Ambiente e Natura

La verità su Zannone e scenari futuri del Parco del Circeo

segnalato da Vincenzo Ambrosino

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Pubblichiamo questo articolo inviato da Vincenzo – il testo della relazione svolta dal Direttore del Parco del Circeo all’incontro del 16 gennaio scorso, a San Felice Circeo -, pur consapevoli delle problematiche che esistono nelle trascrizioni da fonti orali.
La Redazione

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Presentazione del Progetto “Il Mare di Circe”.
Parla il Direttore del Parco del Circeo: Paolo Cassola, partner, anzi “facente struttura con questo nuovo progetto”.

Mare di Circe – Presentazione “Città della Cultura a San Felice Circeo” del 16 gennaio u.s. presso il Comune di San Felice Circeo.

 https://www.facebook.com/Maredicirce/videos/268439347404408/

L’intervento di Cassola dal tempo 21’ 30”, al tempo 36’ e 30” (NdR)
Capoversi, scansione, sottolineature e maiuscole del testo trascritto, di Vincenzo Ambrosino
 

Saluto e riconoscimento del lavoro del Presidente del Parco uscente Gaetano Benedetto per il Piano del Parco:

“Il lavoro che si fa ogni giorno è un lavoro faticoso, relativamente ovviamente faticoso, mi permette di ragionare anche fuori protocollo perché questo tavolo è un diaframma di importanza relativa visto che molti di voi che conosco e in questi tre anni di avventura che ho avuto fino ad oggi nel cercare di creare quella rete dei desideri, della partecipazione del lavoro, ogni giorno quotidiano; che cerca di costruire una visione di questo territorio, sia un tavolo che ci unisce più che ci divide. E’ un lavoro importante di cui si sta parlando oggi che ha avuto tentativi di presentazione anche a Ventotene visto il mare che talvolta fa anche la sua parte. Ecco io vedo che questo progetto ci da anch’esso un forte senso di incoraggiamento. Voglio parlare un po’ così stamane anche perché è una giornata importante proprio perché  in questi momenti, in commissione XIII° del Senato della Repubblica,  si sta discutendo del prossimo Presidente del Parco… e del Presidente che ci lascia io vi porto i saluti questa mattina”.
“Penso che meriti un applauso anche Gaetano Benedetto (il presidente del Parco uscente), che si prese sulle spalle, tanti anni fa, nel 2005/06, questa scelta – voluta dal governo italiano – di far transitare il Parco, da gestito dalla forestale al Parco che ora voi conoscete. Cioè a disposizione il lavoro che abbiamo fatto in questi anni, di provare – senza lì a stare a discutere, polemizzare, avere retro-pensieri, perché non aiutano mai i retro-pensieri, aiuta la visione del futuro più che la critica per il passato – un parco del Ministero dell’Ambiente che ha approvato nel giro di pochi mesi il Piano del Parco finalmente, grazie al contributo fattivo della regione Lazio, in particolare di alcune  persone che oggettivamente hanno dato un contributo importante a quella approvazione. Penso appunto avendo Carrocci, Robuschini Carlo Hausman, Nicola Zingaretti, che adesso siamo veramente ad un passo per l’approvazione definitiva del Piano che sarebbe un segnale di grande svolta. Ne abbiamo parlato durante questi mesi e anche lo scorso anno per attivare finalmente i progetti. Cioè non discutere più del Parco in quanto utile / disutile, funzionale / non funzionale, ma di progetti, di soldi e di progetti. In parte questa cosa l’abbiamo ne abbiamo già parlato in questi  anni la dove era possibile”.

Perché il Parco ha aderito al Progetto il “mare di Circe”

