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Il mio 8 settembre

di Rinaldo Fiore
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Ieri l’altro – 8 settembre – verso le diciotto siamo stati a Frascati nella grande Piazza davanti al Comune. Una banda suonava degli inni mentre gruppi di persone in divisa iniziavano a mettersi in fila: Protezione Civile, Vigili del Fuoco, un bel gruppo di Carabinieri, Polizia, Autorità varie; molte persone anziane e pochi giovani e di questi parecchi parlamentari…
Tutti lì per celebrare la memoria del bombardamento anglo-americano su Frascati: seicento e più morti, decine e decine di bambini.
Dopo pochi minuti è giunta mia suocera, una grande donna di 90 anni, presente accanto a noi perché sarebbe stato reso onore a lei e alla sua famiglia perduta sotto i bombardamenti: madre e cinque fratelli e una vita sconvolta per sempre…

Ero piuttosto emozionato perché sentivo l’importanza della cerimonia; vedevo tanti anziani portare con dignità e affetto i labari con le medaglie di tanti paesi d’intorno e più in là; stranamente non ho sentito nominare il mio paese d’adozione, Marino [anch’essa colpita da pesanti bombardamenti, nel febbr. 1944 – NdR], ma potrei non averlo sentito.

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Il bombardamento americano dell’8 settembre 1943 scaricò su Frascati 1500 bombe radendola praticamente al suolo.
Perché bombardarono?
Per i soliti motivi caratteristici del nostro Paese, e cioè che proviamo sempre a tenere due piedi in una scarpa… (leggi qui [3], nell’articolo pubblicato per l’occasione della ricorrenza).
L’armistizio era stato firmato il 3 settembre e il re e il comandante militare non lo comunicarono alla popolazione per le solite incertezze mentali, dettate anche dalla paura dei tedeschi alle cui spalle l’armistizio era stato fatto. E così tacquero, e per cinque giorni tutto filò come prima, con i “soliti” ammazzamenti.
Gli Americani premevano per comunicare l’armistizio alla popolazione mentre i nostri continuavano nell’incertezza, anzi rassicuravano i tedeschi che l’Italia era ancora al loro fianco “fino alla morte”. La solita doppiezza… degli inetti!
A Frascati c’era un comando dei tedeschi, molto importante, con 3000 soldati; gli Americani per convincere della necessità di comunicare l’avvenuto armistizio ripresero a bombardare con forza parecchie città italiane e tra queste la cittadina di Frascati.

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Verso le 12 dell’otto settembre del 1943, 130 bombardieri anglo-americani distrussero Frascati e moltissimi civili persero la vita.

La nostra Pierina ogni tanto tira fuori dalla memoria i fatti accaduti quel giorno di settembre del ’43… mentre tutti stavano in cucina a pranzare iniziarono i bombardamenti e così impauriti e allarmati corsero tutti al rifugio lì vicino tranne un fratello che, avendo una certa fame, si trattenne per qualche secondo in più, per finire la minestra del suo piatto. Il rifugio fu colpito in pieno e morirono decine di persone tra cui quasi l’intera famiglia di Pierina che si salvò, mentre il fratello affamato se la cavò solo con tanta paura perché le bombe lo evitarono. Il destino gioca con le persone…

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Mi son sentito partecipe della memoria dell’8 settembre, l’ho sentita sulla mia pelle mentre il pensiero tornava indietro nel tempo a ricordare i tragici eventi di una guerra mondiale scatenata da pazzi fascisti e nazisti, le cui conseguenze si avvertono ancora oggi.

Inno, saluti militari, attestati, tutto ho gradito per l’onore di tutti cingendo le spalle di mia moglie e abbracciando Pierina, una grande donna italiana…

 

Nota
Le foto a corredo dell’articolo sono immagini d’epoca del bombardamento di Frascati dell’8 sett. 1943 (a cura della Redazione)