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Fotoreportage dallo spettacolo del Nuovo Teatro Ponzese

di Silveria Aroma

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Alcune immagini dell’opera “Ce Pensa mammà” che il Nuovo Teatro Ponzese porterà in scena ancora stasera e domani alle ore 18:00.

Come consuetudine e rito beneaugurante, la sera della Prima sono arrivate dietro le quinte le zeppole di donna Bonaria.

6 Comments

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  1. La Redazione

    6 Gennaio 2019 at 00:07

    A richiesta, aggiungiamo la trama della commedia ripresa dal web.

    Una mamma muore in giovanissima età e lascia quattro figli i quali, per volere della stessa, vivono tutti nella casa materna, da lei lasciata in proprietà. Anche da morta la presenza della madre in casa è costante anche nel continuare a dare ai propri figli direttive, consigli e addirittura ordini! Tutto ciò provoca piccoli ed esilaranti litigi e disagi in famiglia.
    In questo lavoro teatrale sono presenti tutti gli ingredienti della vera commedia tradizionale nel senso più nobile della parola. I momenti grotteschi e comici si alternano a fasi talvolta commoventi regalando allo spettatore, a spettacolo concluso, la leggerezza di una piacevole serata così come solo il buon teatro sa dare.

  2. Luisa Guarino

    6 Gennaio 2019 at 15:34

    E’ del tutto normale, in occasione di qualsiasi spettacolo, che gli organizzatori ne diano notizia informando, oltre che del titolo, luogo e ora della rappresentazione, della trama e degli interpreti. Ma, a parte le foto che ci ha inviato Silveria Aroma, ci siamo dovuti adoperare da soli per raccontare la vicenda messa in scena; mentre top secret restano i nomi dei protagonisti. Sinceramente, non è questo il modo di fare informazione. La prossima volta, se i componenti del Nuovo Teatro Ponzese preferiscono “non apparire”, rispetteremo la loro volontà. Senza forzature.

  3. polina ambrosino

    7 Gennaio 2019 at 00:10

    Negli ultimi giorni, a parte facebook aperto a tratti, non ho avuto tempo di leggere altro su Internet. Non ho guardato nemmeno la TV. Chi abbia partecipato alla messa in scena di uno spettacolo teatrale a Ponza, sa che le prove durano di più, che si va alla ricerca di oggetti e cose mancanti, si finiscono le scenografie, si sistemano le luci, il sipario ecc ecc. Perché fare teatro a Ponza significa saper diventare scenografi, attrezzisti, elettricisti, costumisti. Significa non avere un negozio dove trovare, per esempio, un abito particolare. O un oggetto particolare. Perché a parte i pochi eroici negozianti aperti che non cito perché si sa chi sono, a Ponza non si trova granché. Fare teatro a Ponza significa non avere un teatro e inventarlo. E questo da sempre, con l’aggravante di preparare uno spettacolo in un luogo sempre più deserto dove, comunque, anche le pietre, sanno che durante le festività, si organizza, appunto, “il teatro”. Non abbiamo mai usato avvisare la stampa: prima di internet c erano solo le locandine. Con internet si usa facebook ormai per tutto. Ora, e vengo al punto, mi chiedo come sia possibile che un sito che si vanta di essere memoria di Ponza e di avere una redazione, pretenda di essere avvisato.
    Chi fa giornalismo le notizie le va a cercare, non aspetta che piovano dal cielo. Specialmente dopo aver pubblicato un egregio articolo sullo spettacolo e sul suo autore, che ho letto solo oggi. Quindi, sapendo che lo spettacolo era in programma, che difficoltà c’erano ad aprire facebook e trovare la locandina con i nomi dei protagonisti?? O chiederli a chi, in buona fede, vi ha inviato le foto di scena??? Invece pretendete di essere avvisati. Non lo abbiamo mai fatto e non crediamo di aver fatto torto a nessuno. Chi vuole parlare di Ponza, e noi del Nuovo teatro ponzese siamo tutti ponzesi indigeni residenti 365 giorni l’anno qui, lo faccia informandosi su cosa succede.
    Sembra che per altri argomenti abbiate occhi e orecchie ovunque, non vedo perché rimproverare noi di non avervi avvisato. Dovreste capire che forse sarebbe stato vostro dovere e piacere parlare di chi, come noi, fa qualcosa di sano e culturale solo per il piacere di farlo e per la isola, e, per vostra informazione, per il teatro si muove tutta l’isola. Abbiamo riempito il salone per tre giorni. E possiamo dire solo grazie a noi.
    Per il futuro, se avete piacere, ci seguirete. Noi il teatro lo facciamo dal 1985. E lo faremo anche l’anno prossimo. A Dio piacendo.

