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Una canzone per la domenica (12). Le campane tubulari

di Sandro Russo
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Personaggio atipico del vivace e del variegato panorama dei musicisti inglesi della metà-fine anni ’60 londinesi, Mike Oldfield (1953, tuttora in attività) è un compositore e poli-strumentista inglese. Durante la sua carriera ha spaziato tra vari generi musicali, tra il pop rock, il progressive, alla musica classica e elettronica, fino al folk rock.

Caratteristica delle sue composizione sono la ripetitività e le variazioni sul tema, per cui da una semplice frase musicale iniziale si può sviluppare “in progress” (appunto) una vera e propria opera sinfonica.
La cifra è la reiterazione. Una tripletta di 7-8 note ripetute in un loop infinito; ne fu un antesignano illustre – tanto per dare un’idea – Ravel, con suo Bolero (1928).

Il pezzo con cui Mike Oldfileld è esploso (a quei tempi in forma di vinile) è stata la suite “Tubular bells” del 1973, prodotto dalla cassa discografica Virgin al suo esordio – in cui suona, in sequenza e/o sovrapposizione, circa venti strumenti diversi.
E’ abbastanza ossessiva; se vi torna in mente e non riuscite a togliervela, poco male… Ma poi non ve la prendete con me.

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Del lp del tempo che ancora conservo religiosamente, ricordo una intera facciata nella cui parte conclusiva l’artista nomina diversi strumenti che progressivamente aggiunge alla composizione… grand piano, little piano, vari tipi di guitar, mandolin… per culminare con tubular bells..!

Ascolta, del lungo brano che segue, dal tempo 19’ fino alla fine:

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L’album raggiunge velocemente la Top ten nelle vendite in Inghilterra e rimane in classifica per 247 settimane. Anche in America è un successo, ingigantito dal suo utilizzo come tema principale nella colonna sonora del film L’esorcista. Geniale la scelta del regista, che scartò diversi musicisti prima di scegliere Mike Oldfield e Tubular bells: l’ossessione c’è tutta!

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L’esorcista (The Exorcist) è un film del 1973 diretto da William Friedkin, tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty che scrisse anche la sceneggiatura del film.

È stato uno dei film di maggiore impatto (e richiamo) di tutta la storia del cinema; il tema esoterico e le scene estreme, le censure in cui incorse, la fama di “film maledetto”, sono inestricabili ormai dal valore dell’opera. La produzione di due sequel (nel 1977 e nel 1990); una riedizione (nel 2000) con l’aggiunta di scene inedite; una serie televisiva ispirata al film e addirittura una nuova versione di produzione turca [Şeytan (Diavolo) del 2016] ne fanno indiscutibilmente un film “cult”.
Il tema musicale ricorrente del film è Tubular Bells tratto dall’omonimo album di Mike Oldfield, ma il film include brani del compositore polacco Krzysztof Penderecki e altri.

Il film è un trionfo dal punto di vista della riuscita drammatica e della capacità di elaborare una struttura narrativa, poi assai usata (o abusata), perfetta nei suoi equilibri e nella sua progressione degli eventi, per confluire nel rituale esorcistico messo in scena in modo spettacolare e sensazionalistico, come mai prima d’allora si era visto e che da allora in poi sarebbe stato imitatissimo (da Rudy Salvagnini da Mymovies).

Questo video da YouTube è una buona sintesi di alcune scene del film associate alla musica di Mike Oldfield (le scene sono un po’ forti, ma che Esorcista sarebbe, se no?):

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Fedele all’idea (e al titolo) negli anni successivi Mike Oldfield ampliò a dismisura la sequenza, riuscendo per Tubular bells II e ancor più per quest’ultimo video che propongo – Tubular bells III (anch’esso eseguito in anteprima ad un concerto, questa volta all’Horse Guards Parade di Londra), con una pletora di musicisti sul palco: 8 minuti di ottima musica e un’idea complessiva di quel che era un concerto rock ai tempi del progressive: 

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