Ambiente e Natura

Caro mio Bambino Gesù

di Francesco De Luca

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Lo so, voi direte: la ‘solita operazione nostalgia’. Ne sono cosciente, ma sento l’urgenza di lasciare ai giovani testimonianze.
Sanno di nostalgia queste righe, sì, perché tutto il contesto paesano, umano, religioso è cambiato.
Ed è per questa ragione che voglio rimarcare come nel dopoguerra, anni ’50 e ’60, l’isola viveva di valori diversi, che il tessuto umano e relazionale si muoveva intorno alla famiglia, alla religione, all’amicizia. O meglio, questi erano i valori che brillavano davanti agli occhi, a noi: infanti, ragazzi, adolescenti.

Il Natale era una ricorrenza festosa ma anche motivo di educazione, di espressione, di crescita umana. Non era di completo dominio del mercato. Aveva forti espressioni tradizionali, sociali e religiosi.
L’isola non viveva uno stato di ‘felicità sociale’, no, ma l’infanzia e l’adolescenza si nutrivano di aspetti che toccavano l’affettività, la conoscenza, la tradizione, e noi il tutto lo percepivamo come qualcosa che ci toccava. Muoveva la nostra sensibilità, il nostro animo. Tanto che oggi, da adulti, lo ricordiamo con nostalgia e sentimento.

Tonino Esposito dopo aver terminato la base musicale me l’ha inviata dicendo: l’ho finita e ho finito di piangere.
Forse queste mie righe muoveranno forti emozioni in coloro che hanno vissuto insieme a noi quel periodo e il suo dolce andare. Non ne farei un dramma, la vita attraversa momenti diversi: vanno tutti riconosciuti .

“Caro mio Bambino Gesù” è l’intercalare cantato fra le preghiere della Novena natalizia. La ideò don Luigi Dies, a cui va un ricordo grande.
Lo ripropongo perché quelli della mia generazione apprezzino il valore della loro formazione, si ritrovino bambini e si perdano nella bellezza dell’infanzia. Per gli altri una testimonianza di una cultura paesana, autentica e genuina.

Caro mio Bambino Gesù
Vieni vieni non tardar più
Vieni a nascere nel mio cuore
Caro mio Bambin d’amore 

La traccia musicale e la voce sono di Tonino Esposito:

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