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Quasi un litigio

di Francesco De Luca
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Approfittando di questo tenue sole di fine autunno sono capitato dalle parti dei Conti. Come di consueto ho fatto visita all’amico Antonino, da tutti chiamato zi’ ’Ntunino.

Sono stato sommerso da rimproveri e maleparole. Perché non faccio altro che interessarmi della chiesa e delle devozioni religiose. Insomma ’Ntunino mi ha ripreso di brutto per il mio disimpegno civico. Mentre nel paese circolano dicerie malevoli attraverso lettere anonime disgustose.

E’ un rimprovero che spesso mi viene addebitato: quello di rifugiarmi nel mio ‘eremo’, lontano dalle procelle politiche che si abbattono sulla nostra isola, ancorché piccola.

La strigliata coglie nel segno perché la mia indole solitaria spesso vince su quella sociale e mi fa estraniare dal contesto sociale. Il quale è in parte mosso da azioni infide quali quelle espresse con ingiurie anonime, alle quali non si risponde con uguali forme e veemenza. Come è bene fare perché a trattare col fango ci si sporca sempre. Perciò l’atmosfera del paese non è scomposta, anzi, in sintonia col Natale, è operosa e paciosa.

– Tu te mitte a canta’ – sbotta ’Ntunino – ma i fatte volleno ind’a pignata.
Embé – reagisco – non sei contento… le cose procedono…
– risponde l’amico – ma tu pare ca ’nce staie… pare ca staie luntano ’a ’stu core.

L’amicizia mi fa sorvolare sulla focosità e mi dispongo ad ascoltare quello che lui vuole dirmi. Perché tutta la sceneggiata tende a portare il dialogo su questioni cruciali.

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Chiailuna… – dice, e io divento serio perché su Chiaia di Luna si sono dette milioni di parole, e sparate le promesse più assurde.
Chiailuna non è stata mai affrontata con la volontà precisa di venirne a capo. Questa Amministrazione sta operando con i funzionari della Regione per sbloccare l’ingorgo creato dai due problemi convergenti:
1 – il tunnel romano da mettere in sicurezza;
2 – il logoramento della rete a protezione della falesia.

Oggi finalmente è stato scartato il cervellotico intento di affiancare al tunnel romano un altro tunnel per raggiungere la spiaggia. Il tunnel romano non sarà oggetto di dilavamento dell’acqua piovana perché si creerà una vasca (prima del tunnel) di contenimento del materiale lavico. Per cui scorrerà nel tunnel romano soltanto un rivoletto di acqua chiara, facilmente percorribile con un marciapiede in legno. Per quest’opera sono stati reperiti i fondi. Si tratta di attendere il corso dell’iter burocratico, ma il progetto ha trovato accoglienza in Regione.

La messa in sicurezza della rete a protezione della falesia si inserisce in un contesto problematico diverso. Con procedure diverse e diverse fonti economiche. Giacché quella rete non è stata monitorata da oltre cinque anni e occorre che abbia il benestare per la sicurezza.
Questo, tanto perché si facciano i giusti commenti per chi sta lavorando con serietà.
’Ntunino mi ribadisce questa posizione come a dire: sappile queste cose… non rimanere fra coloro che brontolano su tutto perché di nulla si interessano.

– Così come per Cala Fonte…
– Quali novità sai?
– mi infervoro.

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Per Cala Fonte è pronto lo stanziamento per la messa in sicurezza della zona franata. Questo non significa che la caletta potrà essere immediatamente utilizzata come prima, però è il primo passo, necessario, per il ritorno alla normalità.

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Divento sospettoso e chiedo: – Ma tu come sai queste notizie? Ti sei incontrato col Sindaco faccia a faccia?
’Ntunino scoppia: – No …è che tu te ne staie in disparte… comme fanno tutti. Vulite ’u brodo pronto e caudo. Io me so’ gghiuto a ’nfurma’. Primma ’i iastemma’ so’ gghiuto a dumanna’.

‘Ntunino mi ha dato una lezione di ‘senso civico’.
La riflessione politica sul paese deve prendere le distanze dalle chiacchiere da strada. Si parla e si sparla. Non esce pulito nessuno perché la maldicenza è il materiale che si adopera. Meglio valutare con cognizione le decisioni che si prendono, che si sono prese e che si stanno prendendo. La fiducia, ad oggi, poggia su questi pilastri: l’onestà di chi ci amministra, la lontananza dagli interessi personali.