  4. Sandro Russo

    7 Gennaio 2019 at 22:51

    Uno dei problemi di Ponza è stato sempre quello di far coesistere le diverse istanze, individuali e di gruppo, con l’interesse generale.
    Anche se alcune delle cose che scrive Polina – specie sulla difficoltà di fare Teatro e in generale sulla fatica di vivere a Ponza – sono condivisibili, altre, come la sua intangibilità rispetto alla cure comuni e l’indifferenza per l’informazione, non lo sono affatto.
    Lo dico per essere stato io l’autore dell’articolo sullo spettacolo e sugli Autori (leggi qui), dopo aver saputo per vie traverse (neanche da Facebook) che il Nuovo teatro Ponzese lo stava mettendo in scena a Ponza.
    Che la Compagnia non usi darne comunicazione a Ponzaracconta lo so bene, per aver dovuto fotografare le loro locandine per strada anni fa, agli inizi del sito, quando stavo più spesso a Ponza. Ma altre volte la notizia l’ho trovata sulla stampa on line, quindi il “riserbo” varrebbe solo per noi di Ponzaracconta?
    Chiusura e ruggine di antica origine che risalgono, a mia memoria, alla organizzazione dello spettacolo per il Faro della Guardia del 10 agosto 2012; poi rafforzate da successive scelte “politiche”.
    Come dice qualcuno “ce ne siamo fatta una ragione!”.

    Naturalmente Polina non cambierà opinione né atteggiamento nei confronti di Ponzaracconta; in questo senso questo mio commento/risposta è inutile.
    Ma spero che serva ad altri per far immaginare un modo diverso di lavorare, nell’interesse di tutti (Imagine… e quel che segue)

  5. Luisa Guarino

    8 Gennaio 2019 at 16:16

    Le parole di Sandro sono più che chiare ed esaustive. Ma mi permetto di aggiungerne poche altre per ricordare a Polina, che stimo e mi è anche cara, che non spetta a lei indicare come si fa giornalismo e informazione. “Chi fa giornalismo le notizie se le va a cercare” dice: posso anche essere d’accordo, se si tratta di cronaca, politica etc. Per il resto, le caselle di posta delle redazioni traboccano ogni giorno di comunicati e foto che informano di spettacoli, eventi e manifestazioni di ogni genere. Ma evidentemente a Ponza le cose vanno in maniera diversa. Cara Polina, non voglio certo insegnarti a fare teatro, ma nel mio/nostro campo desidero lo stesso rispetto. Grazie.

  6. polina ambrosino

    11 Gennaio 2019 at 13:48

    Il nuovo teatro ponzese non ha nessun problema con Ponza Racconta. Ribadisco che non abbiamo mai avvisato la stampa ( forse perché per riempire il salone delle ex scuole medie non ne abbiamo mai avuto bisogno) e se avete trovato qualche articolo altrove lo dobbiamo a chi ci segue e ci ama. Nemmeno l’ anno scorso x lo spettacolo di Formia abbiamo fatto capo alla stampa: amici che lavorano in alcune radio locali ci hanno offerto pubblicità. Personalmente ,e mi rivolgo a Sandro Russo, ai tempi della campagna fai x il faro, io il diverbio l ho avuto con lui,non con Ponza racconta, tanto è vero che partecipai tranquillamente alla serata che si organizzo’ e raccolsi le firme fino al ultimo giorno in Liguria dove lavoravo. Io ruggini non ne ho , casomai sono altri ad averle con me ,ma ho imparato a conviverci e comunque questo episodio non c’entra assolutamente nulla con la mia risposta a Luisa Guarino. Rimane il fatto che voi trovate tante difficoltà ad avere notizie dell’ unico spettacolo teatrale che si fa a Ponza sempre nello stesso periodo e nello stesso luogo quando con i mezzi di oggi ci chiamano e ci seguono da tutte le parti. Abbiamo molto apprezzato l articolo su trama e autori, come già detto e ci dispiace vi sia costata tanta fatica. In merito ad aver detto a Luisa che secondo me le notizie si vanno a cercare, lo penso ancora e ,ribadisco se io fossi una di voi o , da ponzese, lavorassi nella stampa o sui social , sarei soltanto fiera di scrivere articoli SPONTANEI , andandomi a informare di quelle poche cose che rendono Ponza ancora orgogliosa di se stessa. Se ho offeso qualcuno mi scuso e vi saluto tutti.

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