





|
|||
Radiografia della comunità ponzese. Provo a mettere sotto i raggi X (si fa per dire) la realtà sociale ponzese per trarne segnali sul suo stato di salute. Senza pretese né di provocazione né di soluzione. Ci sono le istituzioni pubbliche e quelle private. C’è la massa della gente, che in parte è coinvolta nelle e dalle istituzioni, e in parte ne è distante. C’è un vincolo comune che salda le strutture portanti della società isolana (vecchi-giovani, fornesi-abitanti del porto, maschi-femmine, cattolici-e non, militari-e non, intellettuali-e non, produttori-consumatori)? L’impressione che ne traggo è che l’isolamento – determinato dall’isola appunto – non è amato dalla stragrande parte della popolazione, e pertanto la vita sull’isola è tollerata e non gradita. Tuttavia, proprio la condizione di forzato isolamento suggerirebbe uno spirito di affratellamento più forte, un affiatamento entusiastico. Che non c’è. Ancora. Sottolineo questa carenza non per esaltare i tempi passati. Allorquando questo spirito era evidente. Ma la situazione generale dell’isola era diversa. Ma, si potrebbe ribattere, a san Silverio è ben visibile la coesione dei membri sociali. Eppure qualche avviso di sentire unitario il gruppo sociale lo dà. Lo ha dato. Nell’ultima tornata elettorale è stato evidente come occorresse scrollarsi l’insopportabile peso di un potere amministrativo chiuso ai bisogni degli isolani. Ed è sulla scorta di questi sprazzi di “ponzesità” che noi isolani dovremmo trovare il convincimento che l’isola possiamo renderla più vivibile se ci mettiamo di impegno. Ognuno per la sua parte. Non abbiamo bisogno di bulletti per auto-educarci, non di smargiassi per auto-controllarci. L’isola l’abbiamo avuta in uso dai nostri padri. La lasceremo migliore ai nostri figli. In definitiva: un vincolo comune sembrerebbe esistere, anche se episodico, anche se a scadenza fissa, anche se tenue. Anche se funzionale alla relazione sociale di un vivere costretto. I vincoli per scelta sono quelli più solidi e sono quelli che mancano. Ed è per questo che dovrebbero essere incentivati Come vedete è una radiografia vecchio stile. Non è precisa come una TAC. E non lo è perché le mie capacità analitiche sono quelle che sono. 1 commento per Radiografia della comunità ponzeseDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: |
Caro Francesco De Luca – ma io parlo anche e soprattutto per Francesco Ferraiuolo – tu scrivi: “I vincoli per scelta sono quelli più solidi e sono quelli che mancano. Ed è per questo che dovrebbero essere incentivati!”
BENISSIMO!
Quale scelta? Quella di vivere per tutto l’anno a Ponza!
1) I Residenti Invernali (R. I.) hanno fatto una scelta di vita: quella di vivere malgrado tutto in questa isola!
2) A questi R I va fatto capire (al pescivendolo, al medico, al prete, al muratore, al meccanico ecc.) che se non fanno squadra perderanno le scuole, un minimo di assistenza medica, con difficoltà andranno in continente, non ci saranno più fedeli, i loro ragazzi si annoieranno perché non potranno giocare e si deprimeranno perché non avranno una possibilità di lavoro se non lavori di manovalanza.
Sempre a questi residenti invernali va fatto capire che se non si rimboccano le maniche e si danno da fare promuovendo vita sociale: non ci sarà un coro in chiesa, non si farà un teatro, non si addobberanno le case a Natale, non si farà la squadra di calcio, non si organizzeranno manifestazioni che abbiano un senso…..
Potrei continuare ma mi fermo qua: il problema credo che sia chiaro ai politici!
Quindi i residenti hanno dei “vincoli per scelta”. Questi vincoli da chi dovrebbero essere incentivati?
Io dico senza ombra di dubbio: dall’Amministrazione di Franco Ferraiuolo!
In che modo?
Mettendo al lavoro tutto l’apparato intellettuale e organizzativo che ha a disposizione!
Se non succederà questo i Residenti Invernali subiranno solo ingiustizie.
L’amministrazione quindi deve fare in modo che i residenti invernali diventino una comunità che ha degli intenti comuni: individuati, sottoscritti e indirizzati.
Io dico che questo dovrebbe essere il FINE primario di questa Amministrazione: ricreare una comunità dei residenti invernali che – avendo gli stessi bisogni di sopravvivenza – possano lottare insieme per il loro riscatto sociale, economico, culturale.
In altre parole: o la “Casa dei Ponzesi” si dota di un progetto politico di questo genere o va incontro a fallimento perché l’esodo invernale sarà sempre più massiccio e l’economia turistica sarà gestita – non dall’amministrazione comunale – ma da singoli imprenditori che monopolizzeranno il mercato turistico e il villaggio vacanze.