“E perché noi abbiamo aderito a questo progetto e non ad altri? – Perché poi bisogna pure fare delle scelte, nella vita così come nelle istituzioni – perché era un progetto che corrispondeva ad una idea che noi abbiamo di Parco (anche) e di promozione della cultura nel territorio del Parco, più di  altri. Innanzitutto perché corrispondeva ad una idea partecipata del promuovere la cultura e le risorse: il potenziale di questo territorio. Cioè puntava a mettere insieme più che dividere, a mettere insieme più che avere una idea di autoreferenzialità del fare politica… del fare, del fare istituzione, del fare rete. E quindi in qualche modo a facilitare anche la visione e i progetti del piano del parco”.
“La cultura in Italia rende l’80/90 miliardi di euro all’anno, senza indotto. Una cifra incredibile. Cioè se andate a vedere la parametrazione di qualcuna delle industrie che formano il PIL che formano una entrata e che hanno una ricaduta positiva sui territori è incredibile, una cifra importante; a fronte, pensate, del 93% dei Comuni che investe meno di 100 euro l’anno a cittadino. Quindi è come il Parco, come i Parchi, 36 miliardi di entrate l’anno a fronte di un “cappuccino” che si investe a comune a cittadino l’anno nel territorio italiano. Quindi abbiamo questa anomalia; noi abbiamo queste industrie della cultura del turismo verde, dell’ambiente su cui si spende di meno e rendono di più. Questa anomalia va sanata!”

L’importanza del “progetto il Mare di Circe”

“Questo è un progetto che può permettere in piccolo, ma si parte dal piccolo, di dare un segnale positivo dell’andare invece in una tendenza futura. Abbiamo deciso di aderire perché c’è la partecipazione, c’è la rete, c’è la visione; 
abbiamo aderito perché oltre a chiedercelo un consulente preparato e all’altezza di questa sfida (Calselli), anche un Comune come San Felice – su cui, lo dico, già detto pubblicamente – secondo me è la stella nascente delle più belle novità delle comunità del Parco dal momento che ci sono io in questi ultimi tre anniPerché poi contano i fatti! Aldilà del festival che parte o non parteche si potrebbe fare sempre di più, però se la tendenza è quella ad affrancarsi finalmente definitivamente da una guerra – che però è fratricida tra i Comuni, la Regione, il Parco – chi deve fare di più chi di meno – il vincolo non il vincolo”.

I Vincoli non li mette il Parco ma si propone a gestirli… e questo è proprio la visione del progetto.

“Io ho sempre detto: il vincolo: che poi non stabilisce il Parco! il Parco il vincolo – lo fa proprio perché c’è la Comunità Europea con le sue zone umide e Ramsar , perché ci sono le Zone di Protezioni Speciali che vanno gestite e così via – cerca di farlo vivere il Parco, recependolo al meglio, in positivo. Per cui io credo, che se c’è un vincolo che non abbiamo stabilito noi, cavolo oltre ad essere un vincolo, subirlo due volte è suicida no. Cerchiamo di trasformarlo positivamente. E quindi dando un’idea di esclusività di questi territori che non hanno come potenzialità, come bellezza e quindi di conservarla questa bellezza promuovendo e valorizzando. E questo è proprio dentro, la visione di questo progetto. Quindi grazie al Comune di San Felice, alla Comunità dell’Arcipelago, al Comune di Ponza e di Ventotene che so altri, questi due comuni che secondo me dovrebbero avere di più di quello che hanno dal punto di vista dei finanziamenti – perché poi si può parlare di tante idee ma se non ci sono i soldi (è con i soldi che si fanno le cose) certamente con le buone idee, ma le buone idee devono essere accompagnate da un riconoscimento proporzionato al potenziale che hanno in se”. 

Per la prima volta nella storia del Parco, Ponza raggiunge i suoi obiettivi.

“E allora io credo che per la prima volta nella storia del Parco – non faccio propaganda – vi dico dati oggettivi: il Comune di Ponza ha raggiunto quello che era il suo obiettivo e cioè ristabilire un rapporto serio e concreto con l’Ente Parco attraverso questo protocollo che noi approveremo, è pronto, con il Comune per l’isola di Zannone che sta dentro al Parco. Abbiamo, io ero appena arrivato travolto dallo tsunami Vigorelli – io devo dire che sul piano personale avevo rapporti sereni con Piero, però lui riteneva di dover fare questa battaglia, contro l’Ente che a suo dire di mala conservazione e nessuna valorizzazione di Zannone, e io devo dire che in parte ha ragione, in gran parte però ha torto – per cui noi per uscire dagli equivoci abbiamo voluto proprio – c’è voluto del tempo perché le cose serie non si fanno a spot ma costruendo dei progetti, una serietà di rapporti istituzionali e quindi noi in piccolo – non è molto, però grazie al consiglio direttivo del Parco, al  Presidente Benedetto, al lavoro del nuovo Sindaco (Ferraiuolo), e di altri che sono stati intorno al Sindaco, 200 mila euro, nel bilancio del Parco 2019 a favore dell’isola di Zannone per fare le cose necessarie. Non entro nel dettaglio perché vi annoierei tutti, perché non è l’oggetto… – però è un elemento che contribuisce al Progetto”.

