Attualità

Viaggio sotto metafora

di Francesco De Luca

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Ormai la traversata è stata intrapresa, il grande mare attende d’essere solcato e la goletta-Ponza è approntata per dare compimento al suo viaggio.
Il sicuro del porto è alle spalle, e il periglio delle onde sarà affrontato con la perizia del capitano e la fedeltà dell’equipaggio. Nel cielo c’è sempre una stella che illumina il cammino.

Non si poteva lasciare Ponza nelle mani dei filibustieri. Il loro obiettivo era taciuto e laido, le volontà erano rodate per quel risultato. Nefasto per Ponza. Sarebbe stata fatta arenare su una spiaggia e là lasciata a marcire.
Il destino di una nave, invece, è navigare. Anche se a vista, ma comunque navigare.

Malumori fra l’equipaggio serpeggiano. Si sa, il marinaio vuole assicurato il pane e indenne la pelle. Ma se il nostromo pone in atto la sua esperienza, i mugugni della ciurma saranno dissolti; se il timoniere controlla la bussola e le carte, la rotta si seguirà; se il nocchiero è pronto ad offrire la sua mano a chi la chiede, non si avranno sbandate; se il mozzo aprirà gli occhi sulle sue esperienze, tutti ne avranno vantaggio.
Perché a tutti giova che la goletta-Ponza navighi. Conquisti la spaziosità del mare, si bei delle aurore e dei tramonti, e guardi fiduciosa l’orizzonte.
I marinai meritano che il viaggio sia sicuro, e lo sarà se tutti svolgono la loro funzione e si appoggiano agli altri nel momento in cui accolgono sulle loro spalle le mani altrui.

“C’è il cuoco che minaccia di servire brodaglia se non lo si accontenta”.
“Lasciatelo cuocere nel suo brodo. Anzi, nel brodo di chi gli suggerisce i comportamenti. C‘è sempre chi giudica la bontà una debolezza. Sapete perché? Perché è lui che non riesce a stare senza padrone. Chi chiede atti di forza manifesta la sua volubilità”.

Il largo del mare diviene immenso e la goletta quasi scompare. Quasi… e poi riappare.

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