di Rita Bosso
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Premetto: questa è un’epicrisi moscia, anzi apatica, anzi depressa.
Novembre è alle porte, siamo tornati all’ora solare.
L’Almost Blue stinge nel grigio declinato in cinquanta e più sfumature ma senza frustini, senza brividi; gli amori, quando sopravvivono, sono pacati, dettati dal bisogno di proteggere e di proteggersi, di affrontare insieme le avversità della vita.
La Nera Signora, sempre all’opera, questa settimana ha sferrato due colpi micidiali (leggi qui e qui).
Foto di Annalisa Sogliuzzo
Vincenzo descrive l’oltrefrontiera come il paese dei balocchi, Silveria ribatte con versi di Prévert da cui risulta che nessun volatile si libra in aria felice e beato, a Ponza deve fare i conti con fucili dalle matricole abrase e con trappulelle, a Parigi rischia lo strangolamento perché si è permesso di cinguettare. Peggio ancora, esposto al mercato in una gabbietta angusta, il volatile viene acquistato dal poeta che regala fiori o catene o incolpevoli animali a una fidanzata distratta. Il poeta non si spreca con i regali e lei, giustamente, lo molla: se catene devono essere, che provengano da una gioielleria di place Vendôme e non dal banco del ferramenta.
Brave sartine espongono il diploma-lenzuolo di taglio e cucito, in un gruppo che posa sul belvedere della Parata. Riconosco Giuseppina, Liliana, Tina, Angelina, ho nelle orecchie le loro voci, le risate; come hanno scritto, come avrebbero scritto lettere, pagine di diario, ricette? Immagino scritture asciutte, briose, descrizioni (divertenti, affettuose, arrabbiate) delle compagne, della maestra, dei luoghi; parole vive, calde, ricche, qua e là un errore di ortografia e chissenefrega, il dialetto usato come elemento necessario, dosato con naturalezza.
La scrittura di Tea Ranno è opulenta, impeccabile, barocca, cunto e ciaurare in omaggio alla Sicilia natìa.
Le immagini dei bambini che ripuliscono la spiaggia di Sant’Antonio ricordano, a quelli della mia età, estati libere e felici, castelli costruiti con sabbia finissima e sfiorati con gentilezza da onde placide, sfinite dal summariello. Attivamente Ponza ha organizzato due giornate di raccolta; nei sacchi potrebbe esserci il copri water da passeggio che tante riflessioni ispirò.
Navigo in rete alla ricerca di una nota positiva con cui concludere, di un granello di allegria, di una mollichella propositiva e costruttiva. Potrei fare la fine di don Ciccillo Laziomar che lunedì scorso, a fine navigazione, ha avuto un incontro molto ravvicinato col molo di Formia.
Il Fieno di Ponza Bianco ’17 delle Cantine Migliaccio si aggiudica Tre Bicchieri del Gambero Rosso.
Confetti rossi e congratulazioni per i neodottori Alfredo Tricoli, Pietro D’Arco, Francesco Arrigo, Rosa Simeone.
Una foto del Brigantino, tocco di colore e di speranza tra tanti usci sbarrati: è del 24 ottobre… di due anni fa.