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Il ricordo di Beniamino Verde a vent’anni dalla sua tragica scomparsa (1)

di Tonino Impagliazzo

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Presentazione
Conosciamo Tonino Impagliazzo per il suo legame con l’isola di Ventotene, per l’ impegno amministrativo svolto per molti anni  e  rivolto soprattutto  alla tutela delle risorse naturali,  alla cultura  ed  alla storia  del territorio.

Lo conosciamo inoltre per la costante attenzione verso il problema dell’approvvigionamento idrico nelle isole e verso quello della dissalazione come testimoniano i tanti articoli pubblicati su questo sito.
Ma Tonino è stato anche collaboratore strettissimo di Beniamino Verde, l’indimenticabile sindaco di Ventotene deceduto tragicamente, nell’esercizio delle sue funzioni, il 15 luglio del 1999 in occasione di uno di quei suoi viaggi in continente che considerava “fastidiosamente necessari”.
Quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della sua morte e Tonino ricorda con tre suoi scritti la figura di questo eccezionale uomo, politico lungimirante, amato da tutta l’isola e non solo, e mai dimenticato.
Oggi presentiamo il primo dei tre articoli con il quale Tonino ripercorre, in maniera sentita e commovente, i momenti che hanno preceduto e seguito la tragica vicenda.
La Redazione

Beniamino Verde.  l’ultimo giorno
Ancora vivo il ricordo, a vent’anni dalla sua tragica morte, per l’uomo che non si era mai risparmiato per la sua isola.

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… Era il mattino del 15 luglio di venti anni fa, avevi nel primo pomeriggio un importante appuntamento presso la Prefettura di Latina con il dott. Procaccini ed alcuni dirigenti della Regione Lazio, per chiarimenti su pratiche che avevi regolarmente trasmesso. Nella borsa nera custodivi gelosamente alcuni documenti che chiamavi “le carte”, che avrebbero dovuto servire a confutare i Dirigenti Regionali, responsabili di  aver annullato ingiustamente diverse legittime richieste. La tua rabbia diventava incandescente allorquando scoprivi, nella corrispondenza di ritorno, protocolli e date poco esatte che servivano ai funzionari regionali per giustificare l’archiviazione di istanze e nascondere la poca rettitudine di alcuni dirigenti…

La giornata cominciò all’Hotel Ariston di Formia con un “breve incontro” con il sig. Scafetta, un dirigente del Comune di Formia,  e la partecipazione di Nino Montano, Vice-sindaco di Ventotene. C’era l’intento di individuare una figura tecnico-amministrativa da utilizzare in via temporanea e saltuaria presso il Comune di Ventotene.

Al termine del colloquio, Nino partì per Gaeta ed io restai con Beniamino. Abbozzammo insieme alcune considerazioni e dopo circa un’ora partimmo anche noi per Gaeta, ove sarei dovuto andare alla scuola media “Giosuè Carducci” per giustificare un’assenza scolastica. Giunti sul piazzale esterno alla scuola incontrammo la preside Francesca Maggio che si fece carico di ricevere il documento e si intrattenne con il Sindaco per scambiare alcuni spunti sulla scuola e sul disagio scolastico nelle isole.

Subito dopo ci portammo a casa di Montano, dove trovammo la moglie, la figlia e la suocera che dopo i primi convenevoli ci misero a nostro agio e facemmo uno spuntino leggero con la famiglia. Parlammo di varie iniziative che il Comune di Ventotene aveva assunto in quegli anni e ci soffermammo sulla Istituzione dell’Area marina protetta (A.M.P.) e della Riserva naturale statale (R.N.S.) e delle opportunità di lavoro che da questa scelta potevano scaturire per favorire l’occupazione giovanile. Terminato il pranzo, la suocera di Nino invitò Beniamino a farsi un piccolo riposino sul letto grande, adiacente la saletta dello spuntino e, prima di riposarsi, rivolto a me disse con tono dolce e risoluto: – Toni’, sta’ tranquille. Vavattenne serene pecchè ‘sta vote vincimme

Un saluto alla famiglia e a Beniamino e, con l’auspicio di un risultato positivo, feci ritorno a Formia.