Zannone, Ventotene, Santo Stefano: una grossa potenzialità che va gestita a Sistema.

“Ci stanno i resti del monastero cistercense che sono incredibili sull’isola di Zannone;  le rocce di Zannone sono le più antiche del mondo, il comparto geo-minerario sottomarino di Zannone.
Ventotene, lo rammentavo oggi con il Sindaco: io sono stato invitato dal Ministero del Consiglio per discutere di sistema legato al recupero del carcere di Santo Stefano. E’ un progetto incredibile quello lì, anche dal punto di vista dell’importanza e delle ricadute che può avere perché si pensava che insieme alla riserva marina già esistente, il Parco del Circeo dovesse e potesse dare un contributo positivo, anche lì di sistema, nella valorizzazione – veniva citata questa parola stamattina marketing – comunque sono azioni di valorizzazione. ..”

L’importanza del Tavolo “il Mare di Circe”, le polemiche come stimolo per andare avanti e fare.

“Per cui qua a questo tavolo, ci sta un potenziale incredibile, bisogna dargli le gambe. I professionisti ce li abbiamo per poterlo fare, si è voluto fare un po’ polemica su questo progetto nelle settimane scorse… io credo che la migliore risposta alle polemiche è il fare! Incominciare a fare! Le polemiche se dovevano essere uno stimolo, hanno colto nel segno e quindi noi porteremo, daremo a questo nostro minimo contributo che sono questi 14 siti archeo-storici che risiedono dentro al parco…”

“Voi lo sapete che in particolare il sottoscritto tiene tantissimo – io l’ho chiamato – il sesto ambiente del parco – che oltre ai cinque che sono di natura legati alla biodiversità: il Promontorio, l’isola di Zannone, la Foresta, i Laghi, ci sta il comparto archeo- storico è fondamentale, è fondamentale! In così pochi ettari, circa 8/9 mila del Parco vi sono un concentrato che va dall’uomo di Neanderthal al razionalismo architettonico; che è incredibile, anche come forza, oltre che importanza di per sé. E per agevolare le azioni, abbiamo voluto, già l’anno scorso firmare questi protocolli d’intesa con la sovrintendenza il dott.(….); anche lì per premiare il lavoro che le realtà locali stanno cercando di fare.”


San Felice un esempio da seguire secondo Cassola. Questo progetto crea il Clima positivo. 

“E qui si ritorna al grande lavoro che sta facendo San Felice con questi beni, su questo per fare il salto di qualità, perché questo è un territorio che ha bisogno, ha diritto dell’attenzione nazionale sulla forza e il peso che ha. Quindi niente… non la faccio troppo lunga… sono un chiacchierone… però queste sono occasioni che più per fare propaganda, non capita tutti i giorni di avere una platea di questo genere, di così importanti interlocutori, persone che ciascuna nella loro quotidianità porta  un sassolino, porta un masso al lavoro di cui stiamo discutendo. C’è bisogno di tutti, io spero, auspico, sono sicuro, che questo progetto in qualche modo, al di là degli obiettivi specifici, crei innanzitutto un clima positivo! Che è con il clima che delle volte si risuscita dei ritardi, delle criticità, dei giudizi, e anche dei difetti; che poi magari fanno parte della storia passata”.

Importante è la partecipazione, per creare del scenari futuri. 

“E poi la partecipazione appunto, la partecipazione è fondamentale dal livello inter-istituzionale – all’associazionismo che un altro livello che poi passati noi – perché noi siamo di passaggio inteso come “mandato” ma importante che i nostri mandati siano legati ad un investimento su chi verrà dopo, al di là del colore, al di là dell’approccio, perché si consolidi definitivamente in questo territorio; e lì forse si è mancati un po’ tutti per un qualcosa che continui oltre di noi.”
“Quindi buon lavoro a tutti noi”.

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