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La necessità dell’unità di tutti i giovani di Ponza. Carissimi Sara e Danilo, Tutto questo è importante per la sopravvivenza quotidiana su quest’isola. Tra l’altro “fare e dare” in prima persona, prodigandosi per il bene comune – gli altri e l’ambiente – può dare felicità, ma alla lunga questo impegno può venir meno per stanchezza, per incomprensione, perché strumentalizzato da chi ha fatto successo dimostrando, al contrario che a Ponza le aggregazioni che possono durare sono quelle costituite da un numero dispari di soci inferiore a 3. Vedete cari giovani, non basta quello che degnamente state facendo: dovete fare di più se volete dare continuità alla vostra positiva volontà di vivere su questa isola. Sara, tu su Ponzaracconta, analizzando lo spopolamento invernale hai affermato: “Le motivazioni che inducono i ponzesi a lasciare la propria casa sono molto soggettive e diverse, bisognerebbe avviare un’indagine tra coloro che non sono più sull’isola per poter avere da loro le diverse convinzioni che li hanno indotti a lasciare casa. Dal mio personale punto di vista credo che in ordine di importanza le cause siano: istruzione, lavoro, servizi e svago oltre che la possibilità di fare nuove conoscenze. Due sono le condizioni fondamentali per una vita dignitosa: un buon lavoro e una casa…… A Ponza mancano entrambe queste due sicurezze, oltre tutto ciò che vi si può costruire attorno (scuola, servizi, sociale ecc…).” e poi hai concluso: “A parte il mio personale punto di vista, ritengo ci sia da fare molto, bisogna tutelare chi custodisce l’isola e ne preserva le sue bellezze se vogliamo che Ponza non diventi un villaggio turistico.” E chi lo può fare questo? Danilo D’Amico con il suo movimento Punto di Svolta ci sta provando, infatti ha annunciato che a breve presenterà il suo Progetto per l’Isola in cui propone un nuovo modello di sviluppo economico compatibile con le risorse ambientali. Quindi io dico che:
Cara Sara e caro Danilo, Per concludere utilizzerò un vecchio proverbio di vita isolana: “Nessuno ti dirà mai lavati la faccia che sembrerai più bello di me”. 3 commenti per La necessità dell’unità di tutti i giovani di PonzaDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Il mio contributo – neanche mio, giusto proposto da me, perché pertinente – a questo articolo di Vincenzo, è uno scritto di Michele Serra apparso su la Repubblica di ieri 9 gennaio, nella sua rubrica:
” L’AMACA
di Michele Serra
Già lo si sapeva da prima, che il salvataggio di una banca con denari pubblici, se lo faccio io, è una misura a sostegno dei risparmiatori. Se lo fai tu, è un vergognoso cedimento al Capitale. Già lo si sapeva da prima perché la politica italiana è nella sua fase pavloviana, se suona il campanello dei miei amici applaudo, se suona il campanello dei miei nemici fischio. Ogni gesto e ogni parola sono il riflesso meccanico del gesto e della parola che l’hanno preceduto. Tutto è leggibile in anticipo, prima ancora che le cose vengano dette, ed è per questo che le parole sembrano così vuote, così poco interessanti.
Che cosa volete che dica, Di Maio, facendo più o meno l’identica cosa che fece Renzi: che ringrazia «i governi precedenti» per avergli dato una buona idea? Manco morto. E che cosa volete che dicano, «i governi precedenti», che Di Maio ha fatto la cosa giusta, ovvero più o meno la stessa cosa fatta da loro? Ma figuriamoci.
L’epoca delle tifoserie è una specie di caricatura al ribasso, molto al ribasso, dell’epoca delle ideologie.
Non deve meravigliare che il ministro dell’Interno, nonché il politico più popolare d’Italia, abbia i modi e il linguaggio di un capobranco: è la conseguenza logica della riduzione della politica a una faida tra branchi rivali. Noi sessantenni cresciuti nella rigidità ideologica si sperava, perduta la partita, di assistere al trionfo delle sfumature.
Errore. I quarantenni che ci hanno (giustamente) spodestato sono molto più rigidi di noi. Se vedono una sfumatura, mettono mano alla pistola.”
Conclude Serra: “I quarantenni che ci hanno (giustamente) spodestato sono molto più rigidi di noi. Se vedono una sfumatura, mettono mano alla pistola.”
Vado a scrivere la definizione di spodestare: “Rimuovere da una posizione di potere, di autorità; destituire, deporre…”
Serra fa finta di non capire che il vero potere non è stato spodestato, il vero potere non era Monti o Renzi: il vero potere è l’economia neoliberista che impone a tutti di pagare i debiti, anche quelli delle banche, a spese dei diritti dei cittadini, dell’uomo e dell’ambiente. Chiunque oggi si rapporti alla gestione del potere deve fare i conti con queste politiche neo-liberiste che hanno creato una nuova dittatura: il debito pubblico.
Ecco, come nella nostra piccola isola, anche nel mondo c’è il problema del modello economico: quale economia sviluppare per quale umanità.
Queste tematiche hanno bisogno di un nuovo approccio mentale, post-ideologico e assolutamente consapevole dell’opzione ambientale per la gestione della società umana.
È sfiancante l’insistenza con cui Vincenzo ripropone sul sito – che ha tutt’altra posizione politica, pur senza essere fan di questa dottrina economica – la supposta disfatta del suo babau preferito -, l’economia neo-liberista, nella sua idea responsabile di tutti i mali del mondo.
Nel commento di Michele Serra la sconfitta è propriamente quella di un partito fatto in prevalenza di sessanta-settantenni, non dell’economia neoliberista che dall’America di Trump, alla Russia di Putin, nella stessa Europa – è saldamente al potere.
…Cambiarla con metodi violenti (come provano a fare i gilet jaune francesi) o da dilettanti apprendisti stregoni (come si fa da noi), spingere alla contestazione generale pur essendo al Governo, porterà non ad una maggiore equità del sistema, ma all’anarchia; da cui potrebbe emergere un potere assolutistico… come nei nostri incubi peggiori!