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È in giorni come questi…

di Francesco De Luca
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Il “giorno” è stato ieri (24 gennaio), ma l’Autore fa sapere che per un disservizio internet ha potuto inviare solo oggi.
La Redazione
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È in giorni come questi che l’isola ‘morde’. Tutto è aleatorio, fragile, lontano. La terra sotto i piedi pare in balìa del mare. Irato, inavvicinabile. In combutta col vento che disancora dovunque ti trovi. Anche al chiuso disturba le orecchie.

Rintanato, non riesci a sostare con te. Sei disarticolato. Gli occhi offuscati dalla pioggia battente, le orecchie nel vento insistente, le mani cercano il caldo, e il corpo si aggomitola, bisognoso di riparo. La mente? Via. Ora qua ora là. Si attende il fermo di ogni tragitto marino. Lo spazio è squassato da tuoni laceranti.

Dove becchettava il pettirosso ora è preda delle raffiche, e del gatto che rapina bocconi nessuna traccia.

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Internet, ponte aereo col mondo, è interrotto. C’è soltanto l’elettricità a garantire che gli uomini, nonostante la brutalità degli agenti atmosferici, vivono.

Qui l’immobilità morde le sicurezze, sgretola le certezze, erode ogni fede, e vacilla la stessa coscienza di sé. E’ per questo che, per opposto contrasto, l’isola può presentarsi come luogo privilegiato per il ritrovamento. Di sé. Se ti prendi per mano, se conquisti la tua coscienza, non la perdi più. Sei al sicuro da ogni oblio o estraniazione o obnubilamento.

Oggi, puoi tornare uomo.

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