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Il 13 e il 14 ottobre le Giornate d’autunno del FAI

proposto dalla Redazione

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Con l’approssimarsi delle Giornate d’autunno del FAI proponiamo un articolo di Antonio Cianciullo pubblicato per l’occasione sul quotidiano La Repubblica il 4 ottobre scorso.
Vista la vulnerabilità del nostro patrimonio artistico-culturale, il nuovo messaggio di cui si fa portavoce il FAI è “No ai tagli sulla manutenzione poichè la stessa è parte integrante ed essenziale della prevenzione”

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di Antonio Cianciullo
Il Fai apre oltre seicento tesori
“No ai tagli sulla manutenzione”

La sontuosa villa di Domiziano, sulle sponde del lago di Paola, nel cuore del parco del Circeo. La Certosa di Parma, in cui per mezzo millennio i monaci hanno studiato astronomia e fisica. Il Teatro Margherita di Bari, l’unico in Europa a sorgere su una struttura di palafitte. Sono alcuni dei 660 tesori dell’arte che in 250 città apriranno le porte ai visitatori in occasione delle Giornate d’autunno del Fai (Fondo Ambiente Italiano), il 13 e il 14 ottobre. La galleria delle bellezze nascoste è quella a cui il Fai ci ha ormai abituato, con appuntamenti che mobilitano fino a 700 mila visitatori.

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La villa di Domiziano sulle sponde del lago di Paola

Questa volta l’attenzione non è rivolta alle novità che i restauri consentono di apprezzare, ma al lavoro di manutenzione che dovrebbe permettere al nostro patrimonio artistico di non collassare.

«Dopo il disastro del ponte di Genova e il crollo nella chiesa dei Falegnami a Roma, si impone una riflessione sull’uso dei fondi pubblici e sui tagli all’ordinaria manutenzione», dice il presidente del Fai Andrea Carandini. «Con la manutenzione non si va sui giornali, non ci sono tagli di nastro. Un restauro invece fa clamore e porta consenso. Ma se la base della conservazione resta senza risorse, crolla l’intero sistema. Oggi ci sarebbe bisogno di un certo ascetismo mondano, merce sempre più rara».

Il Fai lo ha scoperto con la pratica, gestendo un patrimonio culturale e paesaggistico di 61 beni, con 26 mila metri quadrati di coperture, 69 mila metri quadrati di pavimenti e 1.200 finestre.
All’inizio gli sforzi erano stati concentrati sull’acquisizione di eccellenze da salvare. Poi hanno scoperto che anche le semplici foglie possono far danni, quando si accumulano sui tetti. «La pulizia sistematica delle cupole degli edifici e dei torrenti comporta un significativo risparmio rispetto al crollo delle volte e al costo delle inondazioni», aggiunge Carandini. «Spendiamo più di 100 mila euro al mese, ma evitiamo di buttar via decine di milioni». «La manutenzione è essenziale, è parte della prevenzione», ha risposto il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli. «Alcuni fondi per farla ci sono già. Il problema in passato è stata la capacità di spesa: dovremo utilizzarli meglio. Dalla primavera del 2019 al ministero avremo alcune migliaia di assunzioni con concorso pubblico. Questa è la priorità numero uno. I soldi ci saranno».

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FAI. La Repubblica pag 37 [4]   (l’articolo in formato .pdf)