simile a velella, ma privo di vela e con il galleggiante circolare e suddiviso in centinaia di sezioni radiali.

La fisalia o “caravella portoghese” (Physalia physalis) è molto più grande e urticante, ma per fortuna la sua presenza nel Mediterraneo è rara. Vive, infatti, negli oceani e solo occasionalmente, spinta dalla corrente, attraversa lo stretto di Gibilterra. Anche la fisalia è una colonia di organismi, uno dei quali, detto “pneumatoforo”, è modificato a formare una vescica piena di gas di un bel colore blu – violetto, lunga una ventina di centimetri, che provvede al galleggiamento. Al disotto pendono decine di tentacoli che possono allungarsi fino a superare i dieci metri e sono pericolosi anche per l’uomo (il veleno provoca un dolore molto intenso, ma non è letale).

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La foto è stata fatta a Cuba, dopo una violenta burrasca che ha trascinato a riva diversi esemplari.

 

Nota della Redazione 
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