La tragedia
Giunse una telefonata da Ventotene intorno alle 17,00 mentre ero in attesa sul porto di Formia per prendere l’aliscafo. Era Umbertino Matrone che mi chiedeva di non partire perché era accaduto un grave incidente stradale con la macchina a Beniamino e Nino ed entrambi erano ricoverati all’Ospedale “Fiorini” di Terracina.

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Presi l’auto e mi precipitai a Terracina. Stavo salendo al secondo piano alla ricerca del Pronto Soccorso quando, mentre ero per fare gli ultimi scalini, vidi in fondo al corridoio il  Dott. Franco Lazzaro, Procuratore aggiunto, che, scorgendomi, alzò il braccio invitandomi ad andare da lui.

Giunto in vicinanza, con voce ferma mi disse: “Ti aspettavo… solo tu puoi fare l’identificazione delle due salme, vieni …” e subito dopo mi condusse nella saletta adiacente il Pronto Soccorso; scoprì i corpi adagiati su due lettini e mi lasciò da solo ad osservare. Una breve sosta e…  cominciarono a passarmi per la mente pensieri e pensieri, ricordi colmi di affinità culturali, iniziative e scelte condotte insieme e, soprattutto, un’ “amicizia spesa per la stessa causa”. Vidi e rividi ancora due amici che per uno “strano destino del caso” avevano scelto di percorrere la medesima  strada. C’era Nino Montano che presentava nella parte sinistra del viso una vistosa tumefazione mentre Beniamino aveva una ingessatura che partendo dal collo copriva tutto il torace (a mo’ di busto). Il Procuratore aggiunto verbalizzò l’identificazione e m’ informò che l’indomani, 16 luglio, alle ore 11,30 sarebbe iniziata al cimitero di Terracina l’autopsia delle due salme previa una breve pulizia.

Il giorno dopo mi recai al cimitero di Terracina ove fui raggiunto da Vincenzo Recchia, sindaco di Terracina,  e contattato telefonicamente da Sandro Bartolomeo, sindaco di Formia, i quali resero ampia disponibilità alle formalità burocratiche cimiteriali ed all’assistenza tecnica. Nella stessa mattinata presso il cimitero di Terracina si avvicinò anche la dott.ssa Amato, che mi riferì di ritenersi a disposizione per volontà del Prefetto di Latina, per qualsiasi necessità o urgenza.

Terminata l’autopsia, i feretri furono trasferiti nella cappella del cimitero di Formia. Era quasi buio e prima di salire in macchina, osservando dalla collina del cimitero di Terracina l’orizzonte di un mare lontano, mi ricordai di una sua espressione: “Quando mi porterete a spalla, soltanto allora piangerete la mia mancanza“.

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Le esequie
La nave per l’isola, con a bordo i feretri, parti dal porto di Formia alle ore 9,00 del 17 luglio 1999, unitamente ai familiari e ai parenti, amici e isolani, sindaci del Basso Lazio, consiglieri e assessori della Regione e responsabili delle Istituzioni che vollero recarsi sull’isola perché avevano conosciuto e collaborato con il Sindaco Beniamino Verde e l’amico Nino Montano dell’Agenzia delle Entrate.

Al porto di Ventotene era presente l’intero paese che, con dolore e sguardo mesto, accolse i feretri dei due concittadini che avevano perso la vita nell’esercizio del loro mandato amministrativo.

Accompagnati dalle note della banda musicale, dalle associazioni cattoliche e dalla comunità dei fratelli dell’isola, i feretri furono portati in Piazza Castello, sotto il Municipio, per la Messa e la Benedizione, e poi… un breve intervento della moglie Maria Sequino che, con voce rotta dal dolore, volle ripercorrere le vicende più significative dell’uomo che fino all’ultimo aveva lottato, per dare all’isola che amava più della sua vita un’impronta di luminosa speranza.

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A seguire, il saluto commosso della cittadinanza, delle autorità e degli ospiti dell’isola. Poi il corteo iniziò a muoversi fino a raggiungere il cimitero, per l’ultimo saluto.

[Il ricordo di Beniamino Verde a vent’anni dalla sua tragica scomparsa (1) – continua qui [5]]