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Nonostante i buoni pronostici e le grandi speranze, grosse nuvole si addensano sull’orizzonte astratto della maldicenza politica, quasi come monito a chi si è rilassato per godersi i gradevoli effetti di un tempo bello che, però, solo apparentemente è mite e tranquillo. Infatti, l’esperienza ponzese insegna che mai bisogna distrarsi ed abbassare la guardia prima che le condizioni generali non siano diventate più che stabili e definitive.
La settimana di PonzaRacconta inizia con la storia avvincente, triste e molto significativa di Maria Baroncini, una militante comunista che ebbe modo, suo malgrado, di vivere il confino anche a Ponza, oltre che a Ventotene e Ustica. Un personaggio travolto e sconvolto dalle vicende a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, una donna tenace combattente per la libertà che, nonostante le difficoltà personali e contingenti, riuscì a mantenere sempre quella coerenza ideologica ed etica tanto da diventare un importante punto di riferimento per i suoi compagni anche e soprattutto durante i duri anni di confino.
A 35 anni dalla sua tragica morte, la figura di Maria Baroncini viene riproposta con la pubblicazione di un libro sulla sua vita «Memorie degli anni difficili».
Continua lo stillicidio di brutte notizie: questa volta a rattristarci tutti è la partenza di Giuseppe De Gaetano, il combattivo “Peppe ’a culera”. Stava da tempo lottando, come diceva lui, su tutti i fronti della salute. Tuttavia, pur aggredito dagli acciacchi, non ha mai smesso nemmeno per un attimo di trascurare le sue due ragioni di vita: il ristorante e la politica. A ricordarcelo, in un quadro assolutamente vero e affettuoso, è Paolo Iannuccelli nel suo scritto dal titolo: “Peppeee”, il tipico saluto di chi passava dal suo “Il Timone”.
Pasquale Scarpati prosegue nel suo “romanzo storico” su Fra’ Diavolo (2) e (3) in cui descrive, con gusto e perizia, luoghi e aneddoti, infilando qua e là simpatiche punzecchiature non solo storiche, ma anche politiche; Pasquale usa l’arma della comparazione tra ieri ed oggi e – anche con ironia – evidenzia due modi di pensare e di agire sulla cosa pubblica.
Dal suo fantastico pensatoio collinare di Punta Madonna, Francesco De Luca fa un’analisi scientifico-antropologica di un antico detto isolano: “Acqua sporca, panni lucenti”. E’ un’autocritica, ma nello stesso tempo un invito a dirsela tutta sulla situazione politica locale facendo un appello: “Se non esplicitiamo chiaramente i percorsi, le persone, le strategie che nel passato politico della nostra isola sono stati catastrofici, non riusciremo a delineare un cammino da intraprendere”.
E continua dopo qualche giorno, uno dei detti isolani più significativi se non addirittura più attuali: “Aggio ditto ’a messa p’u cazze”. Infine chiude la settimana con una sua deliziosa poesia che ci ricorda che è Pasqua, colorando qua e là un paesaggio a noi noto del nostro amato “muorz’i terra”.
Emilio Iodice continua a entrare nelle cronache culturali isolane con le sue iniziative che, considerate le sue origini, mettono in luce la nostra ponzesità. A darci la notizia di una prossima presentazione del suo recente lavoro dal titolo: “Quando il coraggio era l’essenza della leadership” è Paolo Iannuccelli che ci invita a Latina, domani, lunedì 8 aprile.
Promette bene la raccolta di poesie dialettali di Paolo Mennuni. Già dalla prima poesia pubblicata ’A felicità, traspaiono quei sentimenti e quell’umanità tipici di una lingua immediata come il napoletano. Anche per gli interessanti accostamenti dialettali con la nostra lingua parlata, il ponzese, che sta al napoletano come la lingua italiana sta al latino.
I ragazzi del circolo culturale “Attivamente Ponza” propongono una nuova “Raccoglimi” nel proposito di tenere pulita l’isola: Appuntamento all’11 aprile!
