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Taccuino (10). Benedetti poeti maledetti. Il poeta soffre molto di più, però ha una dignità tale che non si difende neanche alle volte.
L’immagine di una madre che maledice la sorte di avere un figlio poeta; un figlio sensibile più di altri, capace di comunicare attraverso un linguaggio simbolico aspetti della vita meno canonici e “normali” (alcol, prostituzione, omosessualità…), un figlio che tenta di spiegare l’inspiegabile con un linguaggio musicale, un figlio che darà alla poesia una vita tutta nuova. Sensazione Le sere azzurre d’estate andrò per i sentieri (Arthur Rimbaud, marzo 1870) Scrive Paul Verlaine: “Noi abbiamo avuto la gioia di conoscere Arthur Rimbaud. Oggi certe cose ci separano da lui senza che, beninteso, al suo genio e al suo carattere sia mai venuta a mancare la nostra profondissima ammirazione.”
Wikipedia, l’enciclopedia libera. «Je dis qu’il faut être voyant, se faire voyant. «Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. (A. Rimbaud, lettera a Paul Demeny, 15 maggio 1871, in Oeuvres, 1969, p. 346) Jean Nicolas Arthur Rimbaud (Charleville, 20 ottobre 1854 – Marsiglia, 10 novembre 1891) è stato un poeta francese. È il poeta che con Charles Baudelaire e Gérard de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna. L’opera di Rimbaud comincia con versi legati per arrivare al verso libero e alla poesia in prosa. Ma ciò che in Baudelaire era enunciato con la compostezza degli alessandrini e trasparenti simbolismi, in Rimbaud diventa lirica che attinge alla libertà dell’immaginario, ai sensi, alla visione irreale. L’ordine sintattico ne risulta spezzato, il ritmo ricreato al di là della tradizione. In Rimbaud «lo sguardo poetico penetra attraverso una realtà coscientemente frantumata fin nel vuoto del mistero» scrive Hugo Friedrich. Scriveranno di Verlaine: La parola-destino che traversa come folgore la vita e la poesia di Verlaine, tagliandola in due, è proprio Rimbaud. Nevermore (1866) O ricordo, ricordo, perché mi vai cercando? Noi eravamo soli, sognanti avanzavamo “Qual’è stato il tuo giorno più bello nella vita?” Ah, quale buon profumo spandono i primi fiori! «Je suis l’Empire à la fin de la décadence, «Sono l’Impero alla fine della decadenza, (P. Verlaine, Jadis et naguère, Langueur) Da Wikipedia, l’enciclopedia libera Paul Marie Verlaine (Metz, 30 marzo 1844 – Parigi, 8 gennaio 1896) è stato un poeta francese. Figura del poeta maledetto, Verlaine viene riconosciuto come il maestro dei giovani poeti del suo tempo. La sua influenza sarà significativa e i posteri accoglieranno questa arte poetica verlaineana, niente che vi è in lui pesa o posa, fatta di musicalità e della fluidità che gioca con i ritmi dispari. Il tono di molte delle sue poesie che combinano spesso malinconia e chiaroscuro, rivela, al di là della forma efficace di semplicità, una sensibilità profonda, che risuona con gli approcci di alcuni pittori impressionisti e musicisti come Reynaldo Hahn e Claude Debussy, i quali saranno presenti nella musica delle poesie di Verlaine. Nota Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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