Ambiente e Natura

Epicrisi 212. I giorni della merla

di Giuseppe Mazzella

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Ancora una volta l’antica saggezza fa valere la sua voce. Il mese appena chiuso ha fatto sentire il suo morso: freddo, piogge torrenziali, mare in tempesta, con relative e ripetute interruzioni dei collegamenti con le nostre isole (leggi qui). E con contorno di neve che rievoca una eccezionale nevicata del ’99 (leggi qui).

Come se non bastasse sono a venute a mancare altre persone ancora giovani, una tendenza che si sta manifestando, purtroppo, dall’inizio di gennaio con terribile intensità (leggi qui). E non solo. In queste settimane così tumultuose stanno venendo al pettine alcune grosse criticità non ancora risolte come la soluzione più idonea della raccolta dei rifiuti solidi urbani e la gestione di Zannone, nell’ambito del Parco del Circeo.
Andiamo con ordine.
Per la raccolta dei rifiuti va ricordato che hanno una incidenza di oltre il 25% sulle spese comunali e quindi di riflesso nelle tasche dei contribuenti. Una incidenza abnorme che va a comprimere tutte le altre spese e ne rende quasi nulle l’efficacia. Il Convegno di Formia (leggi qui) ha messo in risalto ancora una volta il problema indicando possibili ottimizzazioni.

Altra questione molto dibattuta non solo in questa settimana è l’utilizzo di Zannone nell’ambito del Parco del Circeo.
Fugate alcune perplessità dell’estensione del Parco ad aree marine di Zannone e delle altre isole (leggi qui), resta il problema. Intanto va detto che del cda del Parco debba far parte un rappresentante delle istituzioni delle nostre isole, il cui apporto mi sembra essenziale allo sviluppo di una politica armonica con le altre realtà locali. Altra necessità resta quella di presidiare l’isola – come avveniva un tempo con un guardiano – che si occupi di controllare l’intera area per tutto l’anno, monitorando in tempo reale eventuali rischi. Zannone, oltre ad essere ricca di una incredibile varietà di avifauna e arborea, conserva strutture abaziali del XII secolo che meritano di essere restaurate e valorizzate.
Alcuni ambienti dell’antico complesso sono ancora agibili e possono permettere la presenza di studiosi, geologi, erboristi, ornitologi, ecc, che potrebbero a turno permanere nell’isola, approfondendo i loro studi.
Zannone può vivere al meglio anche con gruppi organizzati di appassionati di trekking, come per altro avviene già a Ponza ad opera di pochi ma agguerriti appassionati, un’attività che è possibile spalmare su tutti i mesi dell’anno. La stessa visita dell’isola, poi, è possibile organizzarla anche in tutti i mesi con esperti e gruppi organizzati che avranno il compito di coadiuvare nella tutela della natura.

Mi capitò di visitare qualche tempo fa Agerola, un paese campano arroccato sulla costiera amalfitana. Un piccolo paese di contadini, lontano dalle grandi vie di comunicazione, con poche strutture turistiche per pochissimi avventori. Cosa si sono inventati per svoltare. Hanno creato un lungo percorso di trekking che arrampicandosi sulle alture si apre a paesaggi bellissimi che stanno facendo la gioia di migliaia di appassionati di tutto il mondo che popolano “Il sentiero degli Dei”. Le nostre isole offrono paesaggi di una bellezza straordinaria: bisogna però farli conoscere e farli amare.

La settimana ci ha offerto, fra i tanti interventi, l’ultima puntata del viaggio nel dolore dei campi di concentramento nazisti di Dante Taddia (leggi qui): una lezione che non dobbiamo mai dimenticare e che ci sia da monito per il futuro. Abbiamo avuto l’annuncio dell’ultimo libro di Franco Schiano, “Tore ’e Crescienzo”, che non vediamo l’ora di leggere (leggi qui e qui).
Sandro Russo propone un personaggio storico emblematico come Fra Diavolo, al secolo Michele Pezza (leggi qui), che occupa un posto speciale nella storia borbonica e nelle stesse vicende della nostra isola, per esservi approdato alla guida di un gruppo di avventurosi che si fermarono a Santa Maria, dando nome alla stessa piana da allora chiamata appunto Pezza.

Altra pagina storica ci è stata illustrata da Franco De Luca (leggi qui e qui), che ripropone un suo libricino in cui racconta una memoria dell’8 gennaio 1810 in una Ponza lontana nel tempo che appare ancora tanto viva. Lo stesso Franco, inesausto, ci racconta (leggi qui) questa settimana, anche per fugare il clima di questi giorni, alcune memorie della prima gioventù, quando Ponza non era ancora invasa dai turisti e tutto appariva nuovo e incontaminato.

Anche Enzo Di Fazio, sull’onda dell’emozione di una canzone (leggi qui) si abbandona alla memoria del magico tempo degli anni Settanta, quando l’attesa di grandi cambiamenti dava il via a speranze, sogni, utopie e tanto entusiasmo.
E non manca mai il richiamo alla cultura come mezzo per promuovere, attraverso il sostegno della scuola, il riscatto dell’isola.
Lo auspica, come spesso fa, Franco De Luca con l’articolo “Ancora più cultura”

Lascio in ultimo una notizia che pur apparendo al momento ancora in corso, mi appare come un segnale incoraggiante. Stanno arrivando sul sito da qualche settimana, timide richieste di nuove firme come in questi giorni quella di Anna Maria Mazzella (leggi qui).
Sono particolarmente contento dell’ingresso di nuovi collaboratori che potranno dare un apporto notevole alla nostra avventura. Anche perché Ponzaracconta, nata ormai otto anni fa, è di tutti quelli che intendono preservare la memoria della nostra identità e collaborare, in un civile confronto, alla soluzione dei nostri tanti problemi. Grazie.

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