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Taccuino (18). L’altalena. “Non c’è dovere che sottovalutiamo tanto quanto quello di essere felici” C’era un albero di fico, sì! Credo fosse proprio un fico. L’ Altalena Ti piace volare sull’altalena Su su salendo sopra la chiesa Finché lo sguardo torna al giardino Il sogno, per Robert Louis Stevenson, anche da piccolo, non era una sciocchezza puerile, ma un mondo incantato e inquietante, come lo intendono i poeti e i bambini, i filosofi del mondo antico e gli sciamani: un mondo diverso (pur se stranamente intrecciato a quello della veglia), un mondo in cui regnava un altro tempo, più lento, stregante e nello stesso tempo capace di accentuare la percezione di certe realtà, quando altre scorrevano in muta dissolvenza. Miracoli e meraviglie si alternavano a spettri e incubi, con il succedersi di bellezza e orrore che osserviamo anche nel giorno, ma in una prospettiva dilatata, ingigantita, rallentata fino all’amplificazione tremenda e assoluta di un istante. (R. L. Stevenson: “Il mio letto è una nave” – Feltrinelli) Chirurgo Celeste Se ho mancato più o meno (Antologia della Poesia Inglese, Wirton Arvel) Da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Robert Louis Balfour Stevenson (Edimburgo, 13 novembre 1850 – Samoa, 3 dicembre 1894) è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta scozzese «Sotto il cielo ampio e stellato Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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