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Presentazione a Roma dell’evento “Alla scoperta di Eea…”

di Sandro Russo

Il programma della manifestazione che si svolgerà a Ponza nei tre giorni venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 ottobre

Alla scoperta di Eea. Storia, risorse autoctone ed enogastronomia dell’isola di Ponza

è stata presentato ieri a Roma presso il Centro Servizi per i Prodotti Tipici e Tradizionali  – via de’ burrò 144 (P.zza Sant’Ignazio).

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Aria e storie di Ponza ieri, in pieno centro di Roma, per la presentazione dell’evento in programma per i primi di ottobre. Nella saletta dedicata ai prodotti tipici e tradizionali della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Roma. Nelle bacheche un tripudio di vini, oli e prodotti tipici.

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Tiziana Briguglio – che di concerto con la Pro loco di Ponza ha organizzato l’evento – ha presentato il programma nelle sue linee generali, insieme ad alcuni dei coordinatori delle numerose e diverse attività che andranno a svolgersi sull’isola dal 5 al 7 ottobre (vedi sotto il programma completo in file .pdf).

Da tutti è stata sottolineata – a partire da Valentina Canali, Direttore Generale Vicario di Agro Camera – la scelta del periodo per la tre giorni di full immersion nell’universo isolano: con il tempo ancora clemente (si spera) ma lontani dai grandi flussi turistici che in parte snaturano la fruibilità degli aspetti più veri dell’isola. La destagionalizzazione – meno turisti, nel periodo estivo;  più persone interessate all’isola nelle stagioni intermedie; attività non centrate esclusivamente sul mare ma sui tanti aspetti che l’isola può offrire).
Sembrava di essere nella lunghezza d’onda di Vincenzo Ambrosino – ben nota ai lettori di Ponzaracconta – circa la protezione della residenza invernale e della specificità isolana (leggi qui [3]).
Si prosegue con gli aspetti legati ai collegamenti, che anch’essi penalizzano l’accessibilità all’isola, nelle stagioni meno richieste, con un effetto a “gatto che si morde la coda”: meno presenze meno corse, ma anche meno corse meno presenze.

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Emilio Aprea ci racconta con accenti accorati della “sua isola”, delle cose che c’erano trent’anni fa, ai tempi di sua nonna, e ora non ci sono più… E che dovremmo dire noi, allora, che di anni ne abbiamo quasi il doppio?

Angelida Costanzo, da vicepreside dell’Istituto Turistico di Ponza, mette l’accento sui giovani; su modi e le iniziative che li vedono coinvolti in prima persona nei tre giorni della manifestazione; in linea con le finalità formative della loro scuola, ma anche ravvivando in essi l’orgoglio di essere parte di una cultura ricca e sfaccettata.

Adriano Madonna, che sarà coinvolto in alcuni eventi naturalistici (immersione subacquea e uscita di pesca a totani), ci accenna soltanto ai cambiamenti in corso – verso una tropicalizzazione del Mediterraneo – cause e conseguenze.

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Riportiamo qui di seguito un report più analitico della presentazione di ieri su www.seicolonne.com: #Ponza – Alla scoperta delle primizie enogastronomiche dell’isola [6]

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Programma dettagliato dell’evento (in file .pdf): EEA programma.1 [8]

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Prosieguo della giornata (fuori programma).

All’uscita dall’incontro, in veste di (attempati) liceali in libera uscita, accompagno Adriano a vedere l’interno della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, proprio di fronte alla sede di via de’ Burrò (a proposito: il burro non c’entra e non è neanche un cognome; solo una deformazione dialettale dell’insediamento napoleonico degli uffici nella Roma dei primi dell’’800, da bureaux).

La chiesa (una delle tre chiese gesuite di Roma, insieme a quella del Gesù all’Argentina e Sant’Andrea al Quirinale) è ricchissima per tanti aspetti, ma quella più appariscente, per incolti d’arte come noi (oppure solo di quel tanto che ce n’è nella biologia), è la “falsa cupola” di Andrea Pozzo (1685)…

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Roma. Chiesa di S. Ignazio. Interno: l’abside

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La maestosa cupola in muratura prevista dal progetto, forse per motivi economici, non venne mai realizzata. Forse anche furono gli abitanti del luogo a non desiderare una cupola troppo grande che oscurasse loro il sole. Andrea Pozzo realizzò in sua vece un audace trompe l’oeil che crea l’illusione della cupola al visitatore che entra nella chiesa, ma si rivela un falso da un’altra prospettiva (per esempio procedendo verso l’altare)