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T’arricuorde… Anie’? Sì… m’arricorde (5)

di Aniello De Luca

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per la parte quarta, leggi qui

I ricordi si snocciolano.

Anni fa a Ponza come parroco fu inviato don Andrea. Di origine polacca. La statua della Madonna aveva attenuato i suoi colori. Aveva bisogno di un restauro. ‘Noi dell’Immacolata’ ce n’eravamo accorti e volevamo fare qualcosa perché noi ci teniamo all’immagine della Madonna.
Luigi aveva amicizia con un restauratore romano. Così ci si decise per il restauro. Il parroco non ostacolò ma nemmeno si entusiasmò. Lui era così.

Quell’anno la Madonna fu ammirata per i colori rinnovati del suo vestito ma soprattutto del viso. La questua però non fu generosa e non si sarebbe estinto il debito col restauratore. Il quale non faceva nessuna pressione ma una bella figura non ci si faceva. Così… al rientro della processione, col benestare di don Andrea, presi il microfono e dissi ai presenti che la rinnovata bellezza della statua dell’Immacolata aveva un prezzo. Ripassai per la questua. Fu più che generosa. Si pagò ogni cosa e tutti furono contenti. Soprattutto noi giovani dell’Immacolata.

Un anno capitò che per la festa si chiamò la banda. Non c’era quella comunale e perciò dovette venire da fuori. Occorreva ospitare i musicanti. La mamma di Tonino Esposito, Evelina, mise a disposizione le stanze e Luisa, la madre di Domenico Musco, diede loro il pasto. Quando si andò a pagare, le donne – me lo ricordo – dissero: pagate il prossimo anno.

Anche per i botti occorreva molta solidarietà. C’era il padre di Silverio Spignesi, che faceva il fuochista.

I fuochi si andavano a comprare a Castelforte. Arrivati a Ponza, Maurino e il brigadiere dei Carabinieri, constatarono l’acquisto. Nel pacco c’erano pure i ‘bengala’ omaggio. Si dividevano fra quelli del Comitato per i festeggiamenti dell’Immacolata. Ma vi inclusero pure Luigi (Ambrosino) perché era insostituibile nell’organizzazione.

T’arricuorde… (5) – continua