Ciò che lascia molto perplessi è che mentre questi ragazzi periodicamente si spezzano la schiena per dare dignità ad un territorio delicato, spesso oltraggiato dalla trasandatezza e dalla disaffezione umana, il resto dei cittadini resta a guardare o, peggio, si diletta nella tipica pratica invernale della critica “cuci e scuci”. Ponza è di tutti coloro che la amano e la cercano, ma è soprattutto nostra, è il nostro salotto di casa, la nostra camera da letto: dedichiamole l’attenzione e la cura che merita anche aiutando questi giovani.
Sandro Russo ci informa che il quotidiano la Repubblica ha un blog molto seguito di “feticisti” di Repubblica – PPR: Pazzo Per Repubblica; notizia abbastanza strana e divertente; tuttavia, senza voler imitare gli animatori del blog, Sandro mette in evidenza tre articoli, rispettivamente di Michele Serra, Corrado Augias e Concita De Gregorio, pubblicati su la Repubblica dello scorso 2 aprile, perché li ritiene notevoli sia per acume che per capacità di imprimersi.
Sergio Monforte ci informa che il Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sudpontino ha fatto una sua articolata proposta in occasione del Med Blue Economy. In effetti è la riproposta di un vecchio progetto per la realizzazione a Gaeta di una “zona franca” che possa consentire lo svolgimento di attività produttive in un diverso contesto economico. Sarebbe quella porta da aprire sul Mediterraneo che nei secoli è stato sempre la via delle civiltà e dei mercati.
E non è il solo argomento ad attirare l’attenzione su Gaeta. Infatti le bellezze naturali e la storia di Gaeta e Sperlonga sono stati i temi centrali della programmazione di “Mezzogiorno Italia” di Rai 3, con una mia breve intervista.
Ancora Sandro ci immerge nella “Memoria dell’acqua”, il documentario del 2015 diretto da Patricio Guzmàn che grazie a YouTube si può ammirare in tutta la sua struggente poesia (ma anche nei suoi risvolti più drammatici). L’acqua, l’elemento che noi isolani meglio conosciamo, più amiamo e temiamo… che circonda, protegge e consuma anche il nostro “amato scoglio”.
Nel frattempo Franco Schiano ha accompagnato a Formia, nella rassegna culturale “Fuori Quadro”, la presentazione del suo recente lavoro dedicato al capo camorrista napoletano, alleato di Garibaldi, il famoso “Tore ’e Crescienzo” (Salvatore De Crescenzo). Un libro più storico che romanzo costellato di interessanti riferimenti ed arguti collegamenti, alcuni dei quali in attesa solo di essere confermati da molto probabili fonti d’archivio.
Bene ha fatto Sandro Russo a focalizzare l’attenzione su quanto è accaduto a Torre Maura, quartiere popolare alla periferia di Roma, con il suo “Pane Nostro a Torre Maura”. Al di là di ogni discutibile giustificazione, non è ammissibile un tale gesto. È contro ogni principio dell’essere civile: è un’offesa per il genere umano disprezzare il suo nutrimento principe. Quando ho visto con raccapriccio quella scena, mi è balzata in mente mia nonna: un pezzo di pane gli cadde casualmente a terra, lei si chinò lentamente e lo raccolse con le due mani, così come si raccoglie una reliquia, quindi lo baciò con l’amore di chi ha patito veramente la fame. A Ponza un’intera generazione ha patito la fame negli anni bui della guerra.
A fine giornata di sabato e di settimana, Zannone torna alla ribalta questa volta come trampolino di lancio delle critiche strumentali di chi, avendo esaurito gli argomenti su Ponza, ha ben pensato di cambiare isola. Ad informarci di cosa scrive su Zannone l’ex sindaco di Ponza su Facebook è Vincenzo Ambrosino il quale fa da eco fedele alle imprecisioni e ai travisamenti dell’irriducibile ex, oltre ad aggiungerci del suo.
Per questo motivo, in un secondo articolo su Zannone, per quell’esigenza di verità e di corretta informazione che da sempre ci anima, abbiamo ritenuto – come Redazione – di dover precisare ed approfondire alcuni punti sullo stesso tema.
Articolo secondo me necessario per far capire anche a chi non è addentro alla questione, quali sono i veri problemi di Zannone, isola unica nel suo genere, e quali potrebbero essere le soluzioni per risolverli, al di là di ogni sterile e strumentale polemica politica.
Ai lettori di Ponzaracconta buona domenica, anche in questa primavera incerta..!
